di Francesco Manca
È un avamposto della cultura e delle tradizioni sarde in Francia. L’associazione Sardinia di Grenoble da trent’anni organizza eventi per promuovere l’isola con un occhio particolare per l’Ogliastra visto che a presiederla è Mina Puddu, natali a Loceri, che combatte ogni giorno dell’anno per superare le difficoltà che i circoli degli emigrati devono affrontare per parlare di Italia al di là delle Alpi. L’ultima impresa è stata la manifestazione Canti, musiche e cultura di un Popolo, che si è svolta nella capitale dell’Isère dal 15 al 18 marzo. Tra gli ospiti la scrittrice Pia Deidda, autrice del racconto “E cantavamo alla luna”, ambientato al bosco Seleni di Lanusei, paese dov’è nata. La presentazione del libro, la prima all’estero, è stata anche l’occasione per far conoscere al pubblico sardo-francese i luoghi in cui la storia è stata ambientata, il bosco Seleni con le sue vestigia nuragiche. Un’esposizione che ha affascinato, tra i tanti, lo stesso sindaco di Grenoble, Michel Destot, deputato e prossimo ministro se Hollande, candidato che lui sostiene, batterà Sarkozy nella corsa all’Eliseo. Al primo cittadino è stato donato un libro su Lanusei. L’infaticabile Mina ha allestito una manifestazione ricca di spunti d’interesse, che ha visto anche la partecipazione del gruppo folk San Salvatore di Escalaplano e la presentazione del libro di Valentina Usala “Passo a quattro mori”. Uno dei momenti più toccanti è stato l’incontro con le comunità siciliana e pugliese, in occasione del pranzo conviviale seguito alla messa domenicale nella Missione cattolica, durante il quale si sono esibiti il chitarrista Bruno Noli e la cantante Virginia Pisu, accompagnati da Jonathan della Marianna alle launeddas. Successo anche per i prodotti sardi, tra i quali la birra Seleni del birrificio Ilienses del giovane imprenditore lanuseino Andrea Macis.
Incassato l’ennesimo successo della sua gestione, la presidente sta già preparando le nuove iniziative legate alle giornate italiane a giugno, settembre e novembre. «In questo lavoro – racconta – ci sono gioie e dolori: le prime sono rappresentate dalla riconoscenza e dal supporto che ci danno le istituzioni, tra cui il Consolato, l’Istituto di Cultura italiana della Regione, l’Aitef; i secondi sono i problemi, soprattutto economici, che dobbiamo affrontare; la Regione paga solo da metà anno i contributi mentre noi dobbiamo anticipare le spese (e qui gli affitti sono molto alti) già da gennaio». Da quando a Grenoble è stato soppresso l’istituto di cultura le associazioni devono farsi carico anche di questo aspetto. «Vorrei che chi è rimasto nell’isola ci aiutasse di più a promuovere la Sardegna, per far sì che i giovani possano restare a vivere e lavorare nella loro terra». E auspica una maggiore coesione degli operatori economici per una promozione più efficace. «Se ci fossero l’unità e la volontà – dice – sono pronta ad attivarmi per organizzare manifestazioni di alto rilievo».