di Giovanni Runchina
«Sono andata via dalla Sardegna non perché fosse impossibile restare ma perché ho avuto l’opportunità di partire». Carla Ivana Oppo, 30 anni, laurea in Fisica all’università di Cagliari, è esaminatrice di brevetti all’UEB (Ufficio Europeo dei Brevetti) a L’Aja.
All’estero da sei anni e mezzo, la scienziata cagliaritana è manifesto vivente della generazione Erasmus. «Durante l’ultimo anno della laurea specialistica ho seguito un semestre di lezioni all’università Joseph Fourier di Grenoble, in Francia, dove mi sono trattenuta altri sei mesi per svolgere parte della tesi specialistica all’ESRF (European Synchrotron Radiation Facility). Sono tornata a Cagliari per discutere la tesi in fisica della materia condensata sperimentale, subito dopo sono ripartita per la Germania, a Gottinga, dove sono rimasta quattro anni per un dottorato di ricerca in fisica dei semiconduttori».
Nel 2012, la svolta, durante una conferenza a Dublino: «Ho conosciuto un esaminatore di brevetti dell’UEB, da quel momento la mia visione di brevetto si è capovolta». Curiosità verso il nuovo che è stata la molla per cambiare traiettoria professionale. Tuttavia nell’intraprendere il nuovo percorso, Carla ha fatto affidamento soprattutto su una solida preparazione linguistica e scientifica: «Le domande di brevetto sono analizzate in inglese, in francese e in tedesco, le tre lingue che avevo appreso durante la carriera universitaria. La mia candidatura è cominciata online sul portale dell’UEB, passata la selezione sul curriculum sono stata contattata via Skype per la verifica delle competenze e delle motivazioni; poi sono andata a L’Aja per affrontare un ulteriore colloquio tecnico e una prova psicologica, alla fine è arrivata l’offerta di lavoro».
Complessivamente l’UEB ha 7mila dipendenti di oltre trenta nazionalità che lavorano in cinque sedi: L’Aja, Monaco di Baviera, Berlino, Vienna e Bruxelles. In Olanda dall’aprile dell’anno scorso, Carla fa parte del team di esaminatori di brevetti. «Le nostre mansioni sono molteplici e aumentano con gli anni. Le responsabilità di base sono quelle di ricerca e di esame delle domande ricevute. Per i neo assunti l’UEB prevede una formazione di due anni che combina lezioni frontali in classe con l’affiancamento, sul campo, di colleghi esperti. Le difficoltà maggiori sono legate alla responsabilità di capire gli aspetti innovativi, le potenzialità e le possibili applicazioni della richiesta di brevetto. Ma il responso finale è sempre preso da un organo collegiale, la commissione esaminatrice, che è composta da altri due esaminatori oltre a quello che ha condotto la ricerca. Chi possiede un brevetto ha il diritto legale di decidere chi può e chi non può sfruttare la sua invenzione a scopi economici ed industriali. In linea generale perché un’idea sia brevettabile è necessario che sia nuova, inventiva e impiegabile industrialmente; le scoperte o le teorie scientifiche così come i metodi matematici non sono brevettabili».
Nel 2015 l’UEB ha consegnato 238077 rapporti di ricerca, 122949 decisioni a seguito d’esame e 3713 decisioni a seguito di opposizioni. Dall’Italia sono arrivate quasi 4mila richieste di brevetto e il nostro è stato il Paese europeo con l’incremento maggiore, in numeri assoluti siamo al nono posto al mondo.
Un lavoro delicato che poggia su un complesso mix di abilità e di competenze: «La facoltà di Fisica di Cagliari mi ha fornito un ottimo bagaglio ma la preparazione non basta, serve pure una buona dose di determinazione. Come in tutte le cose della vita, tentare non nuoce mai!».
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