PAPA FRANCESCO, FINO AGLI ESTREMI CONFINI DELLA TERRA


di Vitale Scanu

Ne hanno dette di ogni: è inadeguato al suo ufficio di Papa, è impreparato, è un ingenuo, è un naïf, è un comunista, è un populista, è azzardato, è temerario e imprudente, è allergico alle etichette, dà risposte sconcertanti di pancia e non di testa, snida i mercanti dal tempio, è miope nei confronti dei veri problemi dell’umanità, lascia interdetti per certe espressioni e prese di posizione estemporanee che sembrano rivoltare la Chiesa come un calzino, è unico, è un santo… Il difetto più grosso? Sarebbe quello di non avere la percezione dei tempi del mondo!! “E’ sempre stata questa una delle carenze più evidenti della Chiesa, quella di non avere una visione d’insieme dei problemi mondiali” (prof. Roberto Vacca, matematico, saggista e divulgatore scientifico).

Così parlarono i “sapienti”. Ma intanto “i ciechi ricuperano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, il vangelo è annunciato ai poveri” (Luca 7, 22-26), gli uomini sono esortati a non aver paura. Paradossalmente, dietro ogni parola di Francesco è facile vedere, sottotraccia, una verità del Vangelo, un modo di agire del Maestro, suo costante punto di riferimento.

Come sia possibile il giudizio apodittico di quel professore, di un filosofo il quale, del resto, sostiene che “non solo è pensabile un mondo senza Dio, ma addirittura è auspicabile” – quando ogni messaggio del papa non si ferma ormai alla sola parrocchia di Tor Vergata ma assume un’ampiezza planetaria, interrogando ogni essere umano su ciò che è bene e su ciò che è male, riscontrando un consenso generale impensabile fino ad oggi attorno al capo dei cristiani – resta incomprensibile. La mano sicura di Francesco regge bene il timone, tanto che “è quasi un piacere, il trovarsi come un vascello sbattuto tra i marosi, quando si ha la certezza che esso non verrà mai sommerso. Ecco, le tempeste che squassano la Chiesa sono di questa natura” (B. Pascal).

Oggi, il messaggio cristiano è arrivato davvero agli estremi confini della terra, obbligando l’umanità intera a farsi quattro calcoli, a schierarsi o dietro le cifre positive o dietro quelle negative degli avvenimenti storici che si susseguono a ritmo da vertigine e in ampiezza universale. E’ un vero paradosso: i cristiani perseguitati e uccisi sono diventati un segno discriminatore, come il terminatore lunare, tra i “figli della luce” e i figli delle tenebre; sono i produttori degli anticorpi come antidoto al male della violenza e del caos universale; sono il fermento che fa quagliare il bene diffuso nel mondo. Così tutti possono discernere tra il bene e il male; ora tutti vedono dov’è la buona semente, abbondante, frugifera, di garantita germinabilità… E’ l’evangelizzazione totale “fino ai confini della terra” preconizzata da Gesù.

Già oltre centomila sono i cristiani uccisi per la loro fede dalle mandrie assassine islamiste (Johnny Moore in “Defying Isis”). Più che mai si constata come i cristiani sono seme di altri cristiani col loro sangue (“Sanguis martyrum, semen christianorum”, Tertulliano). Essi però non creano adepti col kalashnikov o col terrore della scimitarra del blasfemo Mangiafoco islamico, il quale stringe il borsello dei petrodollari in una mano e col ditino alzato nell’altra ci dà qui e là nel mondo alcuni esempi del “suo” Allah, diventato un Moloch avido di sangue innocente e distruttore di tutto quanto non è musulmano. Dal Kosovo ci informano che “papa Francesco sarà l’ultimo papa”… I potentati del Maligno sono impegnati allo spasimo nel creare inediti sbocchi al Male e nell’alterare le coscienze… A questo mondo disumano, fratello Francesco risponde con attacchi frontali che lasciano il segno, veri affondi di scacco matto a tutto campo, gagliardi corpo a corpo che fanno male: i viaggi in Brasile (luglio 2013), in Terra Santa (maggio 2014), Corea (agosto 2014), nello Shri Lanka e nelle Filippine (gennaio 2015), in America Latina (luglio 2015), a Cuba e negli USA (settembre 2015), in Africa (novembre 2015), sono delle vere partite mondiali di efficacia incommensurabile.

Fratello Francesco si cala proprio nella caldera, all’epicentro delle instabilità sociali e politiche, dove più ribolle l’odio e dove le fazioni si frammentano in lotte fratricide. La sua vita non ha importanza. E’ impressionante notare come solo lui sia rimasto “l’inattaccabile”, l’unico vero capo, l’indiscussa autorità morale mondiale, il solo che sia rimasto con la schiena dritta, senza paura, di fronte agli attacchi delle bestie “maledette”.

Tutti prevedono sfracelli e predicono apocalissi; ma lungo i suoi percorsi scoppia la festa e dopo di lui rimane il retrogusto della gioia e l’interiorizzazione della parola di Gesù, seminata a piene mani. Con lui la liturgia si salda con la politica sociale del bene comune, dei poveri, dello sfrondamento di quanto all’uomo non serve. Se il Cristianesimo, anche stavolta, se la caverà, beh bisogna dire che la sua forza è straordinaria, che il suo dna è davvero sovrumano.

Buon Natale a tutti. 

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