Curata da Manlio Brigaglia, è l'opera che racconta la storia della Sardegna

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TUTTI I GIORNI DELLA SARDEGNA I primi due volumi di quest’opera sono la riproposizione di quell’Effemeride sarda che Pietro Meloni-Satta scrisse e pubblicò la prima volta nel 1877 con l’editore sassarese Giuseppe Dessì, e raccontano i fatti sardi dal 238 aC fino alla fine ‘800; gli altri due, riguardano la cronaca isolana di tutto il ‘900 fino al 2006, con il titolo di Cronologia della Sardegna contemporanea e sono curati da Salvatore Tola. Tutta l’opera comunque si avvale dell’attenta regia d’uno storico di vaglia come Manlio Brigaglia, ormai assai noto per i suoi interessanti studi sulla storia isolana oltre che per la sua assidua collaborazione, come editorialista di punta, dei quotidiani sardi. Si tratta, quindi, di un’opera di grande interesse, a cui le due introduzioni di Brigaglia offrono nuove conoscenze ed intriganti riflessioni su com’era e com’è la Sardegna. Anche perché ha dato, soprattutto all’opera di Pietro Meloni-Satta, una visione più articolata e leggibile della ponderosa mole di notizie raccolte. Manlio Brigaglia è un ottimo e collaudato conduttore di opere collettanee, oltre che scrittore chiarissimo ed avvincente. Nell’opera "Tutti i giorni della Sardegna", Brigaglia pone gli avvenimenti sardi all’interno di una più generale "storia italiana", in modo che il lettore possa collocarli, con facilità, in uno scenario meno limitato e, spesso, ingannevole. Le indicazioni di Brigaglia aiutano, quindi, a meglio comprendere come la storia isolana sia in qualche modo sorella, di quell’Italia, con la quale condividerà molte delle gioie ed anche parecchie dei dolori o delle penitenze, come quelle legate alla seconda Grande Guerra Mondiale all’inizio degli anni ’40. Nel mezzo c’è la Sardegna entusiasta d’autogoverno e vogliosa di riscossa federalista dei reduci "sassarini" ed anche quella in camicia nera, più legalitaria,ubbidiente e centralista, dei "fascio-mori" transfughi dal Psd’Az. Ma anche quella della prima rinascita, voluta dalla redenzione agraria, con la bonifica integrale, delle terre paludose dei campidani oristanesi. Ed ancora, proprio per seguire il ciclo degli anni, la fondazione della città del carbone – Carbonia – simbolo di quella politica autarchica che intendeva fare una nazione autosufficiente in economia. Ci sarà poi la guerra, con le sue iniziali privazioni e, a seguire, con i suoi drammi e le sue morti, per via dei bombardamenti nemici che feriranno a morte Cagliari principalmente, ma anche Olbia ed Alghero. Passano quindi dinanzi agli occhi, scorrendone le pagine, quei primi quattro decenni del secolo che avrebbero visto l’isola cambiare pelle. Proprio per l’abilità di Manlio Brigaglia, è dato di vivere – o di rivivere a seconda dell’età di ciascuno – momenti e fasi importanti della nostra storia, anche perché le rievocazioni sono descritte con una scrittura piana e scorrevole e  impastata di obiettività storica. Il dopoguerra ricollega al quarto ed ultimo volume dell’opera, che porta il lettore dall’istituzione della Regione autonoma al nuovo millennio. E’ importante che le vicende sarde trovino sempre la loro collocazione entro uno scenario più vasto. Così la contemporaneità della guerra in Corea, dell’accordo di Roma per l’unità europea o dell’assassinio di Dallas, s’interseca con i primi esperimenti d’autogoverno sardo. Seppure la piaga del banditismo continui a rendere insicure vaste zone della Sardegna interna (la cronologia intercetta le gesta malavitose di Pasquale Tanteddu e di Graziano Mesina) qualcosa sembra muoversi in senso modernizzante. Perché è la "rinascita" – cioè gli interventi pubblici destinati a favorire lo sviluppo socio-economico dell’isola – a monopolizzare l’interesse delle forze politiche e popolari. Spunta l’industrializzazione come nuova frontiera: la Sir di Rovelli assume nel 1962 le prime maestranze per lo stabilimento di Porto Torres. Sono i passi delle strategie industriali che orienterà verso la petrolchimica l’attività produttiva sarda. C’è dunque, nelle pagine di questo diario, tutta la grande come la piccola storia dell’isola, ed è quindi di grande interesse averlo nella biblioteca di casa. Non mancano le pagine sull’elezione dei due sardi divenuti Presidenti della Repubblica, Antonio Segni e Francesco Cossiga, ed anche quelle, assai fredde, delle lunghe siccità e dei drammi occupativi. Il lungo percorso cronologico arriva poi fino all’elezione a governatore dell’isola del patron di Tiscali, Renato Soru.

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