IL RICONOSCIMENTO PER I SARDI IN GIRO PER IL MONDO CON L’INSEDIAMENTO DELLA CONSULTA DELL’EMIGRAZIONE

Martedì 28 gennaio 2025 nella sede dell’Assessorato del lavoro della Regione Sardegna, presieduta dall’Assessora Desiré Manca, si è insediata la nuova Consulta regionale dell’emigrazione sarda. L’organismo raccoglie rappresentanti del variegato universo dei sardi nel mondo, costituito sia dagli eletti dalle associazioni dell’Italia continentale e all’estero sia dai rappresentanti del volontariato sardo di questo ramo, dai sindacati e dagli esperti nominati dal Consiglio regionale. Come primo adempimento la Consulta ha eletto i componenti dei suoi organi, cui è stato confermato come Vice Presidente Vicario Domenico Scala, dirigente svizzero che da diverse legislature ottiene il consenso dei componenti dell’organismo per rivestire questo ruolo. Con esso l’Ufficio di Presidenza che, oltre al Presidente e al Vice presidente Vicario, è composto dall’altro Vicepresidente, Pierpaolo Cicalò, e due altri consultori, l’argentina Marga Tavera e l’australiano Fausto Zanda. Per la prima volta e a sorpresa il massimo organismo non si avvale della presenza della più vasta organizzazione dei sardi, quella italiana.

La nuova Consulta si insedia in un momento in cui la ripresa dei flussi migratori dalla Sardegna assume dimensioni analoghe a quelle massicce del Secondo Dopoguerra, riguardando in particolare giovani istruiti e adulti in possesso di titoli professionali che si spostano spesso con relative famiglie; e ciò senza trascurare il flusso dei tradizionali pensionati che si trasferisce in paesi dove l’assegno pensionistico italiano vale molto di più che in Sardegna. Questa situazione emergenziale non poteva non essere colta dai consultori che, chiamati a dare il loro parere sui programmi della Regione, hanno accolto positivamente l’inserimento di linee politiche e progetti che mirano a recuperare al territorio regionale sia i recenti expat, siai discendenti dei precedenti emigranti, ma anche i migranti più anziani soprattutto nella misura in cui, provenendo dalle aree più ricche del mondo occidentale, il loro reddito (Scala ha parlato di alcuni miliardi di Euro) può costituire un’opportunità di arricchimento per l’isola, in particolare per le aree interne colpite dallo spopolamento in cui fossero eventualmente stimolati a risiedere.

Naturalmente non poteva non trovare spazio l’analisi dello strumento associazionistico che, con le sue iniziative, consente di collegare più organicamente le istanze dei sardi all’estero con quelle dei residenti, sia per razionalizzare meglio gli interventi regionali sia per creare ricadute sinergiche a beneficio di tutti. Nessuno ha professato al riguardo del facile ottimismo perché a tutti è nota la crisi che attraversa in ciascuna sua espressione il fenomeno associazionistico che, nel campo specifico dell’emigrazione, fatica a saldare vecchie con nuove generazioni. E ciò poiché queste ultime notoriamente preferiscono le aggregazioni social rispetto a quelle tradizionali. Come pure nelle parti più avanzate del mondo occidentale i nostri expat trovano difficile fare programmi diversi dal continuare a risiedere dove si sono recati e hanno trovato maggiori opportunità economiche e di realizzazione rispetto alla Sardegna. Questa, infatti, si fa sempre meno attrattiva per la mancata soluzione di alcuni problemi strutturali, come i trasporti esterni e interni, il lento tracollo dell’apparato industriale a fronte di un terziario che avanza e a tacere della fatica a garantire un sistema sanitario moderno, e in genere i servizi, come ha bene sottolineato l’assessora/Presidente della Consulta, Manca. Tutti fattori che non consentono a chi è divenuto manager e imprenditore all’estero di fare progetti di rientro nella terra di origine.

La stessa Assessora a chi chiedeva che si accelerasse la presentazione di una nuova legge di interventi nel settore, così come previsto nel Piano Triennale dall’Amministrazione elaborato per il 2025/2027 su cui la Consulta era chiamata a formulare il parere di legge, ha garantito che si farà carico di questo problema ponendo in termini politici la sua priorità. Infatti, ha condiviso la preoccupazione dei consultori che l’attuale meccanismo legislativo, nella sua visione assistenziale e scarsamente meritocratica favorisce il riduzionismo delle attività e il crearsi di posizioni di privilegio all’interno del sistema a discapito della qualità e dell’interesse generale.

In buona sostanza la seduta di questa Consulta ha registrato ancora una volta la fiducia di tutti i partecipanti nell’istituto regionale pronto a trasformarsi nell’impegno e nella volontà di partecipare alla costruzione di un popolo ancora più unito in nome di una vocazione universalistica che si è costruita nel tempo grazie all’antica e nuova emigrazione di sardi.

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