di Carmen Salis
“Io Saba sardo da millenni architetto e docente di architettura archeologo per gioco navigatore per poesia un giorno ho visto un luogo e ve lo racconto…”
Giorgio Saba, cagliaritano, architetto e docente ci introduce così alla lettura del suo libro Scusi, dov’è L’Ade? edito da Amicolibro Edizioni.
Giorgio, lei non è un archeologo e sottolinea di non correre il rischio di diventarlo, ma per formulare nuove ipotesi sulla storia del Mediterraneo non sono bastate passione e curiosità… Conosco molto bene la professionalità degli archeologi, non fosse per altro, per aver frequentato il primo anno del corso di Perfezionamento in Archeologia della Sardegna; alcuni dei miei compagni di studi poi sono veramente diventati archeologi; hanno competenze sui metodi di scavo e sanno riconoscere e catalogare i reperti. Io non possiedo queste competenze. Leggo molto, ma sono un onnivoro: di tutto un po’. Le nuove ipotesi sono il risultato di un diverso metodo di ricerca. Mi sono posto nel ruolo di un navigatore che utilizzi le informazioni in suo possesso per cercare di raggiungere una meta. Questa volta sono stato fortunato e ho raggiunto le località che cercavo.
Parliamo della mitica Atlantide che secondo le fonti si sarebbe trovata davanti alle colonne d’Ercole. Chiunque abbia letto Timeo e Crizia di Platone sa che i due libri (uno è incompleto) sono veri e propri trattati scientifici di cosmogonia, chimica, storia e geografia (d’altronde filosofia vuole dire “amore per la scienza), la filosofia, intesa come morale, è sì presente, ma è solo una parte del contenuto di quei testi. Comunque confermo: secondo me (e non solo secondo me) l’Isola Iperborea / Atlantide si trova esattamente davanti alle Colonne d’Ercole, quelle vere che ho individuato e che vi farò vedere sul libro. Trovate le Colonne è gioco facile rinvenire anche l’Ade, l’Eliseo, l’isola di Erizia e il suo Giardino dalle poma d’oro, la casa di Oceano e altro ancora. Ho anche elaborato una spiegazione logica dell’appellativo di Isola Iperborea che, come è facile intuire, non disloca i suoi abitanti nei mari del nord.
Un libro che alimenta non solo la curiosità ma anche forse le polemiche. Trattare argomenti che conservano certezze tramandate nei secoli potrebbe significare esporsi con coraggio alle critiche. Sono consapevole delle polemiche sarcastiche e feroci che la pubblicazione del libro “Scusi, dov’è l’Ade?” mi avrebbe attirato addosso come un parafulmine. Proprio per questo motivo le mie ipotesi, formulate nel lontano 2011, hanno visto la luce dell’editoria solo nell’aprile 2016. Ma in questi anni di riflessione ho accumulato numerosi indizi, basati non su complicate elucubrazioni astrologiche, o interpretazioni esoteriche; bensì su verifiche metriche e parametriche, nel rispetto di descrizioni che ci vengono tramandate, attraverso i millenni, dall’opera di cronisti di diverse epoche e diverse aree geografiche. Quando questi indizi diventano così numerosi e così precisi da adattarsi come un guanto ad una ben precisa area geografica, la Sardegna sud occidentale, intuisco che potrei aver colto nel segno.
Che cosa l’ha spinta a proporne la pubblicazione? Il desiderio di restituire alla nostra Isola una parte non trascurabile della sua storia. Vogliamo anche cercare una motivazione pragmatica? Eccola: se le ipotesi che formulo nel libro venissero confermate, si darebbe una boccata d’ossigeno ad una zona economicamente depressa, che ha le carte in regola per divenire una meta turistica non solo balneare, ma culturale e monumentale.