LA LEGGENDA DEL FUMETTO ITALIANO: AURELIO GALLEPPINI, IN ARTE ‘GALEP’, FIGLIO DI GENITORI SARDI E LA SUA VITA NEL SEGNO DI TEX

Tex e Galep

Quando il disegnatore diventa una leggenda, al pari del suo personaggio. E’ il caso di Galep, nome d’arte di Aurelio Galleppini, che ha dato volto e corpo a Tex, di cui è stato creatore con Gianluigi Bonelli. Nato a Casale di Pari (Grosseto), da genitori sardi, Galep è ancora e sempre più nome di culto per tutti gli appassionati.

Pittore autodidatta, illustratore, ha disegnato Tex fino alla sua morte, nel 1994. L’incontro che ha segnato la sua carriera è avvenuto nel dopoguerra, con Tea Bonelli, direttrice della casa editrice milanese “L’Audace”. Era il 1947 e da allora Galleppini si è definitivamente, totalmente, instancabilmente dedicato al cowboy più famoso del fumetto italiano. 

In una intervista del 1977, Galleppini raccontò che il nome d’arte risale al periodo della sua residenza a Firenze, dove si trasferì nel 1940 per collaborare con “L’Avventuroso” della casa editrice Nerbini: “E’ venuto fuori per via dell’affare della firma. Questo Galleppini era veramente troppo lungo, poi avevo abbreviato Gal e poi infine è stata la padrona della pensione dove vivevo allora, una persona un po’ intellettuale, che mi ha consigliato di firmare Galep”.

“Il totem misterioso” è il titolo della prima storia di Tex pubblicata. Il formato era quello a striscia, uscito il 30 settembre 1948. Trentasei pagine, quindici lire. Comincia così una vicenda narrativa ed editoriale che porterà Tex ad essere ancora oggi il fumetto più venduto della Sergio Bonelli Editore.

Per la faccia del cowboy il disegnatore si ispirò, inizialmente, a quella di Gary Cooper. Per il contesto invece ammetterà di essere, almeno all’inizio, abbastanza impreparato sul genere western.

E così per le praterie e i deserti dove Bonelli ambientava le avventure di Tex, Galleppini si ispirò spesso ai paesaggi della Sardegna dove era cresciuto, e che conosceva sicuramente meglio rispetto a quelli americani, ma anche alle montagne del Trentino, dove trascorreva le vacanze con la famiglia, sempre armato di taccuino e matita.

Galep è stato un lavoratore instancabile. Mentre disegnava “Occhio cupo” riservava a “Tex” le ore notturne, al tavolo da disegno spesso fino alle cinque del mattino. Il crescente successo di Tex non diminuì la mole del suo lavoro, soprattutto nei primi anni di pubblicazioni.

Le ironiche “tracce” dei ritmi forsennati di produzione delle storie sono sparse tra le vignette del cowboy, quando sotto alle didascalie compariva – apparentemente senza motivo – una caffettiera fumante, necessario “sostegno” per le lunghe notti di lavoro, o altri elementi che nulla avevano a che fare con le storie, semplici “sfoghi” grafici, come un cagnolino o un motorino.

Galep ha realizzato tutte le copertine di Tex dal numero 1 al 400 della serie regolare. Ma se si calcolano anche le copertine di albi fuori serie e di altre pubblicazioni legate a Tex, bisogna aggiungerne molte altre.

La carriera di Galleppini è naturalmente identificata con la produzione di Tex, ma l’artista è stato pittore, ha realizzato anche affreschi e tele per chiese di Cagliari, tra i quali un ciclo di dipinti realizzato durante la guerra per la Cappella delle suore vincenziane. Ha illustrato romanzi e fiabe per bambini.

E in piena “era Tex” si è concesso nel 1977 una distrazione: una storia a fumetti che non ha come protagonista il cowboy, “L’Uomo del Texas” su testi di Guido Nolitta (ovvero Sergio Bonelli).

Insieme alla fotografia, il grande hobby di Galleppini, che aveva in casa due grandi plastici da lui realizzati con scambi, binari e stazioni. Il disegnatore aveva cominciato a comprare trenini in occasione della nascita del figlio, e ha poi continuato la sua collezione.

Cagliari ha dedicato all’artista una piazza e Roma una strada. Una targa a Casale di Pari, che ha ospitato una grande mostra evento, ricorda il palazzo dove Galep è nato.

L’ultima copertina disegnata da Galep per la serie regolare è uscita nel febbraio del 1994, rappresenta un Tex a cavallo che se ne va verso il deserto e si gira per salutare tutti con il cappello. E la sua faccia sorridente, più che quella di un attore hollywoodiano, sembra proprio quella del suo disegnatore. Tex ha le fattezze di Galep, che sarebbe morto un mese dopo la pubblicazione di quell’albo, il 10 marzo 1994 a Chiavari.
 

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6 commenti

  1. Semplicemente immenso io che sono cresciuto a pane e Tex… indimenticabile.

    • Indimenticabile e straordinario disegnatore del mitico Tex e Compagni. Ero bambino in collegio quando cominciai a leggere i primi Tex. Rimasi subito affascinato.Meraviglioso ed eterno!

  2. Grande disegnatore,creatore di un mito immortale! Personalmente lo ringrazio,tramite TEX ha fatto nascere in me la passione del Far West e la passione per la storia dei NATIVI AMERICANI! Naturalmente tutto lo staff Bonelli è ottimo degno del creatore di TEX
    . Un caro saluto e grazie per le ore di lettura appassionante? Paolo.

    • Autentica leggenda del fumetto e dell’arte del disegno: il Maestro Galep vive sempre nei nostri ricordi e nei nostri cuori, ed il suo ricordo di rinnova ogni giorno che acquistiamo un Tex

  3. Claudio Annese

    Grande disegnatore di getto con stile inimitabile

  4. Francesco Paletta

    Gian Luigi Bonelli e Galeb un duo fenomenale. Seguo Tex da molti anni. Ho avuto il piacere ed il privilegio di ammirare molti disegnatori che si sono succeduti fino ad oggi. Tutti diversi e tutti molto bravi. Tuttavia, i tratti distintivi di Galep sono unici ed inimitabili. Rimarranno nella storia di Tex.

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