Sardegna, datti una mossa! A governare l'isola dovrebbero essere gli emigrati

di Vitale Scanu

Vista da fuori, la nostra Sardegna è uno spettacolo. Un spettacolo penoso. Mai un giorno, di tutti quanti Dio manda sulla terra, che passi senza vedere i sardi tutti contro tutti, arrabbiati a coda insù come scorpioni avvelenati, a farsi del male l’un l’altro. Incendi folli, vendette, furti, assenteismo, poltronite e infingardaggine, sporcizia dappertutto, grandi opere lasciate a metà, chimica zero, agricoltura zero, scuola zero (l’ultima in Europa è la scuola sarda), attività politica zero, sabotaggi suicidi… Si lamentano per il lavoro che non c’è. Ma quando un imprenditore coraggioso mette in piedi un’attività che dà da vivere a decine di famiglie, gli incendiano i macchinari. Il giorno dopo sono in piazza a scioperare per il lavoro che non c’è. Shakerate il tutto e avrete la Sardegna di oggi. Perciò qualcuno ha lanciato una proposta. Si tratta di accessoriare il cervello di certi poveri sardi di una suoneria, tipo telefonino. Così possono ritrovarlo più facilmente, in caso di smarrimento. C’è infatti un regresso spaventoso di civiltà e di buon senso che obbliga a chiedersi dove mai sia finito il cervello di certi sardi. Sembra che il ragionamento più efficace per dirimere le questioni sia ormai il fuoco doloso (in Ogliastra e per le vie di Cagliari ci sono veri specialisti), le bombe, le prevaricazioni e le rivalse paranoiche in una gabbia che neanche riescono a tener pulita. Un minimo di stima per se stessi, via!

Sempre in disaccordo col mondo intero: con i punici, con i romani, con gli spagnoli, con i piemontesi e… tra loro stessi, senza riuscire a concludere un cavolo di sostanza, pure avendo ragioni storiche da vendere. I danneggiamenti che non hanno fatto i colonizzatori durante i secoli di sfruttamento riescono a causarli questi sardi analfabeti civici. Guardate il parlamento regionale: sembra più una caldera in continua ebollizione che un luogo di confronto e concertazione democratica: è il litigatoio regionale. Politica, infatti, per i nostri parlamentari, è "andar contro", urlare, insultare, annullare l’avversario, che abbia ragione o no. E intanto "er popolo se gratta", come dice Trilussa. Poche carogne di piromani, rovinando ingenti beni pubblici e privati, riescono oggi a tenere in ostaggio tutta un’isola e a farne zimbello davanti a tutti. Per questa gentaglia andrebbe bene il castigo che Dante riserva ai simoniaci (Inferno, canto XIX): conficcarli con la testa in giù nella terra (che hanno danneggiato) a passare così il tempo. Logico che l’unica cosa che quelli di fuori ci invidiano siano solamente le bellezze naturali (quelle che non riusciamo a danneggiare…), col mare attorno, e girino al largo dai sardi inconcludenti e litigiosi, che non hanno costanza né danno affidamento negli impegni (sardi venales, ci chiamava il signor Cicerone Marco Tullio). Chiaro che gli investitori mettono in conto queste tare, prima di impegnarsi in un’avventura industriale in Sardegna con quei sardi che, pur di danneggiare "il nemico" fanno male anche a se stessi, si pestano i piedi da soli pur di causare un danno alla persona tirriada. Sembra quasi nel DNA di certi sardi l’essere vendicativo, testardo, permaloso, inconcludente ("Chi mi ddu fai fai!…). Sardegna, datti una mossa. Svegliaaa! In un mondo che sempre di più si sta globalizzando, i sardi sempre più si stanno chiudendo in loro stessi, nelle loro divisioni e nelle loro piccinerie litigiose. Non esiste altro che il proprio orticello, non sanno stare uniti e restano sempre al palo di partenza. Altro che fortza paris! La Sardegna, ad esempio, è la regione che più di ogni altra ha favorito la nascita di nuove Province e nuovi Comuni. E’ stato creato un Comune di qualche centinaio di abitanti, Erula (SS), che viene chiamato "Stazzi uniti d’Europa", perché composto di quattro case ravvicinate. Questo è segno di un puerile campanilismo e di un individualismo chiuso che sconfina nella barzelletta. Si dice che a Sorso, si facciano i fuochi d’artificio di giorno, per impedire a quelli di Sennori, Comune a quattro passi, di vederli. Si ride, ma questa è la mentalità. Così i più abistus sono gli emigranti, che scappano disgustati, e fuori della Sardegna possono vantare scienziati e personaggi di grande valore internazionale in ogni capo di attività, perché? Perché fuori della Sardegna hanno monetizzato quei talenti che nell’amata isola non sono riusciti a valorizzare. Tomasi di Lampedusa esortava i siciliani ad abbandonare la Sicilia prima dei 17 anni, prima di assorbirne i difetti. Avesse avuto un po’ di dimestichezza con i sardi… A governare la Sardegna ci dovrebbero essere gli emigrati con tutta le loro esperienze professionali, le vaste vedute e i valori civici che hanno acquisito fuori, rimboccandosi le maniche e lavorando, ma lavorando…; oppure gli Svizzeri. Così mi diceva un "continentale" sulla nave: "La Sardegna diventerebbe la California d’Italia se eliminasse quelle sue tare ataviche". Vallo a dire ai sardi residenti! Che avesse ragione Cicerone, quando diceva di non poter vedere i sardi; o gli spagnoli quando ci deridevano perché siamo "locos y desunidos"? Siamo così stupidi e ridicoli che andiamo in giro a sventolare la bandiera del colonizzatore, del nemico. E meno male che non ci chiedono la bella storia di quel drappo, che non è nostro e non rappresenta nessuna pagina della nostra storia di sardi. Incredibile! Credo che i sardi siano gli unici al mondo a fare una cosa del genere.

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