di DARIO DESSI'
Nei primi anni della seconda guerra mondiale, il Fairey Swordfish fu il principale aerosilurante della Marina Militare del Regno Unito. Era un biplano con una fusoliera realizzata con tubature metalliche ricoperte da un intelaiatura di tessuto. Aveva un motore Bristol Taurus che produceva una spinta di 1065 hp e il suo equipaggio era composto dal pilota, da un osservatore e da un mitragliere marconista che volava esposto agli elementi. Quel velivolo sobrio, ma affidabile, soprattutto in pessime condizioni atmosferiche, veniva impiegato a bordo di piccole portaerei.
1 agosto 1940
Nel corso dell’Operazione Hurry, mentre la flotta della Royal Navy si avvicinava alle coste della Sardegna, allo scopo di distrarre l’intervento di aerei italiani e tedeschi era stata programmata un incursione di aerei, decollati dalla portaerei Ark Royal, su Cagliari, che già a partire dal mese di giugno era diventata un avamposto di guerra.
La Sardegna, era un isola indifendibile, anche se, forse con troppa fantasia, qualcuno continuava a considerarla la portaerei italiana nel mar Mediterraneo. Nella mattinata di un venerdì assolato e afoso mentre la Forza H inglese navigava a circa 150 miglia dalle coste sarde, dalla portaerei Ark Royal si levavano in volo nove Swordfish. ( (2/8/40 Fleet Air Arm incursione su Cagliari.)
Quei biplani aerosiluranti e bombardieri, ormai antiquati, una volta giunti sull’ idroscalo di Elmas, lo sottoposero a mitragliamento e bombardamento con spezzoni esplosivi e incendiari.
Il bollettino N. 55 del 3 agosto annunciava lievissimi danni: un morto e tre feriti, l’abbattimento di un velivolo nemico e la cattura di un altro assieme al suo equipaggio.
In realtà furono colpite alcune strutture aeroportuali, tra le quali un aviorimessa e una riserva di munizioni, furono danneggiati quattro idrovolanti e feriti otto avieri. Il morto citato nel bollettino era un marinaio di 26 anni, Antonio Piras.
Costui, mentre era di sentinella in una garrita lungo il molo principale del porto di Cagliari, esplodeva alcuni colpi di moschetto contro i velivoli incursori che volavano a bassa quota sull’acqua.
L’osservatore, a bordo di uno dei velivoli nemici, ebbe tutto il tempo di prendere la mira con la mitragliatrice di bordo e di ucciderlo con una raffica di colpi.
L’eroico marinaio fu, in seguito, insignito di medaglia d’argento.
Della formazione di Swordfish, due velivoli non rientrarono a bordo della portaerei.
Uno, abbattuto dalle mitragliere della MILMART (Milizia Marittima d’Artiglieria), sprofondò in mare, l’altro, circondato dalla caccia italiana, che si era alzata prontamente in volo, fu costretto ad atterrare nelle campagne di Bacu Abis nei pressi di Carbonia, con la conseguente cattura dell’equipaggio composto da due aviatori.