LA FESTA AD ORANI PER I CENT’ANNI DI ZIA NICOLINA RUZZU: ORIGINARIA DI NULVI, HA VISSUTO PRIMA AD IRGOLI E POI A NUORO

Nicolina Ruzzu

di LUCIA BECCHERE

Nella Casa Pio Istituto San Giuseppe di Orani, che con le sue ventotto presenze forma una grande famiglia, festa collettiva il 29 aprile per il centesimo compleanno di Nicolina Ruzzu, nata a Nulvi, settima di otto figli di madre casalinga e padre massaju molto stimato per il suo impegno verso la comunità ecclesiale e i bisognosi, ha conseguito la licenza elementare, è vissuta in un contesto sereno in quello che allora era un centro ospitale e popolato dove in seguito i suoi figli erano soliti trascorrere l’estate con le rispettive famiglie.  

A 17 anni ha conosciuto un giovane militare 25enne di Irgoli, Giovanni Angelo Porcu (noto tziu Podestà) che sposerà nel 1942, stabilendosi nel centro baroniese dove lui faceva il muratore e dove, con altri due amici, ha costituito una piccola un’impresa edile.

“Mia madre – confessa la figlia Vannina insegnante di lettere al liceo pedagogico di Nuoro -, si è integrata in maniera ottimale in quella comunità. Era una grande massaja e realizzava perfino l’impossibile, con estro si dilettava a cucire i vestiti per la sua famiglia”.

Tziu Podestà (1913- 2010), era Intelligente e intraprendente, molto benvoluto in paese e in tanti avevano insistito perché accettasse la candidatura a primo cittadino. Non si era sottratto a questa proposta, certo che mai sarebbe stato eletto, tant’è che neppure lui si era votato. Cosa che invece avvenne, diventando sindaco nelle fila della DC fra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta.

Tuttavia, non portò a termine il suo mandato perché oggetto di frequenti minacce e lettere anonime a cui seguirono due attentati. La prima volta si è trattato di spari contro la finestra della camera da letto poi, sotto la stessa finestra è stata fatta esplodere una bomba che, per un caso fortuito, causò solo gravi danni strutturali. Non è stato individuato alcun colpevole perché nessuna indagine è stata mai avviata. 

Le cose sembravano procedere bene fino a quando i due soci hanno lasciato il paese e lui ha dovuto mandare avanti l’impresa da solo andando incontro a mille difficoltà. Nicolina gli propose il trasferimento a Nuoro in considerazione degli attentati e anche perché i due figli maggiori, Antonio e Michelina, frequentavano le scuole in città.

Nel capoluogo Giovanni Angelo, dopo aver lavorato in proprio, ha assunto il ruolo di capocantiere alle dipendenze di un’impresa, stimato di tutti in quanto de bonu trattu.

“Mia madre – prosegue Vannina -, dava una mano a mio padre quando, dopo il pensionamento, aveva preso in gestione il dopolavoro della DC”.

Tzia Nicolina, che nel 2022 ha perso il figlio Franco a 68 anni, fino all’anno scorso, è vissuta da sola nella sua casa di viale Repubblica, con la costante presenza dei familiari e l’assistenza, seppur saltuaria, di una collaboratrice. Per il suo carattere schivo non ha mai amato aver gente per casa, ha sempre voluto gestire ogni cosa a modo suo e senza imposizioni. Nell’aprile del 2024 è stata lei a decidere di trasferirsi in Istituto per non condizionare troppo i figli che in quel momento avevano grossi problemi di salute.

Oggi vive serena in compagnia degli altri ospiti della casa che si intrattengono negli ambienti comuni a giocare a carte, a tombola, a guardare la televisione in compagnia del personale attento e premuroso. Su tutto e tutti lo sguardo materno di suor Clementina.

La nostra nonnina ha sei nipoti e tre pronipoti che vanno spesso a trovarla. I ricordi dolorosi le fanno male, non riesce a governarli e tenta di rimuovere il passato. “Perché mi parlate di queste cose antiche”? risponde a chi le chiede dell’elezione a sindaco del marito.

“Recito sempre il rosario – confessa – e prego per tutti. Aiuto il prete durante la celebrazione della messa in cappella, voglio bene a suor Clementina e a tutto il personale. Al Padre Eterno chiedo di conservarmi in vita e in salute”.

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