TRA CIELO E TERRA: I LUOGHI SACRI DELL’ENERGIA. IL LIBRO DI ARIANNA MENDO PRESENTATO ALLA “SEBASTIANO SATTA” DI VERONA

nella foto di Andrea Zonca al centro Arianna Mendo (a destra il Presidente del sodalizio sardo veronese Salvatore Pau)


di Silvia Serra

Un pubblico concentrato e attento, formato da più di cento persone, ha riempito la sede dell’Associazione dei sardi di Verona, per seguire la presentazione del libro “Tra Cielo e Terra” di Arianna Mendo.  L’autrice e protagonista della serata, torinese di nascita ma sarda di adozione, è vice- presidente dell’associazione culturale “Uomo Natura Energia” di Palau (OT). Da sempre attratta dalle meraviglie dell’isola, la Mendo ha deciso di trasferirsi stabilmente a Palau diciassette anni fa. Lì ha potuto collaborare più facilmente con studiosi e ricercatori sardi e dare vita a un progetto di esplorazione, osservazione diretta e mappatura dei siti archeologici sparsi in tutta l’isola,  al fine di approfondire e divulgare, attraverso l’associazione, la relazione tra gli antichi siti megalitici della Sardegna e le loro energie benefiche.  Il titolo del suo libro ci proietta subito in una dimensione di pieno contatto con la natura e di legame tra i suoi elementi astrali e terrestri, ed è partendo da questo legame con gli elementi naturali, tipico di tutti gli uomini dell’antichità,che la Mendo ha condiviso con il pubblico dell’Associazione dei sardi di Verona gli esiti delle ricerche del suo gruppo su alcuni aspetti dell’isola ancora poco conosciuti. La Sardegna, sostiene la Mendo, deve alla sua peculiarità di terra antichissima alcune caratteristiche che la rendono unica e speciale:l’isola è, infatti,ricca di un’energia tellurica intensa e di un magnetismo forte e vibrante che gli antichi, diversamente dagli uomini di oggi, percepivano con molta facilità.  I costruttori delle Tombe dei giganti, dei pozzi sacri, dei nuraghi disseminati in tutta la Sardegna, consci di queste energie, sceglievano con cura i luoghi in cui erigere i loro siti:erano di solito punti ricchi di magnetismo, in corrispondenza di zone percorse da acque sotterranee. Anche la scelta della posizione delle costruzioni rispetto agli astri principali (Sole e Luna) non era casuale; perciò, durante alcuni periodi corrispondenti a riti sacri per i nostri progenitori (come i solstizi, gli equinozi o alcuni particolari cicli lunari) le tombe dei giganti, i pozzi sacri o i nuraghi potevano beneficiare di alcuni fenomeni di illuminazione o rifrazione particolari ed estremamente suggestivi. Le energie naturali presenti nei siti archeologici costruiti in questi punti particolari, secondo l’autrice, sono ancora fruibili dall’uomo che può ricavarne benessere fisico e spirituale. Attraverso i mezzi moderni messi a disposizione dalla scienza odierna, come fotografie a raggi infrarossi e frequenzimetri, il gruppo di studiosi di Palau, in collaborazione con alcuni centri universitari italiani, cerca di dimostrarne la  reale presenza ed efficacia.  La spiegazione di queste teorie si è svolta per tutta la durata dell’incontro (due ore circa) attraverso la proiezione di belle immagini sui siti archeologici della Sardegna descritti.  Ciò ha reso i contenuti della presentazione molto chiaro e fruibile anche dai non conoscitori dei luoghi nominati. Non sono mancate le domande e gli interventi da parte del pubblico in sala alla fine di questa interessante serata, in cui la studiosa torinese ha saputo catturare l’attenzione riportandoci ad una Sardegna antica in cui sacralità e natura erano strette in un’unica dimensione vitale.    

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