di ROSY MASSA
Il 24 giugno scorso, nella Villa Baldino di Torre Grande, si è tenuta la presentazione dell’ultimo libro di Gino Camboni Le voci di Sant’Andria. L’evento è stato curato dall’Associazione culturale Hathor, presieduta da Bruna Manai, che ha fatto anche da moderatrice nella presentazione del libro.
“L’ultimo romanzo di Gino Camboni, è da considerarsi come la nuova tappa del suo percorso interiore – sottolinea nella prefazione Barbara Fois, che continua mettendo in evidenza il fatto che questo sia un libro duro e amaro, dove – la critica di alcuni aspetti della parte più anacronistica della società sarda barbaricina, diventa un forte atto di accusa dell’ipocrisia, della violenza e della crudeltà di cui quella società è ancora intrisa”.
Le voci di Sant’Andria, secondo credenze popolari, si levavano dal colle dei fantasmi, un rilievo di granito, nelle immediate vicinanze della strada principale del paese, dove secondo la gente apparivano le anime e si udivano i lamenti delle persone che avevano subito una morte violenta.
Erano semplici paure, oppure veramente si verificavano delle visioni e apparivano delle ombre inquietanti, o era un modo come un altro, per far riflettere le persone sulla caducità della vita e sulla capacità umana di costruire inferni, odi, atrocità, deliri di onnipotenza, come strumenti di dominio?
Fa delle considerazioni molto profonde la presidente dell’Associazione Culturale Hathor, Bruna Manai. organizzatrice dell’evento, quando sottolinea che “da che mondo è mondo, i montanari più che gli abitanti delle amabili pianure, sono considerati selvaggi, amanti del rischio, della violenza, della guerra e portati ai comportamenti estremi. È un retaggio biblico, che attribuisce il primo omicidio dal tempo della creazione, ad un pastore su un contadino, come a dire che tra il pastore e la violenza a cui si lascia andare sul fratello, c’è un altro personaggio, senza volto, di un potere insondabile, che appartiene a un ordine di realtà molto diverso. La violenza provoca violenza – spiega ancora Bruna Manai – la spirale innescata, non si disfa tanto facilmente e questo vale anche per quanto riguarda l’immaginario e la percezione di sé e dell’altro”.
Quindi, le voci di Sant’Andria, rappresentano le voci di colore che sono morti di morte violenta e che col loro pianto tormentano senza fine i vivi.
In pratica, il racconto di Gino Camboni, affronta un tema antico e doloroso della storia dei Sardi e non solo, perchè quello che l’autore mette in risalto, riguarda anche il resto dell’umanità.
Come sempre molto bravo e innamorato della sua terra.
Ho letto e apprezzato il testo ricco di riflessioni sulla società sarda di ieri e di oggi degne di approfondimento soprattutto tra i giovani. Ho vissuto ogni pagina del libro con intensa emozione.