ARTE IN CITTA’, MOSTRE E CONFERENZE AL TEATRO SAN MARTINO DI ORISTANO


di Gian Piero Pinna

Nell’ambito del secondo evento “Arte in Città”, tenutasi nei giorni scorsi al Teatro San Martino di Oristano, oltre a una mostra di pittura e scultura, si è svolta anche una conferenza “Sull’arte e sul Bello”, ideata da Luigi Curreli e Adele Navarino, che ha visto la partecipazione degli stessi organizzatori, insieme al giornalista Gian Piero Pinna, nella veste di moderatore, a Lucia Manca Demurtas, impegnata in una lettura magistrale sull’arte e sul bello, oltre agli artisti Augusto Biselli e Giuseppe Bosic che hanno raccontato la loro vita da pittori. Alla conferenza, ha partecipato un attento e numeroso pubblico, che ha seguito con vivo interesse gli interventi dei vari relatori, con grande soddisfazione degli organizzatori, che intendono riproporre, potenziandola,  anche negli anni a venire, vista l’ottima risposta ricevuta sia dagli artisti e sia dal pubblico degli appassionati. Era presente in sala, in veste strettamente personale, anche l’amministratore straordinario della Provincia di Oristano, Massimo Torrente e la direttrice del settore turismo e cultura dello stesso ente, Anna Paola Iacuzzi, che in un breve intervento di saluto, ha espresso tutto il suo compiacimento per la bella riuscita della manifestazione. Tra il pubblico presente alla conferenza, anche numerosi artisti, che a conclusione dei lavori, hanno ricevuto un riconoscimento per la loro partecipazione all’iniziativa.  La conferenza è iniziata con la lettura magistrale dell’archeologa e studiosa dell’arte, Lucia Manca Demurtas, che ha fatto un excursus sulle varie fasi dell’evoluzione del bello nell’arte, partendo dalle prime manifestazioni artistiche dei nuragici, per toccare poi l’arte di Leonardo e degli artisti contemporanei, sottolineando che arte e bellezza, sono elementi indipendenti dall’attività operativa degli uomini, ma che l’operatiività degli stessi in quel campo, porta al perfezionamento e alla virtù. È stato poi il turno di Augusto Biselli, uno dei decani dell’arte oristanese, che anche se nato a Urbino, ha sviluppato la sua carriera artistica in Sardegna, dove vive ormai da quasi cinquanta anni. Il suo raccontare per immagini, dopo averlo visto all’opera in un breve filmato che è stato proiettato, fanno tornare alla mente la composizione dell’immagine e lo studio del movimento dei futuristi, con l’individuazione sapiente delle tonalità coloristiche della sua tavolozza. Anche Giuseppe Bosich, si è voluto raccontare con le immagini surreali delle sue composizoni, dove il corpo umano viene trasformato in oggetti dagli usi più svariati e dove ogni definizione per descriverli, può contenere soltanto ciò che è definibile, poiché il bello non è tale soltanto se espressione di frasi, immagini e colori belli, è bello anche ciò che Bosich esprime con approcci, rapporti estetici e esegesi extra. Bosich, da artista anfitrione, racconta lo scorrere delle sue opere, con istrionica capricciosità e ci tiene a precisare di essere nato a Tempio Pausania e di essere un pittore, incisore e scultore, autodidatta, che svolge la sua attività a Ghilarza, spiegando che da ragazzo, faceva inorridire la nonna con i suoi mostri immaginari. In chiusura di conferenza, Adele Navarino, ha voluto illustrare le sue esperienze artistiche, prima come allieva incompresa di Carlo Contini, nella scuola d’arte di Vincenzo Urbani e poi la profiqua e feconda frequentazione della casa dell’architetto Luigi Pintus, che gli fecero scoprire un mondo artistico e un modo di concepire l’arte, del tutto nuovo per lei.

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