di Giampaolo Porcu
Sono trascorsi, già, quindici anni dal giorno in cui, un gruppo di sardi residenti a Vercelli e ben integrati nel suo territorio, hanno dato vita all’Associazione culturale sarda “Giuseppe Dessì”, per testimoniare l’attaccamento alla propria terra e, nel contempo, divulgare, far conoscere le storie dell’Isola, le sue antiche tradizioni, e il carattere forte e tenace di quelle popolazioni che hanno anche contribuito, nel tempo, al consolidamento e alla difesa della Nazione Italiana, dei suoi valori civili e religiosi e della sua sovranità. E così, per festeggiare quest’anniversario, di cui tutti vanno orgogliosi per i successi conseguiti con iniziative mirate nei vari campi della storia, della tradizione e della cultura, è stata organizzata la sesta edizione de “I tesori della tradizione”. Quest’anno la manifestazione è stata arricchita con alcune novità che hanno trovato un gradimento della cittadinanza oltre ogni più rosea aspettativa. Insieme alla tradizionale esposizione di manufatti dell’artigianato è stata proposta la lavorazione dal vivo della ceramica, del tessile e dell’ossidiana. Non sono mancati i piatti tipici, come il solito degustati con gran soddisfazione del numeroso, affezionato pubblico locale. Le novità di rilievo sono state due: Il Seminario “Bandiere arancioni” e il Coro di Aggius (Galletto di Gallura). Per quanto riguarda la manifestazione all’aperto, la mattina e il pomeriggio delle due giornate in programma, vanno sottolineate, per l’interesse suscitato, le esibizioni di Giorgio Cannas di Terralba, ricostruttore d’asce, ricercatore, ed esperto nella lavorazione dell’ossidiana, un materiale che in Sardegna si trova in grandi quantità. Sempre in centro, anche Leonardo Steri, già noto ai vercellesi, ha intrattenuto e incuriosito il pubblico con l’impagliatura delle sedie, scannetti e cestini, effettuata sempre dal vivo. Rita Gabriella Lutzu, Giovanna Maria Lutzu e Aurora Addis, d’Aggius, non sono state da meno di quanti le hanno precedute nell’intrattenere i curiosi vercellesi esibendosi con i telai manuali, mostrando anche quello più piccolo, posseduto nel comune laboratorio. Naturalmente, la manifestazione è proseguita confermando il successo di tutti gli espositori e degli esecutori di lavorazioni artigiane e, perché no, artistiche (Cannas). Il seminario, “Bandiere Arancioni”, è stato un gran successo per i contenuti degli argomenti trattati. Graditissimi e applauditi gli interventi dell’Assessore comunale alle Fiere e Mercati, pari opportunità Ketty Politi, sempre ospite ambito nelle manifestazioni del Circolo Sardo e del vice Presidente del Consiglio Comunale cittadino Gianni Marino. Erano anche presenti i coristi di Aggius, i giornalisti locali e l’affezzionato pubblico, attento e sempre interessato ai nostri programmi. La serata è stata aperta dal Presidente della “Dessì”, Galdino Musa, che ha ringraziato ospiti e pubblico e raccontato per sommi capi la storia dell’Associazione che guida quasi da dieci anni. Ha ricordato l’impegno e il lavoro che, insieme ai validi collaboratori del sodalizio, ha svolto, senza soluzione di continuità, per mantenere sempre vivo il legame con la terra di Sardegna e, nel contempo, diffondendone valori tradizionali e culturali. Giampaolo Porcu, moderatore del Seminario, terminati i preliminari, ha dato la parola a Marino Ibba, assessore alla cultura del Comune di Sardara e responsabile regionale dei comuni sardi “Bandiere Arancioni”. Egli ha spiegato i contenuti e i valori dei simboli rappresentati dalle “Bandiere arancioni”. “Bandiere” assegnate dal Touring Club Italiano ai Comuni, anche come moderno veicolo per comunicare la tradizione. In Sardegna espongono, con giustificato orgoglio, le “Bandiere Arancioni”, ben sei Comuni: Sardara, Aggius, Gavoi,La coni, Oliena e Galtellì. Marino Ibba ha colto l’occasione per raccontare le notevoli e importanti testimonianze storiche custodite dal suo Comune. Sardara, infatti, ha una sua memoria nuragica e impronte importanti medioevali tuttora evidenti. All’interno del centro storico di Sardara si può ancora osservare un pozzo nuragico e altri insediamenti protosardi risalenti a circa 1600 anni fa. Infine, Marino Ibba, tornando ai tempi nostri, ha ricordato che a Sardara è attivo un Centro termale noto in Italia e in Europa. Gli applausi della sala hanno concluso il primo intervento. Secondo oratore, Gian Piero Leoni, consigliere comunale, nonché componente del quartetto vocale di Aggius, come da programma, ha descritto i contenuti del Museo del banditismo sardo, e raccontato detti, curiosità e storie che ruotano intorno alle vicende antiche e moderne dei fuori legge della terra di Sardegna. Anche per Leoni applausi scroscianti. Ha chiuso gli interventi Giorgio Cannas (già citato in apertura). Egli, avvalendosi delle diapositive, su grande schermo, ha parlato delle tecniche di scheggiatura, vale a dire, l’utilizzo dell’ossidiana dalla preistoria all’età dei metalli. Applausi. Chiusa la prima, intensa giornata della manifestazione, si è così arrivati a domenica mattina, alle ore 11 nella chiesa di S.Paolo, naturalmente in Vercelli. Qui il Coro di Aggius (Galletto di Gallura), ha cantato la messa in latino, con gran gradimento di tutti i presenti per quel canto corale antico e caratteristico, quei “bassi” profondi e potenti e quelle variazioni con “diminuite” e “dissonanze” vero virtuosismo vocale eseguito esclusivamente dal Coro di Aggius, in Sardegna e nel mondo. Nel corso della messa è stato cantato il “Kirie”, il “Gloria”, il “Sanctus” e l’”Agnus Dei”. Ha chiuso il rito domenicale il canto dell’Ave Maria “Deus ti salvet Maria”. Il Coro era costituito da Giampiero Cannas, Gian Piero Leoni, Antonio Nicolò Leoni, Serafino Pirodda e Giacomo Martino Spezzigu, tutti di Aggius. E siccome, restando in tema, “tutti i salmi finiscono in gloria” la manifestazione si è conclusa con un cenone allestito nell’ampia, ospitale sede sociale della “Dessì”.Una festosa serata tra corregionali e ospiti vercellesi, conclusa con gran comunione di sentimenti e d’amicizie vecchie e nuove, emozioni e qualche “lacrima sul viso”.
grazie per la tua cortese disponibilità
Uun fraterno abbraccio