CRISTIAN MANNU E IL SUO ROMANZO “MARIA DI ISILI” (PRIMO POSTO ALLA XXVIII EDIZIONE DEL PREMIO CALVINO) DAL 20 APRILE IN LIBRERIA


di Francesca Lai

La ventottesima edizione del premio letterario Italo Calvino parla di Sardegna, a vincere il prestigioso riconoscimento, ex aequo con Teorema dell’incompletezza di Valerio Callieri, Maria di Isili del trentanovenne cagliaritano Cristian Mannu. L’autore che attualmente lavora in una finanziaria, ha trascorso i primi sette anni della sua vita nel paese ogliastrino di Perdasdefogu, maturità classica poi al Liceo Siotto del capoluogo sardo, una tesi in filologia ultimo tassello mancante per la laurea in lettere. Il romanzo di Mannu sarà disponibile nelle librerie a partire dal prossimo 20 aprile, pubblicato da Giunti Editore, in attesa di poterlo sfogliare abbiamo ripercorso con lo scrittore le tappe che l’hanno portato fino a Torino.

Come nasce il romanzo Maria di Isili? La scintilla è scoccata durante la presentazione di un libro, “L’incontro” di Michela Murgia. Dopo aver ascoltato lei e Francesco Abate, è scattato qualcosa. E tutte le letture dei miei anni precedenti si sono trasformate in parole nuove. Una magica visita al museo Maraté di Isili ha fatto il resto. E così, in un mese e mezzo, è nata Maria.

Quando ha deciso che il suo romanzo era pronto per partecipare a un premio letterario? In realtà non pensavo che il romanzo fosse pronto. Era la prima cosa che scrivevo. La partecipazione al Calvino era finalizzata ad avere un riscontro sul valore di ciò che avevo scritto da parte di un pubblico di lettori esperti. Poi, a sorpresa, Maria di Isili è stata scelta tra le 9 opere finaliste. Già questa per me era una grande vittoria. Il 26 maggio 2015, poi, la giuria, composta da scrittori illustri e affermati come Paolo Giordano, Dacia Maraini, Fabio Stassi, Chiara Valerio e Francesco Permunian ha deciso di proclamarla vincitrice (ex aequo con “Teorema dell’incompletezza” del mio amico Valerio Callieri).

Che immagine ha voluto dare della Sardegna nel suo romanzo? Quella di una Sardegna che deve cercare di non aver paura del passato, anche delle cose più brutte. Una Sardegna che può imparare dagli errori fatti, che deve imparare dagli errori per costruire il suo futuro. Senza inutili e immotivati complessi di inferiorità, utilizzando ciò che di buono ha: la terra, l’arte, la cultura.

Fois, Soriga, Marilotti lei è il quarto sardo a vincere il “Calvino”, il premio è un trampolino di lancio o la vincita di un premio letterario è un obiettivo che uno scrittore si deve porre? Credo che un premio letterario non sia né un trampolino né un obiettivo. È semplicemente il riconoscimento che lettori qualificati danno a un’opera che ritengono meritevole di attenzione. Poi di fatto è vero che, soprattutto il Premio Calvino, è diventato per molti autori l’inizio di una lunga carriera. Ma non è un automatismo.

Ci racconta la sua esperienza di vincitore? Quando le hanno comunicato della vincita e quando ha ritirato il premio? È stato tutto molto rapido ed emozionante. Qualche settimana prima Mario Marchetti, il presidente del Premio Calvino, mi ha chiamato sul cellulare per comunicarmi che la mia opera era stata selezionata tra le 9 finaliste. Da allora ho iniziato a non dormire più. A Torino, il giorno della finale, nessuna sapeva ancora come sarebbe andata a finire. L’abbiamo scoperto in diretta. Quando dal palco hanno chiamato il mio nome e quello di Valerio, la prima cosa che abbiamo fatto è stata guardarci e sorriderci a vicenda. La cosa buffa è che entrambi eravamo vestiti allo stesso modo: camicia celeste e giacca blu. Da quel momento ho iniziato a chiamare Valerio “il mio gemello bello”. Con tutti i finalisti è nata un’amicizia che è continuata in tutti questi mesi.

Cosa è cambiato nella sua vita con il successo di “Maria di Isili”? Per ora non è cambiato niente. Ho una famiglia numerosa e un lavoro che mi tengono ben ancorato a terra. Forse dopo l’uscita del libro avremo qualche impegno in più in giro per la Sardegna, conosceremo luoghi e persone nuove. È questa è una cosa che mi affascina.

Quali sono i suoi progetti per il futuro? Far crescere nel modo più sano e migliore possibile i miei figli. Continuare ad amare e rispettare la mia terra. Tutto il resto verrà di conseguenza. Non ho progetti legati al libro. Se non quello di godermi appieno le cose belle che si porterà dietro.

Il ricordo più bello di questa esperienza? L’estrema umanità di due scrittori: Michela Murgia e Fabio Stassi. Michela perché è venuta apposta al Circolo dei Lettori il giorno della finale e mi ha riservato un caloroso abbraccio alla fine della premiazione. E Fabio Stassi perché mi è stato vicino a Torino e anche nei mesi successivi, dandomi consigli e facendomi sentire tutto il suo calore e la sua vicinanza.

Sarà possibile seguire l’autore nelle presentazioni di Perdasdefogu domenica 15 maggio nella biblioteca “Daniele Lai” e nelle prime tre date, organizzate da Entula, del 23 aprile a Isili nuraghe Is Paras, quella del 29 aprile a Cagliari hotel Regina Margherita e quella del 6 maggio a Sassari libreria Koiné.

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