di BRUNO CULEDDU
Già presentata con successo all’ultima Festa del Cinema di Roma e al Catania Film Fest, l’opera prima di Giovanni Zoppeddu “Diario di Tonnara” è diventata uno straordinario caso cinematografico.
L’Istituto Luce-Cinecittà ha infatti deciso di portarla nelle sale italiane in un lungo tour che partirà da Milano per toccare poi Roma, Torino, Firenze e, più capillarmente, la Sicilia (Palermo, Agrigento, Catania, Trapani, Messina, Siracusa, Sciacca, Marsala) e la Sardegna (Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Porto Rotondo, Alghero).
“Diario di Tonnara” si ricollega per respiro stilistico alle opere dei grandi documentaristi italiani come De Seta, Quilici e Alliata. Attingendo anche ai filmati dell’Archivio storico Luce, racconta tra tinte oniriche e sprazzi di realtà la vita di una comunità di pescatori. Ilfilm è un inno alla fatica del vivere, ma anche alla naturale propensione di una comunità alla tradizione e al rito. Rais, tonnare e tonnaroti rappresentano il centro da cui si dipanano i racconti di un tempo passato che, grazie al potere del cinema, riemerge magicamente dall’oblio.
Giovanni Zoppeddu, regista oristanese (classe 1983) trapiantato in Sicilia, per realizzare il suo primo film si è ispirato all’omonimo libro di Ninni Ravazza. Scrittore e uomo di mare (ha vissuto in passato ben venti stagioni di pesca nella tonnara di Bonagia), Ravazza fa da voce narrante di tutto il racconto. Nel cast emerge la figura del rais Pio Solina di Bonagia, uno dei grandi interpreti dell’epopea delle tonnare. È stata ripresa anche la tonnara di Carloforte, ancora in attività, col giovane capo mattanza Luigi Biggio.
“In Sardegna, la mia terra d’origine” – ha scritto il giovane regista – “sapevo che esisteva una sacca di resistenza a Carloforte, un piccolo lumicino in mezzo al buio che dovevo seguire per avere il quadro completo. Fu in quella tonnara che ritrovai il lavoro vero, quello di avventurosi ventenni ed esperti attempati che continuavano a portare avanti, con ottimi risultati, una tradizione. Il lavoro ovviamente era cambiato. Si era trasformato grazie all’automazione che aveva sostituito la tradizione. Ma non del tutto. A Carloforte ritrovai la scaramanzia, la religiosità, il vivere assecondando i tempi naturali e soprattutto il senso di comunità”.
C’è tanta Sardegna anche nel team che ha realizzato il documentario. Claudio Marceddu è il direttore della fotografia, Maria Chiara Sanna e Maurizio Abis sono gli operatori di ripresa mentre Edoardo Sirocchi è il fonico di presa diretta. Hanno inoltre lavorato al progetto Marco Cabitza (location manager) e Simone Murru (macchinista).
Calendario delle prime proiezioni:
Milano – Cinema Spazio Oberdan
– Sabato 6 aprile ore 19:00
– Lunedì 8 aprile ore 19:00
– Venerdì 12 aprile ore 17:00
Roma – Nuovo Cinema Aquila
– Lunedì 8 aprile ore 21:00