RICORDANDO IL MARESCIALLO MARIO ARDU, MORTO PER L'ITALIA LIBERA: LA ESECONDA PARTE DEL RESOCONTO DELL'INIZIATIVA A VERONA DEL CIRCOLO "SEBASTIANO SATTA"

Vittore Bocchetta


di Annalisa Atzori

La commemorazione del Maresciallo Mario Ardu, (vedi Tottus in P. 2-5-2013) è stata un’occasione per rendere merito a un eroe purtroppo dimenticato, ma anche un’occasione di approfondimento per tutta quella che era la situazione in Italia, a Verona in particolare, dopo l’Armistizio del 1943.

Il Presidente dei Consiglieri Emeriti Carlo de’ Gresti, nel suo discorso di apertura ha posto l’accento, sull’importante lavoro svolto dall’Associazione Satta di Verona, che con le sue molteplici attività è aperta alla città di Verona, con continue collaborazioni.

Silvano Zavetti, ricercatore appassionato di documenti storici, sta dando da anni un prezioso contributo alla cultura veronese, ricostruendo storie dimenticate o frammentarie, facendo una vera e propria “indagine” degna di un detective. Introducendo la storia di Ardu, ha porto un saluto e un augurio di pronta guarigione a Luigi Sarcheletti, anni 92, purtroppo in ospedale, se presente avrebbe potuto approfondire la storia dell’amico di gioventù Rinaldo Veronesi, morto alla Maddalena combattendo contro i Tedeschi della Wehrmacht, in ritirata (già ricordato nel 2012 dall’Associazione “Satta”, insieme a Meloni e di Carlo Pagliaresi (leggi Tottus in Pari numeri 396, 398 e 400.)

Zavetti ricorda che, nel secondo CLN di Verona, Vittore Bocchetta (tra i relatori della giornata e compagno di prigionia di Ardu) era affiancato dal maggiore Arturo Zenorini e dal maresciallo Mario Ardu, che figurava come consulente militare. Citando un articolo del “Corriere del Mattino” datato 23 settembre 1945, poi sottolinea che Ardu era stato catturato mentre si accingeva a far saltare il deposito di munizioni del Lazzareto, a Verona. La DC lo ricorda tra i suoi uomini migliori del periodo della Resistenza, perché aveva una visione al di là del momento, per un’Italia democratica. Rimarca che questo è un valore aggiunto alla sua memoria. Prosegue con il ricordo di una piccola coincidenza: quando da bambino andava con il padre all’Arsenale di Verona, si soffermava sempre sulla lapide che ricordava i nomi delle persone che hanno dato la vita per la libertà, tra cui spiccava il nome di Mario Ardu, cognome non veronese e quindi curioso per lui.

Altro importante intervento quello di Giulio Segato, per molti anni vicesindaco e assessore della Città scaligera, spiega come l’incontro con Vittore Bocchetta gli abbia risvegliato il passato: alla fine della Seconda Guerra Mondiale a solo 18 anni, fu nominato membro della Commissione di Epurazione, essendo sindacalista della CGIL e dipendente delle Ferrovie dello Stato. Compito della commissione era “epurare” chi era sospetto essere fascista, ma chi poteva cacciare se tutti i suoi colleghi per lavorare avevano la tessera del fascio? In seguito ha letto “Quinquennio Infame” di Bocchetta ed ha visto la Resistenza con occhi diversi, venendo così conoscere una realtà che non era quella raccontata nelle cronache ufficiali. Come ha ricordato più volte Bocchetta “la storia la scrive chi vince, non sempre chi vince ha ragione”, quindi alcuni non trovano posto nella cronaca perché scomodi.

Segato, segnala che è stato istituito nel 1963 il premio “Vittore Bocchetta”, un riconoscimento per l’arte, rappresentato dalla testa di Dante Alighieri, creata proprio da Bocchetta quand’era in America a rilevare l’italianità. Di seguito avanza una proposta per le prossime commemorazioni: ricordiamo anche Emilio Moretto, l’autista del gruppo di sei giovani che il 17 luglio 1944 assaltarono il carcere degli Scalzi per liberare dai nazifascisti il sindacalista e politico Giovanni Roveda (vedi in internet: Giovanni Roveda); Moretto era ferito, la sua auto trivellata dai colpi dei mitra dei tedeschi, eppure riuscì a compiere la sua missione. Gli altri del gruppo erano Lorenzo Fava, Aldo Petacchio, Danilo Preto, Vittorio Ugolini e Berto Zampieri (poi famoso scultore), questi due amici di famiglia dei Solinas. Giulio Segato, abitando nei pressi fu testimone oculare dei colpi di mitra sparati dai tedeschi contro l’auto in fuga.

Giovanni Amaini, che insieme a Zavetti è stato autore di una pubblicazione (uscita nel 2011) nella quale si raccoglie la storia dei 528 consiglieri comunali e sindaci di Verona, dal 1946 al 2010, a proposito degli “scomodi” forse non c’è stata una vera volontà nel non ricordare Mario Ardu, la polvere della storia sommerge i ricordi. Bocchetta però non è d’accordo con quest’affermazione, è convinto che la dimenticanza sia stata invece voluta. Maurizio Solinas rileva che essere della DC, a quell’epoca, non ha aiutato Ardu a essere tra coloro che erano ricordati volentieri …

La commemorazione di Ardu è stata anche occasione di scambio di libri importanti: Michele Castoldi, Assessore alla cultura e turismo del Comune di Lanusei, ha donato un volume di Tonino Loddo su Franco Ferrai, pittore ogliastrino e attivista politico. In cambio, ha ricevuto i volumi “Nell’ombra del forte San Briccio: fatti, storie e racconti” di Corrà, e di Giovanni Solinas “Verona e il Veneto nel Risorgimento”, di essi torneremo a parlare prossimamente. Vittore Bocchetta ha arricchito la nostra biblioteca con i volumi: “Aspirina per Hitler” (cronaca sulle industrie chimiche tedesche ed esperimenti su cavie umane) e “Prima e dopo -quadri 1918/1949”, raccolta di esperienze della sua vita avventurosa.

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