IL COMPLESSO RUOLO DELLA FIGURA PATERNA NELLA SOCIETA’ ATTUALE


di Maria Vittorio Dettoto

Da pochi giorni e’ passata la festa del papà e mi sento di fare una riflessione su quello che è il ruolo di padre oggi.  Già dicendo genericamente padre si possono intendere tante cose. Un tempo il padre era il pater familia, il padre padrone che deteneva ed esercitava la sua potestà sulla consorte e sulla prole. Anche nei bei vecchi tempi, c’erano i figli di NN si diceva: di padre ignoto o figli illegittimi nati al di fuori del vincolo matrimoniale. Dal 1975 con la riforma del diritto di famiglia, la giurisdizione italiana subisce una prima importante modifica che prevede il riconoscimento di eguali diritti di fronte alla legge tra i figli legittimi, nati all’interno del matrimonio e di quelli naturali, frutto di una convivenza. Con la diffusione della fecondazione assistita e l’aumento dei divorzi e delle separazioni, subentrano altre due figure di padri. Il padre “sintetico” padre di figli “sintetici” come sono stati recentemente definiti i bambini fecondati in vitro dagli stilisti Dolce e Gabbana ed il padre acquisito. Il padre acquisito è colui che subentra nella gestione familiare di bambini nati da una precedente relazione della propria compagna o consorte. Il padre acquisito dispregiativamente denominato patrigno, detiene di fatto tutte le incombenze del padre naturale senza vantare sulla prole alcun diritto. Ci sono i padri assenti e quelli presenti. Il padre assente è colui che all’anagrafe risulta abitante nell’abitazione della prole, ma non contribuisce in alcun modo alla gestione della stessa. A volte il padre assente lo è risiedendo in differente domicilio a seguito di separazione dalla madre dei suoi figli.
Spesso e volentieri sentiamo di padri naturali che non danno neppure il mantenimento che sono stati condannati ad elargire da un Tribunale.  E poi c’è il padre presente.  Quello che provvede economicamente ai figli. Che li assiste. Li ama. Fa di tutto per dare loro il futuro migliore e renderli felici. Perché in fondo, la cosa più importante dovrebbe essere questa:la felicità dei bambini. E a loro cosa può importare se a fornirgli quella felicità sia un padre naturale, legittimo, sintetico o un patrigno? L’importante è che siano felici..o no? 

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2 commenti

  1. Bellissime riflessioni.
    I figli alla fine sanno riconoscere chi li ha amati, assistiti, guidati, e accompagnati verso la strada che poi, in maniera più o meno consapevole prenderanno.
    I genitori biologici potranno vantare solo il loro intervento “tecnico”, ma se non saranno stati capaci di fare tutte le cose citate in precedenza prima o poi dovranno pagare i conti che i figli irrimediabilmente presenteranno, trovandosi di fronte forse solo qualcosa di più che estranei.

  2. .Non esiste il padre acquisito né nella forma né nella sostanza, semmai è il compagno della madre oppure è uno che aiuta nell’educazione di figli della compagna. Il padre è quello biologico o quello che adotta un bambino/a. Paragonare il compagno della madre ad un “padre” sarebbe come dire che Lando Buzzanca ha girato dei film che rimarranno negli annali delle opere cinematografiche per i posteri. I figli sanno distinguere tra i padri biologici e i patrigni… e come se lo sanno. E’ vero, esistono padri indegni ma esistono anche patrigni degenerati partoriti da chissà quale demonio (pardon è una metafora). Insomma chi vuole essere “padre” lo faccia per via naturale o per alchemica fecondazione o tramite l’adozione.
    Cordialmente

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