"Kircande sos sardos", il libro di un ricercatore indipendente della storia antica di Sardegna

di Mikkelj Tzoroddu

 

kircande sos sardos è, paradossalmente, un titolo particolarmente attuale. Nonostante stiamo vivendo il terzo millennio dell’era volgare, il passato remoto dei Sardi e della loro terra è ancora nascosto dal buio che avvolge i fatti dimenticati. Essi sembrano cancellati dalla memoria collettiva quasi che l’io della comune coscienza, abbia ritenuto di rimuoverli come qualcosa di pauroso in grado di turbare il quieto vivere.
Se è vero che Cicerone, per motivi che attengono alla propria sfera personale, ci ha tramandato un negativo quadro della popolazione sarda, è altrettanto vero che mai nessuno, che abbia voluto scrivere alcunché sui Sardi, non li abbia tacciati d’inferiorità verso tutti. Dalla lettura dei testi di storia sarda si apprende che il passato della Sardegna non ebbe mai nulla di glorioso, ma al contrario fu perennemente legato a decine di secoli di grandi umiliazioni: colonizzazioni culturali, sconfitte militari, perdita di identità. Ma un Vero Sardo non può credere che tale fosse la realtà. Sa bene che ciò che s’immagina dalla sommità del nuraghe è qualcosa di grandioso, un vissuto senza pari.  Il testo, percorrendo vie inesplorate, riporta in luce il passato del Sardo, restituendogli quella grandezza che ne ha fatto il protagonista del Mediterraneo nel Paleolitico superiore. È in fase avanzata la messa a punto del secondo libro della stessa collana: dal titolo: kircande sos sardos duos – fenici mai esistiti, cartaginesi sempre sconfitti. L’eloquenza del titolo lascia adito a nessun dubbio circa la originalità della trattazione delle tematiche che si intravvedono. Il salto temporale considerevole rispetto alla impostazione del primo è reso necessario dalla impellenza di pubblicare scritti partoriti ormai da anni. Il terzo libro sarà ambientato in quel torno di secoli che si inscrivono nel terzo e secondo millennio a.C. e tratterà della presenza da protagonisti dei Sardiani nell’ambito geografico che unisce Siria ed Egitto.

 

Nella giornata di Domenica 1 Novembre u.s. si è tenuto, nella sala consiliare del comune di Decimomannu (CA), il Convegno  ICHNUSA: Viaggio nel passato (organizzato da Promosardegna e Athenaeum 2000). Tenutosi alla presenza di 75 persone, fra le varie tematiche desideriamo dare conto di un intervento dal titolo «I "Fenici" non sono mai esistiti», trattato da Mikkelj Tzoroddu.  In esso, per la prima volta, in assoluto, si analizzano gli scritti dei maggiori studiosi di cose fenicie degli ultimi ottanta anni, per comprendere se essi siano mai riusciti a dare una precisa e documentata definizione di ciò che si riflette nel lemma "fenicio". Si scopre così che alla cervellotica collocazione temporale, da parte di W.F. Albright, di Fenici e loro cultura, fu offerta universale, non scientifica, prona accettazione. Se chiamati ad una spiegazione della voce "Fenici", sulla Treccani, essi non riescano a darne veruna, come il Levi Della Vida. Se sommersi da critiche pur autorevoli (G. Garbini, H. Pastor Borgoñon, A.Ciasca, W. Röllig) che dichiarano l’impossibilità di definire un popolo o una nazione fenicia, il "papa" Moscati, si dichiara, implicitamente, incapace di ribaltare tale risultanza. Ove la loro traballante certezza ricorra all’aiuto di altri studiosi (H.A. Paraskevaidou, L. Godart),  proprio esso, lungi dal recare l’agognato soccorso,  decreta il crollo di un edificio ormai fatiscente, dimostrandosi pertanto, essere i "Fenici" mai esistiti.

 

Mikkelj Tzoroddu

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2 commenti

  1. Mikkelj Tzoroddu

    Le sono grato infinitamente. Se mi promette di leggerlo e mandarmi un suo commento sui contenuti ed ove Le facesse piacere, appena mi conferma il suo impegno, Le invio il mio primo libro. Nel frattempo La prego di porgere i miei ossequi a Valentina.

  2. mikkelj ,i tuoi libri sono oramai introvabili.non sarebbe il caso di renderli disponibili.grazie.ciao.mauro dessy

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