
di CARLO FADDA
La nuova scoperta nella nobile dimora di Casa Zapata che custodisce al suo interno Nuraxi ‘e Cresia, riporta alla luce reperti unici per conservazione e quantità che raccontano nuovi aspetti della vita nuragica quotidiana. Durante la campagna di scavi in corso, riaffiorano nuovi reperti dell’età del Bronzo Recente (XII-XII secolo a. C.), ritrovati in ottimo stato di conservazione, che offrono nuovi tasselli per la comprensione del complesso nuragico. Il nuraghe formato da tre torri laterali e da una poderosa torre centrale all’interno della quale vi sono due nicchie laterali, in una delle quali è stato ritrovato materiale ceramico: olle, tegami, ciotole e tazze, accatastati l’uno sull’altro, conservati e protetti pare per tremila anni. Oggetti, che raccontano la vita quotidiana degli abitanti della torre, in una fase finale del Bronzo Recente, quella che l’archeologo Giovanni Lilliu chiamava “la bella età del nuraghe”. «Non ci aspettavamo di trovare un complesso di reperti così ben conservati e in un accumulo così significativo per le fasi di vita dell’età del Bronzo – spiega la direttrice degli scavi Gianfranca Salis della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio – È stato proprio in età storica che viene realizzato a partire da questa torre, un cunicolo sotterraneo in parte costruito e scavato nella roccia, che consentiva di raggiungere il pozzo dell’acqua. Creato in modo ardito e modificando le architetture nuragiche in forme che non trova confronti con il resto della Sardegna».
Le nuove evidenze con gli scavi ricominciati un anno fa e scesi di circa un metro e quaranta, aprono prospettive scientifiche importanti, sia per capire la funzione del nuraghe e le motivazione per cui fu realizzato a poche centinaia di metri dal nuraghe Su Nuraxi diventato poi patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1997. Lo scavo archeologico si svolge all’interno del museo di Casa Zapata dimora aragonese trasformata in museo, anche sotto gli occhi attenti ed entusiasti dei visitatori che si aggirano all’interno del percorso espositivo, tramite passerelle in vetro e in legno. E ovviamente nel proseguo non si escludono altre meravigliose scoperte. L’importantissimo ritrovamento nel sito baruminese di utensili da cucina usati per mangiare, bere, cucinare, e un focolare, lasciano intuire la vita intensa che si svolgeva all’interno della torre centrale, come se il tempo si fosse fermato all’improvviso, lasciando tutto intatto sotto le macerie, materiali inediti che saranno studiati nel loro dettaglio. «Questa scoperta è il frutto di un percorso che mette insieme ricerca, valorizzazione e promozione del patrimonio archeologico, storico e culturale – afferma Emanuele Lilliu presidente della Fondazione Barumini Sistema Cultura – Casa Zapata non è solo un museo, ma un luogo vivo dove gli scavi continuano e dove i visitatori possono entrare in contatto diretto con la storia e con gli studiosi al lavoro. Scoperte come questa rafforzano l’identità culturale del nostro territorio, e rappresentano una straordinaria occasione per la promozione turistica». Lo stesso sindaco di Barumini Michele Zucca ha le idee chiare sul patrimonio archeologico, storico e culturale presente nel territorio: «La cultura è la chiave per far crescere in modo sostenibile tutta la nostra comunità. Queste scoperte ci raccontano quanto ancora il territorio abbia da offrire. Siamo consapevoli dell’enorme responsabilità che comporta custodire un patrimonio come questo, ma anche delle potenzialità in termini di sviluppo culturale, economico e turistico». Soddisfatti gli amministratori e il personale della Fondazione Barumini Sistema Cultura, che gestisce la reggia nuragica Su Nuraxi, il Polo museale di Casa Zapata con Nuraxi ‘e Cresia, e in Centro culturale Giovanni Lilliu con le mostre di vario tipo ospitate al suo interno. E intanto i turisti attratti da tanta bellezza, continuano ad arrivare a decine di migliaia.
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