Sondaggio, commenti e testimonianze scritte: su "Tottus in Pari" è plebiscito Soru!

di Sergio Portas

  

A me pare che Renato Soru continui nell’opera  (non so quanto cosciente) di rompere gli schemi della politica con cui aveva iniziato la sua avventura, autocandidandosi a capitanare lo schieramento di centro sinistra nella precedente tornata elettorale regionale. Il miracolo è che non abbia ancora pagato dazio, che né la destra e né la sinistra l’abbiano espulso come corpo estraneo alla logica che presiede il balletto politico che da una quindicina d’anni va in scena  nei teatri delle lande italiane. Dà un fastidio tremendo ad entrambi gli schieramenti. Intanto perché si presenta come "altro", proveniente dalla società civile, non intenzionato a fare carriera politica per denaro. Anzi ci rimette del suo a non occuparsi di business, come prima. Poi perché non usa piegarsi a logiche spartitorie di partito, non tenendo in calo che i voti provenienti dall’uso accorto di determinate clientele valgono quanto e più degli altri. Non parliamo poi di questa sua tendenza a non voler vedere (quasi) mai l’interesse primario del partito stesso, che consiste nel suo perpetrarsi nel tempo, sempre, anche a scapito degli elettori  e di quelle anime candide (opinionisti, giornalisti indipendenti, pochi ma ce ne sono ancora) che mica si debbono preoccupare di essere rieletti, loro, e quindi si possono permettere sfoggi di moralismo che chi vive di sola politica deve accantonare come l’ultima delle priorità. "Primum manducare, deinde philosophari". Questa storia poi di non voler ricandidare nelle sue liste (come fossero cosa sua personale) chi abbia già occupato per più anni i prestigiosi e remuneratissimi scranni istituzionali, beh questa è proprio volersi dare la zappa sui piedi. In un qualsiasi partito italiota, da rifondazione alla lega, uno così verrebbe caldamente consigliato di rivolgersi urgentemente ad annose sedute psicoanalitiche. Prima di ripresentarsi nelle competenti sedi. Che nel suo di listino ci metta poi un sacco di donne di valore, senza minimamente tener conto che in Italia per "quote rosa" si intende la candidatura di splendide figliole che sgambano di solito nei talk-show televisivi e sono, quando va bene, il cinque per cento di tutti i posti disponibili, maschiamente e virilmente occupati come da prassi più che annosa. Com’è che il cosiddetto centro sinistra lo va a ricandidare? Ma per disperazione, naturalmente. Il partito più forte, si fa per dire, il PD è quell’ectoplasma che ha visto metà dei suoi votare contro una delle leggi più caratterizzanti l’intera legislatura, mettendoci del suo (l’altro è opera del "governatore") per mandare a casa tutto il consiglio regionale e andare a votare anticipatamente, seppur di pochi mesi, ma con l’alea mortale di non essere, dio non voglia, più rieletti. Che se quel matto di Soru viene sconfitto male che gli vada se ne torna a dirigere Tiscali, magari a mettere su alberghi stellati a Funtanazza o a giocare a fare l’editore con "L’Unità". Ma se uno non fa più il consigliere regionale cosa gli tocca dal destino crudele? Correre per l’elezione a sindaco di Figu? Implorare un posto in una  qualche sottocommissione se si butta dall’altra parte della barricata vincente? Sono tragedie personali e "strategie politiche" che i comuni mortali neanche riescono a immaginare! E gli altri partiti, i "più deboli", quel misto fritto di sardisti, neocomunisti, verdi commissariati, improbabili socialisti mai morti, cosa volete che facciano loro? Andranno a Lourdes a pregare che la salute del Renato sanlurese continui a reggere, che diversamente sperare di battere il cosiddetto Popolo della Libertà (con un candidato diverso da Soru) sarebbe indice sicuro di quel trauma psichico che prima andavamo imputando al campidanese nostro. Perché è evidente che, dati  per conosciuti i mezzi mediatici con cui in Italia si sposta il voto non ideologico degli elettori senza casacca (il 30% del totale): parlo naturalmente delle tre reti personalmente in possesso del Presidente del Consiglio, le tre reti Rai che svolgono, da sempre, "servizio pubblico" largamente spostato a destra; il sistema giornalistico e della grande editoria tutto (tranne Repubblica e qualche giornaletto "di sinistra" che vende poche decine di migliaia di copie ed è sul punto di scomparire per inedia di lettori) è saldamente nelle mani del Cavaliere. Le statistiche internazionali di "libertà di stampa" ci vedono largamente in fondo al gruppo dei peggiori arrancare per acciuffare il posto del Burkina -Faso.  Neanche Nembo Kid vincerebbe mai un’elezione contro uno simile schieramento. E’ successo al buon Prodi giusto due volte perché si veniva da anni in cui il Cavaliere ne aveva combinate talmente tante, col suo governo, che era proprio impossibile scordarsele tutte e praticamente era come avesse fatto, per anni, campagna elettorale contro se stesso, esattamente come in questo periodo del resto (vedi Alitalia, Expò milanese, riforma gelminiana ecc. ecc.). Ma che c’entra il Cavaliere, direte voi, che il vero antagonista risponde al nome di Cappellacci Ugo. Gli è che il signor Cappellacci che in politica ci sta invece da sempre, l’ha respirata, come in molte famiglie italiane usa, fin da bambino, e quindi sa benissimo che, se si mette a correre da solo contro quell’ircocervo di Soru, non ha la minima probabilità di vincere. Ma chi lo conosce? E’ mai andato da Fabio Fazio, o alle "invasioni barbariche"? E allora,che fa: si mette a urlare a squarciagola che leverà ogni tassa possibile e immaginabile, darà lavoro a duecentomila, trecentomila, disoccupati, farà arrivare in Sardegna un altro gasdotto dalla Russia senza passare dall’Ucraina (Berlusconi ha già telefonato al suo amico sovietico, che lui esecra il termine comunista). Insomma i programmi elettorali, si sa, valgono per il giorno che li si scrive.  Anche fosse davanti a un prestigioso notaio come Vespa Bruno, giornalista indipendente. Allora tocca mettersi nelle mani di Lui, il Cavaliere prossimo re d’Italia, e se si perde un poco la faccia, beh il fine giustifica i mezzi. Si comanderà in compenso  per cinque anni in Sardegna e su tutte le sue coste. In scorno al WWF e agli amanti del cervo sardo, che tra parentesi dà un prosciutto che levati! Come voteranno i sardi residenti  non mi è dato di sapere, certo qui in Continente non ci sarebbe gara: Soru Huber Halles! Nell’isola fatata però tutto può succedere. Visto il robusto vento che spira da destra nell’intero  orbe terraqueo, visto l’apparato mediatico che può squadernare il Puparo di Castellacci, il miracolo vero sarebbe che Soru riuscisse a vincere la partita. A dispetto di tutti, compresi i "suoi". Uno più sardista di lui non lo si vedeva dai tempi di Lussu, se scomparisse dall’orizzonte politico della scena nazionale (come  Riccardo Illy) lascerebbe un vuoto di sincera nostalgia.

 

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2 commenti

  1. Anna Greca Uccheddu (Giba)

    L’Associazione Culturale “Luciano Loi” di Giba nasce nel 1974 con l’intento di riscoprire quelle tradizioni che andavano perdendosi In 35 anni di attività ha partecipato alle più importanti manifestazione folkloristiche e religiose della Sardegna e si è fatto conoscere ed apprezzare nelle varie piazze italiane ed estere dove si è esibito. L’abito presentato è frutto di un’accurata ricerca iniziata negli anni 70 che continua ancora oggi; i costumi sono fedelmente ricostruiti sulla base dei numerosi capi originali risalenti a metà 800 e primi del 900 arrivati sino ai giorni nostri. L’abito è di fattura molto semplice e rispecchia l’economia povera del paese, ed è tipico del Sulcis-Iglesiente; il costume maschile si differenzia dagli altri costumi in Sardegna per i pantaloni lunghi sino al ginocchio, Is Craccionisi, e per la particolarità di essere quasi completamente nero, in contrapposizione con l’abito femminile, molto colorato, elegante e austero nella sua semplicità. Il gruppo ha un piccolo repertorio di canto e un vasto repertorio di balli fra i quali grande importanza ha, su ballu de praccia o ballu de Giba, Danza dai passi e coreografie molto semplici tipici dell’area del Sulcis di cui Giba fa parte.

    Sperando in un Vostro gentile riscontro V?invito a contattarmi al numero telefonico 0781964636 e sarò disponibile per darvi qualsiasi informazione.

    Vi saluto cordialmente.

  2. Claudia Zedda (Cagliari)

    Salve, vi scrivo in quanto ho di recente pubblicato il mio primo saggio che tratta di tradizioni sarde. Il titolo è Creature fantastiche in Sardegna. Attraverso il mio sito potete ottenere info aggiuntive in merito al testo, nel caso un cui foste tanto gentili da volermi aiutare nel pubblicizzare l’opera. In ogni caso vi ringrazio e vi saluto con cortesia. Per contatti cla.zedda@alice.it

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