LO SCRITTORE CLAUDE SCHMITT (PARIGI 1939), “SARDO DI CUORE” DAL 1975, HA TRADOTTO IN FRANCESE IL VOLUME DI MANLIO BRIGAGLIA “IL MEGLIO DELLA GRANDE POESIA IN LINGUA SARDA”

di PAOLO PULINA

Un ampio scritto autobiografico dello scrittore francese Claude Schmitt (Parigi 1939) è pubblicato nel volume da me curato per la F.A.S.I.-Federazione Associazioni Sarde in Italia e per l’Assessorato del Lavoro della Regione Autonoma della Sardegna e che ha per titolo Nel ricordo di Domenico Alberto Azuni (1749-1827), a 270 anni dalla nascita, rassegna di autori sardi che hanno scritto sulla Francia e di autori francesi che hanno scritto sulla Sardegna: atti delle tre giornate internazionali di studi: La Ciotat (Marsiglia), 19 maggio 2019; Rivoli (Torino), 28 settembre 2019; Pavia, 26 ottobre 2019), Pavia, Tipografia Popolare, ottobre 2019.

Tutte le 244 pagine del libro sono leggibili collegandosi a questo link:

https://www.fasi-italia.it/doc/progetti/nel-ricordo-di-azuni/Nel_ricordo_di_Domenico_Alberto_Azuni.pdf .

Nelle righe conclusive del suo testo (datato maggio 2019) su “Genesi , ricezione e posterità di Sardaigne au coeur, premio Sardegna 1976”, Schmitt, dopo aver elencato le numerose opere di autori sardi (Sergio Atzeni, Emilio Lussu, Francesco Masala, Salvatore Niffoi, Bachisio Zizi) già da lui tradotte in francese, scrive: «Il mio “work in progress” attuale – e ciò mi riporta all’inizio di questa avventura – è la traduzione dell’antologia di Manlio Brigaglia Il meglio della grande poesia in lingua sarda (edizioni Della Torre), pubblicata a Cagliari nel 1975, lo stesso anno della mia scoperta appassionata della Sardegna».
Il riferimento «all’inizio di questa avventura» (cioè il viaggio in Sardegna del 1975 e la pubblicazione del volume Sardaigne au coeur) si spiega se si legge un altro brano dello scritto di Schmitt: «Fortuna volle che fosse appena uscita in francese la traduzione di un’opera di genere enciclopedico, dal titolo esplicito La Sardaigne, piena di grandi foto arricchite con testi colti e allettanti! A quell’epoca, il suo autore mi era sconosciuto quanto la Deledda. E ciononostante Manlio Brigaglia sarebbe diventato non solo un “personaggio” di Sardaigne au coeur, ma pure un interlocutore attivo e costante per quanto riguarda l’esistenza e anche la posterità del libro, sul quale si era così pronunciato: “Schmitt attraversa la Sardegna cogliendone veramente, come dice il titolo di questo libro amico, il cuore più segreto e più nuovo».

Ora che è uscita la sua traduzione in francese dell’opera di Manlio Brigaglia col titolo  Le grands classiques de la poésie en langue sarde (Paris, L’Harmattan, collana “Poètes de cinq continents”, 2020, pagine 248, euro 22,00, www.editions-harmattan.fr), Schmitt  con legittimo orgoglio dichiara che ha dato concretezza al progetto enunciato nel maggio 2019. Per la traduzione, dedicata affettuosamente alla memoria del prof. Brigaglia, Schmitt esprime ringraziamenti a Susy Lella.

Nella quarta di copertina compaiono due note, una sull’opera e l’altra sul prof. Brigaglia.

1) «Quando i Sardi non si esprimono in italiano, parlano in limba, in sardo, lingua molto antica. Tuttavia è solo dal XVI secolo che è accertata la comparsa di una “poesia sarda” propriamente detta: cioè una poesia in lingua sarda scritta e stampata, come noi possiamo leggerla oggi e come si è perpetuata, sia nella pratica di alcuni poeti sia nel cuore e nella memoria di quelli che la leggono. Questa antologia contiene le biografie e le opere di dodici poeti tra i più celebri in Sardegna [Gerolamo Araolla, Pietro Pisurzi, Padre Luca Cubeddu, Don Baignu Pes, Francesco Ignazio Mannu, Efisio Pintor Sirigu, Diego Mele, Melchiorre Murenu, Paolo Mossa, Peppino Mereu, Pompeo Calvia, Antioco Casula “Montanaru”. NdR], per la prima volta tradotti in francese».
2) «Manlio Brigaglia (1929-2018) è stato professore nel liceo “Azuni” di Sassari, docente universitario, storico e giornalista. A tutti questi titoli ha aggiunto quello di curatore editoriale presso la casa editrice Della Torre di Cagliari, per la quale ha pubblicato questa antologia, indispensabile raccolta di base per conoscere alcune delle figure più rilevanti della poesia in lingua sarda».

Ricordo personale legato ai testi pubblicati nell’Antologia sui grandi poeti in lingua sarda tradotta da Claude Schmitt

Agli inizi delle vacanze dell’estate 1966, il mio impegno scolastico coronato da ottimi voti, anche in italiano, alla fine della seconda Liceo all’ “Azuni”, e qualche scritto giornalistico per la “Pagina dei giovani” curata da Alberto Pinna per il quotidiano “La Nuova Sardegna” furono sicuramente alla base della decisione del professor Brigaglia di convocarmi, con un lettera, a Sassari.

Il professore mi parlò del bando del Premio “Ozieri” che per l’edizione 1966 prevedeva un riconoscimento anche economico per un’opera di saggistica su “La vita economica e sociale della Sardegna nella poesia dialettale” ed io, sardofono, avrei potuto indagare le poesie in limba pubblicate sul quotidiano “La Nuova Sardegna”, sulla rivista “S’ Ischiglia” e quelle  premiate nelle precedenti dieci edizioni dell’ “Ozieri” per verificare il “rispecchiamento” che i temi del Piano di Rinascita avevano avuto in esse negli anni 1963-1965 (naturalmente dovevo partire dalla base documentaria costituita dagli accadimenti più significativi verificatisi nell’isola nei tre anni presi in esame e registrati dal quotidiano).

Fui lusingato dal fatto che il professore avesse scelto me per un lavoro così impegnativo, ma da giovane non ancora diciottenne e timoroso di non essere all’altezza dell’incarico, manifestai le mie resistenze ma, alla fine, incoraggiato dal professore e confortato dalla sua fiducia, accettai di mettermi alla prova.

Le difficoltà della raccolta dei dati – a causa della chiusura, durante il periodo estivo, anche delle biblioteche maggiori – furono superate: il professore mi venne in aiuto facendomi aprire le porte dell’archivio della “Nuova Sardegna” (non avrei potuto altrimenti né riassumere i fatti della cronistoria né schedare le poesie pubblicate) e mettendomi a disposizione a casa sua, a Sassari, in via Marsiglia 34, le raccolte poetiche in lingua sarda degli autori contemporanei e le riviste che avevano affrontato il tema del ruolo della poesia in limba nella società isolana (“Ichnusa”, “Il Democratico”, di cui il professore possedeva l’ intera collezione rilegata). Ebbi anche la possibilità di consultare le pagine dattiloscritte che il professore, in quel torno di tempo, aveva scritto e letto per Radio Cagliari (si veda la sua prefazione al volume in cui sono raccolte, Il meglio della grande poesia in lingua sarda, che, dopo la prima edizione del 1975,ha conosciuto e continua ad avere notevole fortuna editoriale:  «Si trattava di prendere i poeti grandi del passato e leggere i loro testi più importanti, premettendoci, o inframmezzandoci,  un commento che, insieme a notizie essenziali sulla loro biografia, doveva  comporre il ritratto biografico e letterario del personaggio»).

Per quanto mi riguarda, sudando le classiche quattro camicie, riuscii a completare, in due mesi di intenso lavoro – giugno e luglio 1966 –, un saggio di 123 pagine dattiloscritte che la giuria non ritenne che meritasse il premio in denaro ma che fu comunque dichiarato degno di una “segnalazione speciale” e del premio di un artistico bronzetto sardo. Il saggio ha preso la forma  di un libretto a stampa che ha per titolo La poesia dialettale in Sardegna negli anni 1963-1965 : con appendice bibliografica 1982 (Pavia, Tipografia Popolare, pagine 48, novembre 1982).

Claude Schmitt con il gatto Aramis

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2 commenti

  1. Lavoro encomiabile! Grazie Paolo

  2. Grazie mille e mille per il bellissimo articolo che mi rende ancora più orgoglioso della mia fatica !

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