di Battista Saiu
Durante la nostra breve permanenza in Sardegna, siamo stati bloccati ad Alghero dalla protesta del “Movimento Pastori Sardi” organizzata presso alcuni aeroporti in concomitanza con l’arrivo dei turisti in vacanza nella nostra Isola. Superati i primi momenti di disagio, abbiamo voluto scambiare alcune parole con gli scioperanti per capire le ragioni della loro lotta. Ci siamo qualificati come Sardi che vivono in Continente. Riconosciuti come fratelli, hanno riassunto i motivi della loro lotta in poche parole: vogliono continuare a lavorare in Sardegna, non hanno intenzione di lasciare le loro terre, la nostra terra in mano a speculazioni a quanti vorrebbero che abbandonassero luoghi e lavoro ereditato dai padri. Una protesta dignitosa e composta di chi non vuole cedere al ricatto imposto dai cartelli delle grandi industrie lattiero-casearie con l’inaccettabile prospettiva di nuova emigrazione. A guidare le manifestazioni, Sindaci coraggiosi scesi in piazza a fianco dei loro concittadini indossando la fascia tricolore dell’ufficialità. Molti di loro ci hanno chiesto di far conoscere le ragioni della loro lotta consegnandoci uno scritto che di seguito trascriviamo.
Battista Saiu
Manifesto del “Movimento Pastori Sardi”
Pastori, da oltre un mese in tutta la Sardegna abbiamo organizzato tantissime assemblee per capire se da parte di tutti i pastori vi fosse la volontà di affrontare una nuova battaglia per cambiare una situazione vergognosa che da troppo tempo sta portando il nostro comparto allo sfascio e all’estinzione. Ebbene abbiamo capito che questa volontà esiste. Ed è talmente radicata in tutti noi che niente potrà fermare la nostra lotta. Siamo coscienti di non avere altre alternative per impedire l’inevitabile e completa rovina delle nostre aziende e delle nostre famiglie. In queste assemblee con il contributo di tutti voi è nata una sorta di piattaforma Politico-Economica che dovrebbe dare soluzione e rilancio all’intero comparto pastorale.
Ora questa piattaforma la sottoponiamo a tutti voi.
1° – Ripristino immediato, per un periodo limitato di pochi anni, del meccanismo delle restituzioni comunitarie destinate al mercato Americano e Canadese, unico strumento possibile per svuotare i magazzini della nostra industria casearia senza creare buchi di bilancio.
Se ciò no bastasse lo Stato invece di dare soldi ai paesi poveri (soldi che finiscono sempre nelle tasche dei loro affamatori) distribuisca alle popolazioni povere formaggi.
2° – Progettare e costruire nel territorio regionale 5/6 centri di stoccaggio con possibilità di bonifica e refrigerazione del latte come unico strumento di forza per dare ai Pastori la possibilità di offrire all’occorrenza il latte nell’intero mercato europeo, liberandoli così dal monopolio dei trasformatori locali che da sempre impongono le loro condizioni e prezzi da fame per i Pastori.
3° – Abbattere i costi di trasporto applicando la continuità territoriale già riconosciuta dall’Unione Europea.
4° – Impedire alla trasformazione privata o cooperativa di vendere il latte anziché trasformarlo.
5° – Rimodulazione del P.S.R. (Piano di Sviluppo Rurale) spostando le risorse dall’asse 1 all’asse 2 cioè dagli investimenti produttivi agli interventi delle misure Agro-alimentari (indennità compensativa), questo per impedire che soldi destinati ai Pastori finiscano nelle tasche di venditori e progettisti.
6° – Attuazione della norma “De Minimis” strumento finanziario previsto per erogare importi senza la necessità di notificare il provvedimento presso l’Unione Europea, portandola dagli attuali settemila euro a quindicimila come per il settore vaccino.
7° – Inserimento dei comuni cosiddetti avvantaggi nell’elenco dei comuni svantaggiati, per dare a questi la possibilità di beneficiare dei provvedimenti su menzionati.
8° – Dare la possibilità alle aree irrigue di utilizzare l’acqua a costo zero per la coltivazione di foraggere per uso zootecnico (medicai, etc.) condizione indispensabile per ridurre i costi di alimentazione del nostro bestiame.
9° – Realizzare piccoli mattatoi comunali o zonali per valorizzare le nostre carni e togliere il monopolio a pochi
commercianti che hanno azzerato il valore delle nostre carni.
10° – Utilizzare le energie rinnovabili non per costruire serre ma per dare energia a tutte le aziende Agro-Pastorali. Per fare questo è necessario che la Regione costituisca una società ad hoc con il compito di elettrificare tutte le aziende sarde. Se non si fa questo solo pochi potranno beneficiare di questa moderna tecnologia.
11° – Moratoria per almeno due annualità dei contributi previdenziali come richiesto e ottenuto in Francia.
12° – Ristrutturazione dei debiti scaduti e in scadenza di Agricoltori e Pastori e delle loro strutture di trasformazione in un lungo periodo 20/30 anni, dando così una possibilità concreta alle aziende in difficoltà di rimettersi alla pari con le altre imprese.
Questi sono i punti di una prima piattaforma di cose che chiediamo.
A questi punti se ne aggiungeranno altri da qui a Settembre, quando una grande Manifestazione di Pastori di tutta la Sardegna attraverserà le vie di Cagliari. In attesa della manifestazione di Settembre tra Luglio e Agosto, visto che da parte di tutti c’è entusiasmo il Movimento Pastori Sardi organizzerà diverse iniziative per tenere alta l’attenzione sui nostri problemi. Tutti i comitati della Sardegna sono pregati di dare ampia diffusione a questo volantino, invitando tutti i pastori a dedicare una intera giornata allo svolgimento dei lavori. Pastore sardu non t’arrendas como!