
di MATTIA LASIO
Per essere dei fotografi realmente bravi non basta essere abili dal punto di vista tecnico ma occorrono una profondità interiore e una capacità di andare al di là dell’immagine notevoli. Elementi che fanno la differenza e che caratterizzano la mostra del talentuoso fotografo cagliaritano Davide Sionis, quarantuno anni, intitolata ‘’Metropolis Gold’’, inaugurata al Lazzaretto Sant’Elia del capoluogo il 3 luglio, dove è rimasta sino al 4 agosto. Una mostra che nasce da un’esigenza profonda, ovvero quella di raccontare la parte coraggiosa e più tenace dell’essere umano, con l’intento di scolpire la caparbietà che è possibile scorgere nei volti urbani, dando luce alla dignità della sopravvivenza.
La mostra, influenzata dal periodo trascorso a Londra da parte del suo ideatore, è costituita da 28 fotografie che rappresentano un vero e proprio racconto tramite immagini, elemento per nulla scontato che non sempre è facile far emergere ma che in questo caso viene fuori pienamente e al meglio; appena entrati, sulla destra, colpiscono le foto in bianco e nero di una donna orientale con i capelli raccolti dallo sguardo profondo, intenta a impugnare un coltello. In alcuni frangenti, il coltello dalla giovane viene appena sfiorato, in altri sembra quasi che lo tenga come se fosse assorta in preghiera e proiettata verso orizzonti lontani e onirici. Tra gli scatti più suggestivi spiccano, sulla sinistra, quelli realizzati dall’alto dove vengono ripresi i palazzi popolari struggenti e affascinanti del quartiere di Sant’Elia e i suoi parcheggi, oltre agli imponenti palazzi del Cep e il quartiere di San Michele con la sua chiesa della Medaglia Miracolosa. Il quartiere di San Michele è, inoltre, il quartiere dove Davide Sionis è nato e cresciuto e con cui cui ancora oggi mantiene un legame importante.
«Il quartiere di San Michele», sottolinea, «è il luogo in cui ha avuto inizio il mio sguardo sul mondo e su di me esercita ancora oggi un certo fascino. Riconosco al rione un insegnamento importante: mi ha dato un occhio capace di leggere le persone, permettendomi di capire con un solo sguardo chi è nato più fortunato e chi invece ha dovuto fare i conti precocemente con la sofferenza». Questa capacità diventa uno dei tratti distintivi della mostra ‘’Metropolis Gold’’. «In Metropolis Gold», aggiunge, «la città diventa un vero e proprio organismo vivo che mette alla prova chi la abita. I volti che fotografo, spesso immersi in un contesto urbano imponente e al contempo spigoloso, portano con sé la stessa forza che ho visto crescere tra i blocchi di San Michele. È una filo invisibile che lega quei cieli apocalittici alle luci dorate delle metropoli: due scenari diversi ma abitati dalla stessa determinazione a sopravvivere».
Tra le altre foto significative risaltano anche i primi piani dei volti maschili coperti dalle mani così come dalle braccia oppure da una kefiah dai colori vividi bianco e rosso, fattori questi che mettono in evidenza gli sguardi intensi e penetranti delle persone fotografate. Quelle di Davide Sionis non sono semplicemente fotografie precise e di caratura ma un’analisi dettagliata dell’interiorità umana osservata davvero con il desiderio di valorizzarla e di cogliere la sua parte più autentica. «Per me la fotografia», conclude, «è prima di tutto uno strumento umano, ancora prima che artistico. Mi consente di raccontare visivamente ciò che più mi affascina dell’essere umano ovvero la forza, il carattere, la sfrontatezza e la determinazione nell’affrontare le sfide quotidiane che la società impone. Credo che oggi, in un mondo saturo di immagini superficiali, ci sia bisogno di fotografie che non rincorrano la perfezione formale ma la potenza espressiva. Immagini in cui i difetti diventano parte integrante della personalità del soggetto, che con la propria presenza domina la scena, reclamando il dovuto rispetto e affrontando lo spettatore senza filtri».
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