LA SARDEGNA E' DONNA: VIAGGIO NELL’UNIVERSO FEMMINILE, PILASTRO DEL FOCOLARE DOMESTICO E NON SOLO


di Mariella Cortès *

“La prima accademia d’arte la feci con le donne del mio paese, quelle che tessevano e impastavano il pane.” Queste parole, pronunciate più volte da Maria Lai, la grande artista di Ulassai scomparsa lo scorso anno, racchiudono uno scrigno di teorie e conoscenze sociologiche. Donne sarde detentrici di antichi saperi, valide e poliedriche insegnanti, gelose dei loro segreti al punto da selezionare coloro ai quali tramandarli ma, anche, pilastri e custodi del focolare domestico. La stessa “Stazione dell’arte”, fortemente voluta dalla Lai, costituisce la trasformazione artistica di un luogo che nei secoli ha rappresentato “sas feminas” e il simbolo del loro lavoro quotidiano. Chi si avventura nella storia della Sardegna non potrà che ritrovare, più e più volte, figure di donne straordinarie che, anche se talvolta non sono entrate a pieno titolo tra le pagine della memoria dei luoghi, ne hanno caratterizzato lo spirito più profondo. Si pensi già al culto della dea madre, alle Domus de Janas, alle due “giudicesse sarde”, Adelasia de Lacon Gunale ed Eleonora d’Arborea, per esempio. A pochi giorni dalla giornata internazionale della donna, la riflessione risulta ancora più necessaria e far riaffiorare dalle pagine del tempo non solo i nomi ma anche i momenti della storia di ogni paese della Sardegna dove le donne sono state protagoniste. Custodi del focolare durante i lunghi periodi di transumanza, abili consigliere, ispiratrici della poesia e dell’arte e artiste al tempo stesso.

Se Maria Lai fu “musa” di Antonio Marras, dall’altra lo scrittore Giuseppe Dessì, dopo aver conosciuto Maria Carta ammise che  “ I grandi uomini della Sardegna sono stati donne”. Pensiamo alla “Madre dell’ucciso” che oltre a decretare il successo di Francesco Ciusa dopo l’esposizione alla Biennale di Venezia del 1907, ridestò l’attenzione sul ruolo del matriarcato in Sardegna. Conosciute come “meri ‘e domo”, erano loro a conoscere i rimedi naturali per risolvere diversi problemi di salute e a saper utilizzare le erbe officinali ma anche, all’occorrenza, praticare il rituale contro il malocchio. Protagoniste della cultura, attive nella società come, per citarne una, Maria Manca, direttore del periodo ottocentesco “La Donna Sarda”, coraggiose  e in cerca di nuovi orizzonti come i personaggi della Deledda, le donne sarde hanno sempre tenuto alto il loro onore senza sentirsi mai inferiori all’uomo. Vediamo oggi, tra i tentativi di uscire dalla crisi, una rinnovata esplosione dell’imprenditoria femminile che si va a declinare in vecchie e nuove tradizioni. 

Daniela Ducato, fondatrice della Edilana, azienda che produce e sviluppa prodotti in lana di pecora sarda per l’isolamento termico e la fono assorbenza con applicazioni nell’edilizia, nell’ecodesign e non solo, appartiene a questa categoria: vincitrice del Good Energy Award 2013, riconoscimento dedicato alle aziende che operano nel settore delle rinnovabili, del premio UE 2013 per il miglior prodotto carbon-free tra gli isolanti naturali ma, anche, del Premio internazionale Donna per l’Ambiente 2013 Mimosa d’Oro (riconoscimento dedicato alle donne che si sono distinte per la salvaguardia del pianeta) e, nel 2011 è stata giudicata la migliore donna italiana innovatrice con l’attribuzione del premio Sette Green Award del Corriere della Sera. Oltre al suo ruolo di imprenditrice, Daniela Ducato è alla guida di “Casa Verde Co2.0”, polo edilizio di 72 aziende di cui quaranta localizzate in Sardegna, che realizza prodotti per la bioedilizia utilizzando come materie prime gli scarti provenienti da altri settori produttivi.

* focusardegna.com

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