UNA SFIDA VERSO SE STESSO: LA NOBILE ARTE DI MARCO PALA, INTARSIATORE DI LEGNO E SCULTORE DI PIETRA

Marco Pala


di Claudio Moica

Generalmente si dice che gli artisti abbiano un ego molto accentuato tanto da volersi mettere in mostra continuamente. Ma si sa questi luoghi comuni non sempre rispondono alla realtà. È il caso di Marco Pala, artista di Terresoli (fraz. di Santadi), che non amando le luci della ribalta custodisce con grande cura la sua nobile arte di intarsiatore di legno e scultore di pietra. Riservato, timido e soprattutto geloso delle sue creazioni non ama promuoversi tantomeno mettere in vendita i suoi capolavori. La sua passione nasce, grazie al suo carattere tenace e determinato, intorno alla fine degli anni ’90 quando, per vincere una scommessa contro se stesso, decide di scolpire un masso di trachite per fare un “Làcu” (anticamente l’abbeveratoio per gli animali) “Da bambino avevo sempre desiderato possederlo – dice Marco Pala – ma in famiglia non ne avevamo quindi mi sono chiesto se fossi capace di realizzarlo, chiaramente fui schernito dagli amici che non credevano potessi farcela.” Ma il Pala forte della sua ostinazione creò la sua prima opera artistica ricalcando le orme degli antenati nuragici di cui aveva letto in tanti libri, perché una sua prerogativa è la curiosità verso la storia della Sardegna tanto da leggere in modo assiduo. Questa sua passione lo porta a scoprire anfratti, scorci, grotte nascoste ai più dove si cala per sentirsi immerso non solo nella storia ma soprattutto nel silenzio che ama più di ogni altra cosa. “Anche la passione per la speleologia – dichiara l’artista – è stata una scommessa per vincere la paura di dover scendere nelle miniere dove mio padre lavorava.” Il filo conduttore della sua vita è la sfida verso ciò che non conosce ma anche dimostrare a se stesso, prima che agli altri, le sue doti. Proprio per questo, essendo autodidatta, durante un simposio di scultura, tenutosi a Santadi intorno all’anno duemila, ruba visivamente le tecniche di intarsio e con la sua fantasia inizia a decorare i “Làcusu” con dei visi austeri tanto da ravvicinarli per somiglianza alle sculture Fenicie. Raggiunto il suo obiettivo Marco Pala non si ferma e ricorda che l’altro desiderio da bambino era poter avere un “Giuali” (“Giogo” per trazione animale messo ai buoi sulla parte anteriore) “Ai miei tempi “Su Giuali” – confessa il Pala – non serviva solo per trainare ma veniva usato anche come scaccia malocchio perché considerato sacro.” La caparbietà nel voler realizzare anche opere in legno, che lui definisce “gustoso da lavorare”, lo porta a realizzare non uno ma una serie di “Giuali” che conserva gelosamente nel suo laboratorio e in casa. Intorno al 2005 con tutto il materiale prodotto viene fatta la sua prima mostra, in occasione della celebrazione del Matrimonio Mauritano, dove comincia a capire che nessuno è profeta in patria ma lo consola l’attaccamento alle sue opere da cui si distacca sempre con dolore “Perché ognuna di loro ha un significato diverso e vendendola è come perdere una parte di me. Per scoraggiare l’acquisto – prosegue Marco Pala– metto sempre prezzi molto alti.”  La grande passione per la storia nuragica lo porta a lavorare il legno per fare il “maciócu” (bastone usato come arma dai nuragici e successivamente dai pastori sempre come arma da difesa). “Quando vedo un arbusto immagino che figura potrà essere e non mi fermo finché non lo vedo realizzato. È capitato – prosegue il Pala – che mi svegliassi molto presto al mattino per dare vita alle mie fantasie di artista.” Le sue ispirazioni provengono sempre dall’osservazione dell’imponenza della natura per lui “selvaggia e sacra” e la sua scuola sono gli alberi contorti, le fantastiche concrezioni delle grotte naturali, le pietre e i massi delle millenarie civiltà sarde ma anche le colline e i monti che ama scalare. Non ama definirsi “artista” ma “creativo” considerato che la sua arte è legata all’essenza della natura; molte delle sue opere sono di ulivo o olivastro comunque sempre resti di alberi secolari e millenari bruciati nei vari incendi che ogni anno devastano la Sardegna. Dopo gli incendi, Marco Pala, ridà vita a ciò che resta degli alberi bruciati e con cosciente manipolazione e abile arte li rende reali quasi onirici. Attraverso questo impegno tenta di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle gravi conseguenze provocate da un incendio. Chi vuole vedere le sue opere può farlo anche dalla strada che affianca la sua abitazione perché l’esposizione è nel giardino. D’altronde chi ama la natura come Marco Pala non poteva inventarsi una collocazione migliore!

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