TANTI AVVISI DI GARANZIA AI CONSIGLIERI REGIONALI DELLA PASSATA LEGISLATURA: LA POLITICA COME SERVIZIO, NON COME STRUMENTO


di Omar Onnis

Al di là degli aspetti penali (tutti da verificare nelle sedi competenti), c’è da dire che l’indagine in corso delle spese dei gruppi consiliari rispecchia bene la sensibilità etica della classe politica sarda. Una congrega di personaggi mediamente impreparati, dalla visione cortissima e provinciale, ma rapaci e famelici come tutti i parvenues senza risorse spirituali. Esattamente come erano i podatari, i rappresentanti in loco dei grandi feudatari sardi (spesso lontani). Così è la classe dominante sarda da duecento anni. Selezionata sulla base della propria mediocrità e della propria fedeltà ai padroni, non certo per le proprie capacità, né per la propria propensione a curarsi efficacemente degli interessi e delle necessità strutturali della Sardegna.  Non c’è niente di sorprendente dunque nelle squallide appropriazioni di denaro pubblico, destinato all’attività politica, per acquisti pacchiani o per spese personali di varia natura, che stanno emergendo dalle perquisizioni e dagli interrogatori in corso. Rientra tutto perfettamente nella mentalità del maggiordomo, che approfitta di ogni occasione per rubacchiare, per trarre vantaggi supplementari dalla sua posizione privilegiata rispetto agli altri sottoposti, meno prossimi alle stanze del padrone. Ma non serve a nulla reagire a questa scoperta così poco stupefacente con il qualunquismo, la retorica complottista degli anti-kasta a tutti i costi (spesso gli stessi che di favori e clientelismi hanno vissuto fino a ieri, o magari quelli che di politica si sono sempre disinteressati). Serve fare uno sforzo collettivo per liberarci di un’intera classe pseudo-dirigente e sostituirla con persone competenti e oneste, almeno nella media europea. Niente di eccezionale, una buona dose di normalità. Il che non si può certo fare – come pretende il neo-autonomismo sovranista – scendendo a patti con questa stessa classe pseudo-dirigente, mediocre e moralmente labile e facendo carte false per esservi cooptati. L’unica via è la pulizia, la trasparenza, la nettezza delle posizioni, il disinteresse personale, l’assunzione di responsabilità e il coraggio delle scelte, specie di quelle meno comode. Non ci sono alternative. Sperare di farla franca con mezzucci all’italiana, con trasformismi più o meno ben camuffati o con vuote retoriche demagogiche è indice di inconsapevolezza o di cattive intenzioni. Non ce lo possiamo più permettere. Intransigenza morale, capacità progettuale e coinvolgimento degli interessati nelle decisioni e nei processi di cambiamento necessari devono essere la base del nostro riscatto storico (economico, sociale, culturale e politico). Il resto è solo inganno, disonestà e servilismo verso vecchi o nuovi padroni.

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