UNA FOTOGRAFA DI TALENTO: FRANCESCA CARTA E LE IMMAGINI TRA RACCONTI, DETTAGLI E AMORE PER LA SARDEGNA

Francesca Carta

«La fotografia deve raccontare, altrimenti è solo tecnica». Francesca Carta parla con quel brio e quella vivacità di chi ama davvero la propria passione, accompagnata da un entusiasmo autentico verso ciò che fa, grazie al quale pretende sempre di più da se stessa, sondando nuovi percorsi senza mai accontentarsi. La talentuosa fotografa di Villacidro, classe 1998 prossima al compimento dei 27 anni, rende le sue fotografie veri e propri racconti, grazie alla sua capacità di immortalare con l’obiettivo quei dettagli della quotidianità che, spesso presi dalla frenesia, rischiano di essere dimenticati. Il suo sguardo è rivolto verso le piccolezze e verso quei frangenti in cui gli sguardi delle persone che le passano accanto si perdono nell’orizzonte. Sguardi che lasciano il segno e che restano impressi, così come impressi sono tutti quegli elementi legati al mondo del folklore che caratterizzano la Sardegna e che Francesca ama fotografare, come a sottolineare il proprio legame viscerale con la sua terra. «Amo in particolar modo», racconta, «le maschere sarde soprattutto quelle di Ottana, una me la sono anche tatuata. Mi hanno sempre colpito molto anche gli abiti sardi tradizionali che, erroneamente, potrebbero sembrare tutti simili tra di loro ma che in realtà hanno in sé molteplici elementi che li differenziano e che li rendono unici».

Tra i suoi scatti più significativi e apprezzati spicca quello che riprende la diga sul Rio Leni a Villacidro, una foto che ha riscosso consensi e apprezzamenti, approdando anche all’Aeroporto di Elmas in cui è esposta da quasi un anno. «Ho scattato quella foto», spiega, «tra il 2020 e il 2021, era uno dei pochi momenti liberi durante il periodo pandemico che all’epoca stava vivendo il suo acme purtroppo. Stavo facendo una passeggiata con il mio fidanzato lungo un sentiero di montagna, all’improvviso mi sono voltata e ho deciso – avendo appresso la fotocamera – di fare questo scatto. Avevo addirittura ancora la mia prima macchina fotografica che mi fu regalata a 19 anni ovvero una Nikon D5200. Per me fare questo scatto è stato come tornare, finalmente, a respirare aria pulita. Tempo dopo, mentre stavo svolgendo il servizio civile al Comune di Villacidro, il mio scatto è stato notato dall’Assessore alla Cultura Christian Balloi che ha scorto in essa subito potenziale e che ringrazio di cuore per questo». La foto presente all’aeroporto sarà visibile, insieme ad altri sei scatti, anche alla sua prima mostra che si terrà proprio a Villacidro il 31 maggio al Caffè Norbio in via Lavatoio 7 a partire dalle 18, per circa un mese. «Oltre alla foto della diga», spiega, «ci sarà anche una foto che ritrae Sa Spendula, poi il ritratto di una bambina che conobbi a ‘’Ciliegeti Aperti’’ lo scorso anno, mi colpirono i suoi occhi scuri e innocenti, la foto è in bianco e nero proprio perché volevo che i suoi occhi risaltassero su tutto. Ci sarà anche una foto tratta dal Carnevale di Ottana in cui ho scattato l’abbraccio tra le maschere Boe e Merdule, inoltre ci saranno anche uno scatto della maschera de Sa Filonzana e uno con i cervi di Montevecchio. Infine, si troverà anche una foto scattata a Milano per cui ho scelto nuovamente il bianco e nero. L’ho scattata nei pressi del Castello Sforzesco, riprendendo un ragazzo che leggeva e un signore che gli è passato accanto intento a correre: mi interessava mostrare come un istante può essere vissuto in maniera diversa».

L’ambito del folk è uno dei terreni d’azione preferiti da Francesca. «Fotografare tutto ciò che riguarda le nostre tradizioni mi ha sempre emozionato tantissimo», sottolinea. «Penso, ad esempio, al lavoro manuale praticato per la creazione delle maschere, è un qualcosa che va oltre il gesto preso in sé e per sé, si tratta di un vero e proprio simbolo di purezza in un mondo permeato da una tecnologia talvolta dannosa e aggressiva». Dalle sue parole emerge anche un rapporto profondo con Villacidro, non semplicemente il luogo in cui è cresciuta e vive ma un rifugio da cui trarre stimoli e una spinta costante a fare sempre meglio. «La parte naturalistica», continua, «è ciò che amo di più del mio paese, sono affascinata tantissimo dalle sue cascate e dai suoi monti. A Villacidro abbiamo la fortuna di avere punti in cui è possibile passeggiare isolandosi da tutto e da tutti, mettendo da parte tutti i pensieri, godendo del rumore del vento e del proprio respiro. Ci sono anche manifestazioni sportive di grande rilievo che consentono agli atleti di mettersi in gioco in scenari davvero da favola come lo ‘’SkyRace’’ e il ‘’Lago di Corsa’’. Amo profondamente il mio paese, non andrei mai via. Non è facile affermarsi ma se tutti andassimo via la nostra terra che fine farebbe? È importante non perdere la speranza e fare qualcosa che possa contribuire realmente al suo miglioramento».

Il percorso di Francesca nell’ambito della fotografia comincia sin da bambina quando realizza i primissimi scatti, accompagnata sin dagli esordi dal desiderio intenso di rendere una foto non semplicemente uno scatto tecnicamente valido ma un vero e proprio racconto tramite le immagini. «Attualmente», conclude, «ho due nuove macchine Nikon, per l’esattezza una Z6II e una D750, più avanti amplierò ulteriormente la mia strumentazione. Per me la fotografia è istinto e dedizione quotidiana, si impara sbagliando quindi ben vengano gli errori e le imprecisioni grazie a cui capiamo in cosa dobbiamo migliorare. Quando fotografo amo cogliere la naturalezza di chi ho davanti, infatti non amo tanto le pose perché la magia dell’attimo sfuma. Ciò che mi interessa è cogliere gli istanti, anche quelli più piccoli, tramutandoli in storie che possano rimanere per sempre».

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