LINDA TRINCHILLO, LA RINASCITA INTERIORE ATTRAVERSO LA MUSICA

Linda Trinchillo nella foto di Ivan Loriga

La rinascita interiore di un individuo è percepita quasi come un miracolo. Si rinasce ogni volta che si prende in mano la propria vita. Con sofferenza, sacrificio e al contempo, con la gioia di ricominciare.

E questa è la storia di Linda Trinchillo.

Linda nasce a Cagliari nel 1992 da genitori da madre di origine toscana e padre di origine campana.

Studia e consegue il diploma. Si impegna per ottenere un lavoro e punta dritta alla stabilità: il contratto a tempo indeterminato. Poi ad un tratto la svolta.

“Sino a due anni fa lavoravo in un ingrosso di medicinali come magazziniera e, a pochi passi dai miei ventotto anni avevo già realizzato tutti gli obiettivi che ritenevo normali per la mia vita. Avevo un lavoro a tempo indeterminato, ero fidanzata e vivevo con il mio compagno, ero in procinto di sposarmi. Una vita segnata, già decisa da quelli che sono gli standard imposti dalla società…Tutto ciò che in genere sono le tappe di un percorso di vita ambito da tutti, io lo possedevo, ma sentivo che mi mancava qualcosa. Avevo come la sensazione di non aver mai vissuto realmente ed ero piena di paure. Così, dopo il lockdown ho deciso di andare via dall’azienda. Ho continuato a vivere con il mio compagno per un breve periodo ancora. Finita quella relazione da cui mi stavo distanziando giorno dopo giorno, mi sono dovuta reinventare da zero”

Nel dolore, nel buio, perché prima di rinascere occorre ‘toccare il fondo’, perché proprio in questo modo si potranno aprire gli occhi. Solo nei momenti di atroce disperazione, in cui si tocca il culmine della sofferenza, il nostro sforzo psicologico di trasformazione diventa fortissimo.

“Non avevo casa in cui tornare, non avevo lavoro e in quel periodo sono stata un pò nomade, aiutata da alcuni zii e amici. Ho cercato nuova occupazione e ho trovato nuovamente lavoro come magazziniera per 6 mesi in una farmacia. In quei 6 mesi in cui ho intrapreso una nuova occupazione, non ero più la persona che aveva lavorato in un ingrosso di farmaci per 6 anni: avevo una spinta vitale diversa e, nel dolore, perché c’era anche tanto dolore e tanta confusione, ho cominciato a fare qualcosa di diverso. Ho fatto quello che sentivo veramente, ossia esibirmi in strada con la mia chitarra. Uscivo da lavoro e andavo a suonare in strada e così è stato per tutti i 6 mesi sinché poi, al termine del contratto, mi sono dedicata alla musica a tempo pieno. La paura non è mancata; avevo una paura immensa di non farcela. Il terrore di perdere il controllo sul mio futuro e sulla mia vita, ma dall’altra una spinta di libertà forte che mi portava ad andare avanti per la mia strada. Ho cominciato a girare per l’isola e a spostarmi. Ho fatto un tour indipendente per la Sardegna dove ho suonato nelle piazze senza una destinazione precisa. Questo mi ha permesso di superare dei limiti grandi e infine ho iniziato a raccontare di quello che facevo sui social e su mio canale you tube; una cosa che non sarei mai riuscita a fare prima quando vivevo chiusa in un mondo di apparenza. Adesso mi rendo conto che la mia vita, nella sua instabilità è molto più sicura di prima perché adesso la sicurezza, è che io sono il mio punto fermo, il mio centro. Ovviamente questo ha significato tante cose: scontrarmi col giudizio degli altri che è stato molto forte, perché mi sono messa a suonare in strada. C’è chi ha visto questo come una follia; c’è chi non ha espresso alcun parere e penso che chi non ha detto nulla sia la persona che ha il parere più severo di tutti. Però allo stesso tempo è anche innegabile vedere in me i segnali di una rinascita. Nel periodo del magazzino avevo perso tanti chili ed ero in uno stato di apatia grandissima. Invece nel riprendere la mia vita ho capito tante cose. C’è stato anche un riavvicinamento con la mia famiglia delle origini che avevo quasi rinnegato perché li consideravo la causa dei miei mali. I miei sono stati separati da sempre e io attribuivo la mia infelicità a loro e al mio passato. Non mi sono mai sentita di appartenere totalmente né alla famiglia di mia madre né alla famiglia di mio padre. Ho sempre avuto la sensazione di essere stata fuori posto in ogni situazione e probabilmente questo è anche il motivo centrale che mi ha portato a suonare per strada: quando senti che non hai una casa tutto il mondo è casa.  Questa che io credevo fosse la mia debolezza è diventata la mia fortuna perché ho avuto la possibilità di sperimentare cose che non immaginavo e tutta quella rabbia per il passato è andata via. Adesso sono molto più vicina a mia mamma e ho un bellissimo rapporto con mio padre. Nel dolore di una scelta che è stata complessa, ho ritrovato tante belle cose.”

Non importa quanto disastrato sia stato il tuo passato, il futuro c’è e aspetta te. Ciò che conta è solamente ciò che si pensa in quel preciso istante.

“Non so minimamente cosa succederà però quello che posso dire è che mi sveglio la mattina con un senso di gioia che prima non sapevo neppure cosa significasse. Tutto è da costruire, tutto è da fare e ogni passo è un passo in avanti. Prima la mia testa girava in tondo, non c’era niente da fare era sempre la stessa storia e non uscivo da lì. Ora vivo sentendo qualcosa, sentendo che ne vale la pena. Riconosco di essere all’alba del mio percorso. Non so cosa succederà in futuro però quando fai una vita in cui cominci a sentire la tua bussola interiore, che abbiamo tutti e che ostacoliamo noi con le nostre paure, è molto più semplice capire che direzione prendere. Questo porta anche da una parte a una strada di solitudine, non solo perché non vieni compreso, ma anche perché comunque devi difendere la tua pace, devi difendere quello che fai. Mi sono abituata a decidere e a scegliere. Io prima non ero capace di dire no; non vivevo, ma mi lasciavo vivere. E ho fiducia nel futuro: in qualunque modo andrà, sapere che non sono più quella di prima, ma sono comunque felice, è già una conquista.”

Il fatto che il passato possa essere stato per ognuno di noi distruttivo e infelice, non significa necessariamente che debba esserlo anche tutto ciò che verrà. Anzi, sta solamente a noi colorare nel modo più brioso possibile il nostro futuro, cercando di dare il meglio per compensare e sopperire a ciò che è stato.

“Ho imparato a suonare la chitarra nell’oratorio del mio quartiere e poi ho coltivato la passione del canto con vari insegnanti privati, in varie scuole e anche attualmente studio.  Io sono cantautrice. Quello che ho fatto prima di esibirmi in strada è stato scrivere tante canzoni che ho sempre tenuto nel cassetto. Ora invece sto pubblicando un libro; ho aperto così un nuovo capitolo della mia vita. La mia prima canzone, la prima che ho deciso di pubblicare non poteva che chiamarsi ‘Disordine’ perché alla fine è dal disordine, dalla confusione, che sono venuta fuori. Da questo non sapere più che cosa dovessi fare della mia vita e da lì in poi, in realtà, ho trovato una direzione. Ho capito che non era la stabilità del lavoro a rendermi felice; la stabilità è qualcosa che devi avere dentro. Adesso vivo in una stanza con dei coinquilini. La mia situazione materiale non gode più delle sicurezze del passato, ma quando mi chiedono: ‘Cosa ti regaliamo per il compleanno?’ Non so cosa chiedere perché sento che non mi manca nulla… Dalla strada è partito un mondo. Quello che mi dà suonare in strada è lo scambio che avviene con le persone, è il fatto che le persone si fermano e ti dicono qualcosa di loro e non è raro che senti, in quel momento, la frase che ti serviva. Sembra quasi una magia e c’è tanto a livello umano. Posso dire di aver incontrato di tutto e di aver scambiato tutti i giorni due chiacchiere con una persona che da poco, ho saputo, ha ucciso un uomo. Sono cose che ti fanno vedere un cosiddetto mostro anche sotto un punto di vista umano ed è pazzesco come una stessa persona possa essere tante persone in contesti diversi.  Nei miei confronti c’è molto rispetto e io mi sento quasi protetta perché ormai mi conoscono e mi vedono tutti i giorni. Ho capito che più amiamo noi stessi, più frutti riceveremo dal nostro amore per gli altri e più duraturi saranno nel tempo.”

E’ essenziale, per il nostro bene, capacitarsi del fatto che potremo fallire. Non possiamo prevedere nulla di ciò che accadrà o di ciò che l’avvenire ci riserva.

“Molte persone mi dicono che vorrebbero cambiare vita e poi si bloccano sulle domande come:

-E se mi va male? Nessuno ti dà la certezza che andrà bene. Non a caso si chiama sogno. Sarebbe semplice e una ovvietà. E se andasse male? Ci sarà sempre un’altra possibilità. Se ti andrà male saranno comunque risorse utili per rimetterti in pista e ripartire.”

Considerare e mettere in conto il fatto di rimanere delusi da determinati avvenimenti o insuccessi è basilare per non buttarsi troppo giù. Anche in questo caso bisogna prendere nel modo più consono queste situazioni. “Mai una sconfitta, sempre una lezione”. Prendere un fallimento personale come una sconfitta, quindi negativamente, è il metodo più sbagliato per superare i problemi perché così facendo non riusciremo mai a rialzarci.

Bisogna inevitabilmente cadere per trovare la forza di rialzarsi e riprovarci. Come si dice, sbagliando s’impara.

“E’ una verità ovvia, spesso data per scontata ma è fondamentale tenerlo sempre presente. “Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo” non è soltanto una citazione, bensì un atteggiamento che dovremmo, tutti quanti, mettere in pratica ogni volta che ci svegliamo la mattina. Vivere secondo questo ‘motto’ è qualcosa di unico che dà la possibilità ad ognuno di noi di respirare a pieni polmoni questa vita. Condurre la propria vita pensando solamente al domani corrisponde a vivere passivamente senza riuscirsi a godere nulla di ciò che ci circonda. Sto riuscendo a portare alla luce i progetti che prima di essere progetti erano solo sogni. Prima vivevo proiettata nel futuro. Ora sono talmente assorta dal presente che al futuro non penso. Ho cercato di vedere il futuro con gioia senza quella preoccupazione del… ‘Eh ma se capita questo poi?!…’ Perché l’esperienza mi ha detto che in qualche modo si fa e non ha senso fasciarsi la testa prima. Quello che è importante è sapere di poter contare su di te. E questo puoi saperlo solo dimostrandotelo giorno dopo giorno. Ogni esperienza mi dice cosa non va e cosa cambiare. Non tutte le possibilità possono essere valutate prima quindi, quello che mi sto augurando per il futuro, è di sbagliare tanto per imparare dai miei errori il prima possibile e non ripeterli. Io ho vissuto a lungo con dei sensi di colpa, perché mia madre per me ha rinunciato ai suoi studi e ai suoi progetti. Aveva tanti sogni per il futuro e li ha interrotti per fare la mamma e io di questo mi sono sentita in colpa per tanto tempo e non mi davo la possibilità e il diritto di essere felice. Il primo passo è stato perdonarmi. Molti mi dicono che io porto tanta luce, ma dove c’è tanta luce c’è anche tanto buio.”

Non è mai troppo tardi per ripartire e vivere. Non bisogna mai scoraggiarsi, mai arrendersi, mai illudersi troppo, e mai smettere di sognare. Ogni giorno che viviamo è una possibilità che ci viene data per fare tutto ciò che ci rende felici e realizzati. Ogni mattino che si presenta alla nostra finestra è un’occasione per prendere quella giornata come la possibilità di costruire il futuro che vogliamo.

Usare questa pedagogia come la ricetta di un’esistenza serena, può farci apprezzare maggiormente questa vita, può finalmente renderci grati per esserci e per ciò che abbiamo.

I problemi ci sono stati, ci sono e ci saranno sempre: ma mai disperare perché “è proprio quando si crede che tutto sia finito, è proprio lì che ricomincia la vita.”

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2 commenti

  1. Linda Trinchillo

    Grazie

  2. Giuliano Salis

    Linda.Ascolta il consiglio di chi ti vuole bene,se devi fare musica non stare in Sardegna!!!!!

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