
di GIANRAIMONDO FARINA
Laddove nasce un circolo sardo, è la Sardegna che continua a vivere ed a diffondersi. Con la sua cultura e la sua tradizione. Accogliamo, nella famiglia del mondo dell’emigrazione sarda, il Circolo Culturale Sardo d’ Imperia. Parliamo di una grande di donna, di notevolissima cultura. Madre di Italo Calvino. Nasce a Sassari nel 1886 da famiglia ogliastrina per parte di padre, Giovanni Battista Mameli, ufficiale dell’Arma e parente discendente di Goffredo, martire del Risorgimento ed autore del “Canto degli Italiani”, il nostro Inno Nazionale. Per parte di madre, Maria Maddalena Cubeddu, è invece di origine di Ploaghe, imparentata con il canonico
Giovanni Spano, il padre dell’archeologia sarda. La famiglia Mameli- Cubeddu, quindi, dopo Sassari, si trasferirà, per volontà paterna, a Cagliari. Nel capoluogo isolano Eva infrangerà uno dei primi tabù dell’epoca: quello che vedeva riservata ai soli maschi la possibilità di frequentare i pubblici licei. E questo avverrà soprattutto grazie al padre ed alla sua ferrea volontà di fare studiare tutti i suoi figli. Anche le donne. Qualcosa di rivoluzionario nell’educazione familiare dell’epoca. Per giunta in Sardegna. Cagliari sarà la città dove Evelina si laurerà nel 1905 in Matematica. Dopo la morte del padre, avvenuta ad Iglesias, dove la famiglia si era temporaneamente trasferita, Evelina emigrerà a Pavia, per stare accanto al fratello Efisio. Efisio Mameli diventerà protagonista assoluto della vita accademica della città del Ticino, prima come docente di Farmacologia e prorettore e, poi, nella vita politica. Non a caso sarà tra i fondatori del Partito Sardo d’Azione. Non prima di aver preso parte, come volontario, alla Grande Guerra.
Data la grande passione per la ricerca scientifica non sarà difficile per Eva condividere alcuni studi col fratello, soprattutto per quanto riguarda gli studi sulle caratteristiche delle piante officinali e farmaceutiche della flora sarda. La collaborazione con il fratello sarà molto fruttuosa, portandola a contatto con la famosa chimica, e futura cognata (sposerà il fratello), Anna Menessier. Grazie, quindi, all’ apporto decisivo di Efisio, gli interessi scientifici della giovane Mameli si rivolgeranno sempre più dalla matematica alla Botanica. E si concretizzeranno nel 1907, quando sarà la prima donna in Italia a laurearsi in Scienze naturali. A Pavia. Nel 1908 arriverà il diploma di Magistero e l’abilitazione all’insegnamento delle scienze naturali nelle scuole italiane, dopo un breve periodo trascorso a Londra.
Durante guerra mondiale, l’attività scientifica subirà un rallentamento ed Eva si dedicherà alla cura dei feriti e dei malati di tifo ricoverati nell’ospedale Ghislieri. Questo le varrà una medaglia d’argento della Croce Rossa Italiana e una di bronzo del Ministero dell’Interno. Finita la guerra riprenderà in maniera più decisa le ricerche, che, a partire dal 1919, la porteranno al conseguimento di importanti risultati. Come quello per le Scienze Naturali della Accademia dei Lincei. Nel 1915 era stata la la prima donna italiana ad avere ottenuto la libera docenza di botanica. La sua attività di ricerca attirerà l’attenzione di molti scienziati, per lo più eredi, come lei, della scuola del prof. Briosi. Tra di essi di segnalerà l’agronomo sanremese Mario Calvino, suo futuro marito e già dirigente della stazione agronomica di Santiago De Las Vegas a Cuba. Alla prima occasione di rientro in Italia, perciò, Mario Calvino non solo incontrerà Eva ma le chiederà di trasferirsi a Cuba per assumere la direzione della stazione sperimentale di Botanica. Oltre, naturalmente, di sposarlo. Nozze che, prima, avverranno per procura e poi, il 20 ottobre 1920, a Cuba. Nel 1923, il 15 ottobre, in un pittoresco e romantico bungalow la coppia darà alla luce il primo figlio: Italo Giovanni che diventerà uno dei più importanti scrittori italiani. Ma la famiglia Calvino non si occuperà solo di ricerca. Organizzeranno infatti una scuola agraria per i campesinos e i loro figli.Nel 1924 i Calvino si trasferiranno nella parte orientale di Cuba dove Eva porterà avanti le ricerche sulla canna da zucchero e foderato la rivista “La chaparra agricola”. Il 1925 sarà l’anno del ritorno in Italia. Meta Sanremo, dove Mario Calvino sogna da anni di realizzare il progetto di una stazione sperimentale di floricoltura. Poi vi è, naturalmente, Evelina che stabilirà un altro record, vincendo la cattedra di Botanica all’Università di Cagliari e, contemporaneamente, dirigendo l’Orto Botanico. Mai prima di allora nessuna donna era riuscita ad avere tali incarichi. La seconda esperienza cagliaritana durera’ solo due anni, dal 1926 al 1928, per la nascitadel secondogenito, Floriano, futuro geologo di fama. Ma in quei due anni Eva rivoluzionerà l’Orto del capoluogo sardo, reintroducendo specie che mancavano nell’isola da secoli. Dopo Cagliari, quindi, Sanremo, divenuta, ormai, città d’adozione della famiglia sardo- ligure dei Calvino- Mameli. E non sarà a caso. Questo ritorno favorira’ anche e soprattutto la concentrazione degli interessi scientifici di Mario Calvino ed Eva Mameli sulla floricoltura ligure. Un dato che, carte alla mano, non potrà essere più nascosto. Soprattutto per l’importanza dell’apporto dato allo sviluppo economico di tutto il Ponente ligure. Altra pagina fondamentale di questa famiglia sarà la guerra partigiana. I Calvino non hanno mai fatto mistero del loro orientamento politico e del loro impegno civile. Durante il fascismo hanno accolto a casa numerosi ebrei perseguitati. Ed a causa dei figli, che sceglieranno di fare i partigiani, Mario ed Eva Calvino saranno arrestati e sottoposti a torture. Esperienza che li segnerà profondamente. Mario Calvino morirà nel 1951. Eva lo sostituirà nella direzione della Stazione sperimentale. Ma nel 1959, per raggiunti limiti di età, anche Eva dovra’ abbandonare il lavoro. Una volta in pensione si dedichera’ a riordinare tutto il materiale di studio raccolto durante la vita sua e del marito. Fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1978 Eva Mameli, oltre che la madre di un grande scrittore, è stata una grande donna sarda, figlia dell’emigrazione. Piccola e forte di tempra. È stato giusto ed importante che il nascente circolo culturale d’ Imperia, del Ponente ligure, venga dedicato ad una personalità come la sua. Protagonista nel mondo scientifico ma anche nelle grandi battaglie civiche che la porteranno al conferimento della medaglia d’oro della Croce Rossa e del Ministero degli interni. Una donna emancipata. Fortemente emancipata, come definita da John Brokken, scrittore, flâneur e giornalista olandese vincitore del Premio Acerbi nel 2016, E lo fu negli anni Venti. Grazie alla sua famiglia tradizionale sarda. Cinque figli nati all’inizio del ventesimo secolo. Con il padre Giovanni Battista, integerrimo colonnello dei carabinieri, che ha voluto che tutti i figli studiassero. Anche le donne. Cosa non comune in quel periodo. È riuscita a fare una carriera straordinaria anche prima di incontrare Mario, il padre di Italo Calvino. Ed Italo Calvino, da scrittore, di cui quest’anno ricorrono i quarant’anni dalla morte, in questo senso, rappresenta un “unicum”. Per via della forte influenza sulla sua scrittura che deriva dalla figura della nonna materna Maria Maddalena Cubeddu, che parlava a lui ed a suo fratello Floriano in sardo. Calvino era sardo in questo. La sua lingua, da un’attenta analisi, è molto diversa rispetto a quella di altri scrittori italiani. Si tratta di un italiano molto chiaro, molto lirico sì, ma non barocco e nè verboso. Proprio come il sardo, nei suoi dialetti principali: logudorese e campidanese. E sarà lo stesso Floriano a ribadirlo a Cagliari, nel 1986, al momento dell’intitolazione di una scuola alla madre. Con questo riconoscimento la città d’Imperia non fa altro che rinsaldare il legame, profondo, con la Sardegna, grazie ad una grande donna isolana, emigrata, emancipata, benemerita della Repubblica italiana. Madre e moglie esemplare. Che ha vissuto appieno il suo tempo. E, possiamo aggiungere che Sanremo, la “capitale dei fiori per antonomasia” è un po’ così grazie anche al “tocco sardo” datole dalla direzione della locale stazione florovivaistica di Eva (Evelina) Mameli in Calvino.
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Grazie mille
In bocca al lupo Circolo Sardo Imperia
Mi ricordo di aver letto, anni fa, che Evelina Mameli fosse una parente di Goffredo Mameli, l’autore dell’inno nazionale italiano “Fratelli d’Italia” … tuttavia, non ho informazioni specifiche sulla loro relazione di parentela.
Voi ne sapete qualcuna/qualcosa di più … ?
Approfitto per ricordare Goffredo Mameli … che fu un poeta e patriota italiano che scrisse l’inno nel 1847, e la sua opera è considerata un simbolo dell’unità e dell’indipendenza italiana
.. onore al merito …