TRA PASSEGGIATE IN RIVA AL MARE, RICORDI D’INFANZIA E LABORATORI PER BAMBINI, CLAUDIA PIRAS ILLUSTRATRICE DI CALA GONONE, RACCONTA COME LA PAROLA SI TRASFORMA IN IMMAGINE

Claudia Piras


di Carla Cristofoli

“Libri sul comodino?”, chiede Vicky Woo del Tiny pencil nella sua intervista a Claudia Piras, illustratrice di Cala Gonone: “Tanti, troppi e non letti. Leggo troppo poco”, risponde lei.

Non le credo, perché solo il lettore che legge si sente in colpa per i libri non letti. Infatti quando l’editore della Me-Mediterranea Edizioni le chiede se le interessi lavorare alle illustrazioni di ‘Natale di polistirolo’, Claudia non compra a scatola chiusa: “Devo prima leggerlo, per capire se è nelle mie corde”.

“Prima di disegnare ‘Night of bones’ per esempio, ho pensato all’idea di morte e resurrezione. Ho guardato Giotto, Brugel, Rubens, Piero dell Francesco, ma niente, ho pensato agli zombie, ai cimiteri, alle atmosfere horror: ‘Night of living dead’ di Romero e altro ancora. E poi qualcosa piano piano ha iniziato a muoversi nella mia mente”.

Il racconto dev’essere stimolante, nascondere tra le righe altre storie da raccontare, suscitare altre immagini: “la sfida è quella di tirar fuori da quei racconti delle nuove piccole storie da svelare nei gesti, con i colori, le forme. È così che ho accettato di illustrare ‘Natale di polistirolo’, perché lasciava spazio alla mia immaginazione. Leggevo e piano, piano, le immagini prendevano forma nella mia mente. Ho fatto qualche schizzo veloce e ho risposto: sì, accetto l’incarico!”.

Quando ricevo le prime illustrazioni per ‘Natale di polistirolo’ ho l’impressione di rivedere la storia che avevo scritto: piccoli gesti, sguardi, suggestioni e tensioni emotive. ‘Piano, piano’, come dice Claudia, limando, cesellando, eliminando le parti dure, si arriva al racconto che suona perfettamente, in tutte le sue corde.

Per trovare le idee Claudia Piras non solo legge, ma anche cammina, osserva, si guarda intorno. Nella sua Cala Gonone ritrova il mare: “a volte scendo in spiaggia, quando è deserta, guardo il mare. Mi affascinano i suoi cambiamenti d’umore. D’inverno ci sono delle onde altissime e l’acqua è scura. D’estate è cristallina e la spiaggia si affolla di strani personaggi. Mi piace mischiarmi a loro e disegnarli di nascosto mentre prendono il sole”.

È quello stesso mare che fornisce a Claudia gli stimoli per le illustrazioni di ‘Secret project n.7’ di Lisa Biggi: “Il mare è lo spazio misterioso dove fluttuano i personaggi del racconto di Lisa. È uno spazio oscuro dove avvengono trasformazioni straordinarie. Agata, uno dei protagonisti, si tuffa per raggiungere la sirena che ha visto affacciarsi sull’acqua. Nuota, ma le sembra impossibile riuscire a raggiungerla, finché scopriamo che Agata stessa è una sirena e che torna bambina quando riemerge nella vasca del bagno”.

‘Tornare bambini’, forse davvero per scrivere ed illustrare racconti d’infanzia bisogna fare questo percorso all’indietro, ritrovare e recuperare i ricordi: “ci siamo trasferiti a Cala Gonone nel 1992, ma la nostra casa non era ancora finita. I lavori andavano per le lunghe. Ero solo una bambina, ma per quel poco che potevo aiutavo. Mi torna in mente quell’estate in cui io e mia sorella staccavamo le mattonelle a mollo nell’acqua, la carta bagnata e poi le croci che le tengono allineate per terra e sul muro del bagno”.

Tornare bambini e stare con i bambini, quegli stessi per cui Claudia Piras organizza a Cala Gonone dei laboratori di disegno, quest’ultimo non si dissocia mai dalla lettura: “Leggere è importante per i bambini e anche per me. Stimola le idee e ti da qualche strumento in più per tirarle fuori. Scelgo per i bambini del laboratorio i libri che piacciono a me e che parlano di loro. A turno si legge il testo a voce alta e poi esploriamo insieme le immagini”.

La lettura in comune diventa per Claudia l’occasione per proiettarsi nel mondo dei bambini, capirlo per poterlo raccontare nelle sue immagini.

“Mi interessa molto scoprire quali storie li appassionino, di quali libri s’innamorino, quali siano i disegni che li sorprendono, ma quando disegno non penso a cosa vorrebbero vedere. Disegno e basta. Sono esperienze che senz’altro, in qualche modo, influenzano il mio lavoro”.

Tra i ricordi di sé bambina e l’osservare i bambini finisce spesso che i suoi personaggi le somiglino, proiezione che avviene spontaneamente, quasi non se ne rende conto: “non lo faccio di proposito, ma credo sia inevitabile. Anche Lena (‘Natale di polistirolo’) mi somiglia un po’. Quando la disegnavo cercavo di capire il suo mondo attraverso i miei ricordi. Anch’io ero un po’ negata con la ceramica, ma io al corso ci andavo volentieri. Nel laboratorio lavoravamo su un tavolo molto alto, era rivestito di giornali, a ripensarci mi pare avesse un rivestimento di plastica, perché l’argilla avrebbe inumidito la carta, povera Lena, adesso il suo vaso avrà un fondo di cartapesta!”.

Claudia disegna spesso ‘bambine’, ma non è che per lei l’elemento femminile sia più importante di quello maschile: “forse mi viene più naturale dar vita a personaggi femminili perché sono più vicini al mio punto di vista”. Ciò che invece è importante è che non ci siano differenze sostanziali tra personaggio narrato e personaggio illustrato.

“Testi e immagini si completano a vicenda dando ognuno qualche indizio al lettore per farlo entrare nel racconto, stimolare la sua curiosità, lasciando allo stesso tempo spazio alla sua fantasia”.

Ho conosciuto Claudia su segnalazione di un’amica franco-sarda che vive a Strasburgo: le vie di Internet sono infinite e il Dio ‘Net’ ci guarda, a volte, con benevolenza. Sul suo blog ho visto le sue illustrazioni e ho capito che per completare il racconto il suo intervento era essenziale. Claudia Piras ha il senso dell’insieme: parola, immagine, suono, movimento. Equilibrio e completezza ed ecco che il racconto vibra di tutte le sue corde.

Claudia Piras nasce a Nuoro nel 1987. Attualmente vive e lavora a Cala Gonone.

Nel 2011 si diploma all’Accademia di belle arti di Urbino. Nel marzo 2012 si aggiudica il terzo posto al concorso di fumetto “Perdersi a… Esplorazioni urbane a fumetti” organizzato da Flashfumetto. Partecipa al festival di fumetto Lapis in Gurgos a Orosei (NU) come fumettista esordiente. Nel 2013 è tra gli autori dell’auto-produzione GAP, “Ho perso il filo” e si diploma concludendo il biennio di perfezionamento in disegno animato e fumetto alla Scuola del libro di Urbino.

Nel 2014 disegna per il secondo volume di GAP “Mi libro nel cosmo” e per il terzo “La marea”. Illustra “Il ladro di parole” di Gianni Darconza per la giovane Holden Edizioni e pubblica sull’art-zine londinese Tiny Pencil “Death and Resurrection”. Pubblica il libro illustrato ‘Sa Mama ‘e sole’. Sono sue le illustrazioni per ‘Natale di polistirolo’ di Carla Cristofoli, pubblicato a dicembre 2014 dalla Mediterranea Edizioni.

http://www.antas.info/

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