“CERCANDOCIELI”, L’ULTIMO LIBRO DI ROSSANA COPEZ: UN MEMOIRE PERSONALE, POLITICO, PSICOLOGICO ED ESOTERICO

di GIUSEPPE CORONGIU

Un libro affascinante, diverso, di una donna che mette in discussione se stessa e la sua vita, ma anche un documento storico collettivo. Un memoire personale, politico, psicologico ed esoterico.

Rossana Copez, signora-ragazzina della cultura cagliaritana (almeno, io la vedo così), con ‘Cercandocieli’ ci regala un gioiello preziosissimo a molte dimensioni. Come un elegante forziere-cofanetto che si presenta lieve all’esterno, mentre al suo interno nasconde molti doppifondi ruvidi e soffici, eleganti e crudeli, gotici e romantici, con carezze e coltelli a fare da fodera.

Inutile cercare un tesoro finale, un senso compiuto o una sorpresa agnitiva: il prezioso sta nella ricerca, così come nella vita ciò che conta, il senso, sta nel viaggio, non nella meta. Rossana racconta, senza badare troppo a una trama narrativa, brandelli della sua interessante e spinosa vita. Lo fa in maniera lieve: preferisce sfiorare i petali che mettere a fuoco le spine. Lei è così del resto, per chi la conosce.

A fare da collante a fatti, persone e vicende una coppia d’eccezione: da un lato la morte, il dolore, l’ombra tenace della sofferenza e dall’altro l’io narrante della donna-bambina che non si arrende mai al gravame del destino, che cerca sempre la salvezza, i suoi cieli, “Cercandocieli” appunto, dove la scrittura senza stacchi canonici suggerisce lo sperimentalismo della stessa ricerca interiore. Rossana si spende senza veli, con coraggio: nuda al giudizio dei suoi contemporanei attraverso i ricordi delle note e meno note vicende personali che diventano anche una testimonianza di ambiente storico.

La generazione dei boomer che inventa la contestazione giovanile, gli Anni Settanta cagliaritani, il PCI con i suoi miti e riti chiesastici, la famosa sezione Lenin, la tragica disillusione di un’ideologia che tradisce i suoi stessi seguaci e li relega alle loro prosaiche difficoltà quotidiane dopo i sogni di gloria sovietici, cinesi o semplicemente berlingueriani. Due mariti e una figlia arricchiscono il percorso familiare di una donna-fanciulla (che scopriamo essere collegata spiritualmente a una ragazzina bretone in un’altra vita, Brigida) destinata fin da giovane dal fato a una vita non comune (il curioso stacco di un cornicione di granito che la ferisce in testa e la elegge simbolicamente).

Gianni, il primo marito, dirigente politico, dopo la stagione della felicità e dell’amore, impazzisce, e poi si suicida gettandosi nel vuoto e gettando nell’abisso anche i sentimenti feriti di Rossana – Brigida. Ma nonostante l’ammantare sinistro della morte, prevale come sempre la voglia di cercare un altro cielo e arriva Sergio.

Lui per Rossana è un nuovo uomo, una felicitá ritrovata dai riccioli impertinenti e il padre di sua figlia Jenny. Per noi, per tutti gli altri, è Sergio Atzeni, scrittore grandissimo, che post mortem, solo post mortem, è stato considerato il più grande della fine del secolo. Prima, anche lui, insieme a Rossana si scontra con le meschinità della società sarda del potere respingente e del conformismo. Una realtà avvilita dalla subalternitá isolana che disconosce i suoi figli migliori ed esalta i mediocri. Sergio non resiste, fugge. Abbandona, pur nel dolore, Rossana e la piccola Jenny per seguire la sua dolorosa e eroica strada: essere scrittore e non fare lo scrittore soltanto. Poi, anche lui, è travolto dalle onde del destino del mare sardo che, come quello bretone, curiosamente, è sponda di minoranze linguistiche minacciate (patrie entrambi delle fiabe più belle d’Europa, di cui peraltro i due si occupano insieme, almeno di quelle sarde). La narrazione di Rossana si sposta sul versante della letteratura sarda, su quel laboratorio artigianale di scrittura a due da cui sorgerà poi un intero mondo narrativo.

Cercandocieli è anche, in queste pagine, la quinta scena privata e nascosta della vicenda di Ruggero Gunale, alter ego di Atzeni. Anche in queste dolorose e malinconiche pagine, Rossana non si sottrae al cruento esercizio della sublimazione del dolore in esperienza, saggezza e arte. Si scortica l’anima in pubblico per noi, senza paura, con coraggio e generosità. Però anche le pagine delle ricerche estreme di numerologia, sedute spiritiche, esoterismo, ipnosi et similia, sono dipinte con leggerezza e sobrietà.

È per questo che l’opera merita una larga diffusione: da vicenda personale che scava nel profondo della psiche, lo sguardo si allarga e Rossana diventa testimone del tempo, del suo tempo. Ma anche del nostro. Una cosa importante: la nostra memoria collettiva di sardi attraverso le vicende di una signora della cultura predestinata (dal cornicione di granito e dalle sue stesse scelte) che cercando costantemente il suo cielo, ci invita a cercare il nostro. Senza paura, per trovare la nostra felicità possibile: in alto. Con leggerezza, nonostante il dolore.

Da leggere assolutamente.

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3 commenti

  1. E tutto vero. Un libro che ti scassa il cuore. Ti prende l , anima e ti costringe, fino alla fine, a stringerti a quelle pagine dove la vita scorre fra le tue dita come una preghiera di dolore e di infinita felicità. Rossana è una scrittrice che usa le parole che non sono mai scritte ma vissute, vere perché vera ed autentica è stata ed è la sua esperienza umana. Un libro che fa soffrire ma che aiuta a riprendersi la vita.

  2. In lista di lettura: non vedo l’ora

  3. L’ho letto , bella recensione, illustra molto bene i contenuti del romanzo autobiografico.

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