“SULLA SOGLIA DEI GIORNI PERDUTI”, OPERA PRIMA DI PAROLE IN VERSI ITALIANI DEL POETA NINO DEJOSSO DI CARBONIA

Diversi mesi fa Nino Dejosso, professore in pensione residente a Carbonia e laureato in Lettere Moderne, aveva inviato a una ristretta cerchia di amici una sua inedita silloge poetica in pdf, accompagnando la richiesta di “un’attenta lettura”. L’intenzione del “rivelato” poeta  era sondarne il gradimento ma soprattutto ricevere un riscontro critico e così valutare per una possibile pubblicazione.

Avevo letto le composizioni con assoluto interesse lirico. Trovandole  estremamente interessanti in contenuti dal linguaggio evocativo-simbolico, e  rispondevo con sincero incoraggiamento, sottolineando la personale considerazione per l’originale versificare che “non sono ‘spiccioli di poesia’ (questo era il modesto ed iniziale titolo dato alla bozza) ma sonanti monete preziose di rivelati intimi sentimenti e versi proposti con precise sfumature emotive e profondità concettuali”. Rilevavo il tono lirico riflessivo-meditativo, in sintonia con la concezione e cultura letteraria del Novecento italiano che aveva coltivato in studio, insegnamento ed ora come personale interpretazione letteraria; la straordinaria liricità era anche matura capacità introspettiva e di sensibilità, in cui fermare l’essenza del tempo e le emozioni, per elaborare un bilancio esistenziale che coinvolge e sollecita riflessione.

Ed ora, trascorsi solo tre mesi, la piacevole sorpresa cartacea della pubblicazione di Nino Dejosso, titolata “Sulla soglia dei giorni perduti” (LFA Publisher di Lello Lucignano Editore, Caivano-Napoli, Giugno 2025).

La rilettura, naturalmente, offre nuovi stimoli e considerazioni e mi rivela  un profondo aspetto che percorre rivelatore  tutta la silloge: malinconia e dolore. L’intreccio ricorrente di malinconia e dolore dimostra la piena adesione, con segni e approfondimenti innovativi, a una poetica sviluppata da diversi autori di riferimento del Novecento italiano, con certe radici nelle opere leopardiane dell’Ottocento, che analizzano lo stato umano tramite il meditativo senso di sofferenza e tristezza. Per Dejosso è necessario esprimere una interpretazione lirica di consapevolezza sulla sofferenza esistenziale, dettata dall’esperienza e condizione quotidiana, come manifesta riflessione di emozioni e sentimenti sulle fragilità della vita che si affacciano costantemente “sulla soglia dei giorni perduti”.

La prefazione della componente EASA (European Academy of Sciences and Arts di Saliburgo) dott.ssa Maria Miraglia, – un vero prezioso scritto saggistico e scrigno di emozionante compiutezza e bellezza – propone un’attenta  visione dell’attualità poetica che vede protagonista non più il critico “ma il lettore libero finalmente di interpretare un prodotto letterario, una poesia secondo la propria sensibilità ed il particolare momento intimo di vita. La straripante ricchezza linguistica e formale della poesia contemporanea ha saputo costruire negli ultimi decenni una grande varietà di soluzioni da sorprendere i critici e gli stessi poeti. Non è mai stata trovata tanta poesia come negli ultimi cinquant’anni. A questo ha contribuito il maggiore accesso alla scrittura, l’estendersi e il moltiplicarsi delle realtà editoriali, la diffusione capillare di Internet e delle piattaforme online”.

E in questo rinnovato contesto Nino Dejosso “porta il suo contributo”, riformulando con radicate  “forti e innovative” liriche “la comunicazione poetica”. La critica evidenzia il sorprendente stile del poeta sardo, che con il suo distintivo stile, “in versi liberi, li consente di esprimersi in modo autentico e che da subito rivela la sua spiccata originalità. Nella maggior parte lirica, la sua produzione poetica è carica di un personale tono evocativo che evidenzia la capacità del poeta di suscitare, in chi legge, attraverso immagini, sensazioni e ricordi una esperienza emotiva senza servirsi di una descrizione esplicita dei contenuti”.  

Una poesia, quella coltivata e ora donata da Nino Dejosso, che riserva un vasto universo letterario, tra realtà e immaginifiche visioni concettuali, da interpretare e leggere in dimensioni e significati che collegano il microcosmo interiore umano al cosmico macrocosmo dell’infinito.

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