INTERVISTA ALLA SCRITTRICE FRANCESCA SPANU, AUTRICE DE “IL CORPO SBAGLIATO”: IL DUELLO INFINITO CON L’OBESITA’

Pier Bruno Cosso, Francesca Spanu, Alessandra Ghiani

Il brusio alle mie spalle sfuma in dissolvenza. È arrivata lei.

Siamo nella grande sala, ben gremita, della Biblioteca Comunale di Sassari, per la presentazione di un libro fresco di stampa. Scoprire un libro è come scoprire un tesoro che non sapevi. Non sempre, ma questa volta sì. Tra il pubblico anche scrittori famosi, ci salutiamo con ritegno: con un po’ di pudore perché non è mai chiaro se il saluto sia allo scrittore o alla persona. Così lui risponde per metà, forse perché è gradito per uno soltanto dei due. Temo che per chi scrive la comunicazione verbale a volte sia dislessica.

Ma adesso arriva la scrittrice e attraversa la sala, leggera come un vento di primavera. Per lei, invece, la comunicazione è un abbraccio. Ci comprende tutti. Importanti o meno: è uguale, sono sempre persone. Sensazione di essere vecchi amici che si ritrovano. Sensazione che annoto a margine e la archivio nel disco fisso di memoria. Servirà…

E adesso dov’è? Si sposta come una farfalla. Eccola là in fondo che duetta con Aldo Addis, storico libraio della Koinè Ubik. E subito è più in là, ma finalmente riesco a salutarla mentre ci raggiunge una giornalista di rilievo, nonché sua cara amica: Alessandra Ghiani della associazione culturale Liberos. La loro amicizia è li, si vede, si trasmette, e tocca tutte le corde.

Approfitto del clima pacioso, senza neppure una nuvola: «Aspetta Francesca, una foto con voi: con due donne davvero importanti!».

«Eh, non direi…», e sorridono volentieri al clic di un telefonino.

Francesca Spanu, è lei l’autrice protagonista della serata, accetta di buon grado anche di essere intervistata per i lettori di TOTTUS in Pari. Si lascia coinvolgere con curiosa semplicità: «Certo!».

È facile prendere contatto per parlare anche del suo libro, Il corpo sbagliato (Edizioni Il Maestrale 2025), di cui si è scritto recentemente anche su queste stesse colonne in una bella recensione a cura di Michela Girardi.

È la storia di Cecilia, una giovane donna che deve affrontare un duro duello con la sua patologia: l’obesità. Una vera malattia da star male, perché fa star davvero male, e perché la vedi riflessa in ogni sguardo che sembra deridere, accusare, fino a far stare anche peggio.

L’argomento è serio, per certi toni drammatico, ma se ci si può scherzare su significa che le cose, anche brutte, poi si possono sistemare. Una spruzzata di ottimismo è salvifica, ed è nei dintorni del libro. Così dal palco Francesca Spanu, con Lorena Piras, criminologa, e Alessandro Marongiu, critico letterario, tirano di scherma con l’ironia. L’ironia è un’arma sottile, forse la più intelligente delle armi, e loro la sanno far volare per tutta la sala.

Dieta, cibo, bilancia, chili, amore, cibo consolatore, amore tossico, resilienza, tutto scorre nella presentazione di Francesca Spanu e del suo Il corpo sbagliato.

Il desiderio di tutti noi sarebbe quello di entrare dentro il libro e abbracciare Cecilia. Perché ci siamo, perché ora abbiamo capito. E per un attimo pensi quasi che si possa, sì, si può: è una serata magica.

Bellissima presentazione, complimenti; e grazie Francesca per aver accettato di rispondere a qualche domanda per TOTTUS in Pari. Sei pronta a parlare un po’ di te? Tu hai un cane, o un gatto, o un meraviglioso animale domestico che ami? Come si fa a non amarli? Ti allagano il cuore! Come si chiama, o come si chiamava se lo hai avuto in passato? Ciao Pier Bruno, no non ho animali domestici. In passato la mia famiglia ha avuto due cani Panciullino e Trudy.

Quello che vive con la mia famiglia è un cane, un trovatello dolcissimo, nero nero che si chiama Pipo. Hai mai pensato che loro fanno caso solo alle cose importanti, e alle sciocchezze non badano proprio? A Pipo non interessa se siamo alti o bassi, vestiti alla moda o trasandati, o se siamo magri o grassi. Loro considerano l’essenza delle cose: l’animo, l’affetto, il tempo passato insieme, il cuore… Il contenitore non lo vedono proprio. Non credi che loro siano molto più avanti e noi dovremmo imparare? Ma tanto! Hai ragione, dovremmo imparare dagli animali l’affetto incondizionato a prescindere dalle apparenze.

Durante la bellissima presentazione del tuo Il corpo sbagliato (Il Maestrale Edizioni 2025) nella Biblioteca comunale di Sassari, mi ha fatto male, credimi, davvero male sentirti dire che hai ricevuto offese solo perché il tuo libro racconta di una persona obesa. E poi hai riportato tutte quelle battutine cattive, del vecchio conio, che feriscono la protagonista, che feriscono Cecilia, che feriscono tutti. Ma perché, mi chiedo? Come si fa anche soltanto a pensare di insultare per l’aspetto fisico? Ti sei data una risposta? Potrei insultare un ladro incallito, o dileggiare ferocemente chi mette la pancetta nella Amatriciana. Ma perché, santo cielo, chi si scosta dal modello fisico ideale può essere bersaglio mobile in un campo di tiro, in una terra di nessuno dove tutto è lecito. Come se fosse una colpa. Ma che colpa è? E se pure erroneamente fosse considerata una colpa, non potrebbe certo essere grave. Non grave come la pancetta nel sugo… Non mi piace la pancetta, né nel sugo né arrosto. È grave? Scherzi a parte non so darti una risposta, purtroppo offendere in base all’aspetto fisico è ancora molto, troppo diffuso. Forse perché è più semplice. A volte non si tratta solo di cattiveria, ma anche di ignoranza e superficialità. Nel romanzo Cecilia a volte viene insultata per cattiveria a volte semplicemente con noncuranza senza immaginare l’effetto dirompente e distruttivo su Cecilia.

E poi mi hai fatto commuovere. Dico davvero: davanti alla amarezza, alla rabbia e all’impotenza di Cecilia sono rimasto un po’ lì, nel mio sottobosco umido. Sorpreso nell’incanto della protagonista, che mi ha fatto pensare al Piccolo Principe, atterrata per sbaglio in un pianeta che non vede la sua bellezza. Resistere. In quale piega dell’animo si può trovare tanta resilienza? Nell’anima, nel cuore, nella sensibilità.

E se la persona obesa fosse stata maschio? Non pensi che anche in questo caso l’uomo goda di qualche “sconto” in più? Non so, forse qualche lieve sconto ma posso dire per la mia esperienza come volontaria ascop che anche la vita dell’uomo obeso non è semplice.

Adesso ti chiedo di fare la funambola della sincerità, tu che la sincerità ce l’hai in tutte le cellule: ti disturba che l’ingombrante tema dell’obesità cannibalizzi il valore letterario del tuo libro? La tua scrittura è fantastica, e tuo libro ha un valore letterario indubbio. Sfoglio le tue pagine con un ampio sospiro del petto, di quelli che faccio solo davanti a certe letture, quelle belle, che alimentano l’anima. Ecco, in tutta la presentazione a Sassari si è parlato soprattutto di chili e di disagio: e la tua bella cifra di scrittura? Non credi che, così curata, sia un’altra protagonista del tuo libro? Sai che non so risponderti in maniera adeguata? Forse quello che mi dispiace- se così si può dire- è che nelle presentazioni il tema dell’obesità pur prevalente un po’ fagociti gli altri temi quali la dipendenza affettiva, il valore dell’amicizia, la depressione. Sulla scrittura Ti ringrazio molto, ho lavorato molto su quell’aspetto. Penso che di più non potessi dare.

Leggendoti ho scoperto che abbiamo un problema in comune: le scelte musicali! Se frughi nei miei libri trovi Sally di Vasco Rossi, Balla balla ballerino, di Lucio Dalla, o anche Anna Oxa o Gianna Nannini. Per non dire che davanti ai versi che tu citi di La notte di Arisa mi ritrovo immancabilmente gli occhi umidi. Ma questo deve restare tra noi, tu non dirlo mai a nessuno. Comunque sono scelte che fanno storcere il naso ai puristi della musica, quelli che “Non so di cosa parli, io ascolto solo jazz d’autore…” o quelli del rock che le corde della chitarra devono lacerare l’aria per far male, quel far male che fa bene. Lo so, nel corso della storia si tenta un riscatto, ma quelle citazioni restano, e possono essere prove a carico. Sono contenta di non essere sola nei gusti musicali che tanto mi criticano. La musica secondo me è universale ma i gusti sono soggettivi. Ogni citazione, ogni canzone sono state scelte con cura. Alcune sono omaggi a qualcuno, ma non dirò mai a chi. E chi se ne frega se ci sono le prove? Mi dichiaro colpevole!!!

Francesca e il mare, anzi, il Mare. Chiudi gli occhi e percorri molti chilometri dall’ultimo posto abitato su una strada solitaria, magari sterrata, con un po’ di polvere, qualche fosso lieve, e all’improvviso ti ritrovi in faccia al Mare. Solo tu e il Mare. Sospiro profondo che ti libera di tutti i pesi, aria che profuma di azzurro. Dove sei? Spiaggia o scogli? A cosa pensi? Mare è… Spiaggia, Spiaggia della Marina di Sorso. Mare è vita e pace.

Quando il libro arriva nelle vetrine delle librerie non ti appartiene più , lo sai molto bene. E i lettori vedranno parti di te che forse non volevi; ma il sacro fuco della scrittura ti spinge sempre oltre i confini sicuri. Ti crea un leggero imbarazzo, o pensi che la scrittura più che confessione sia liberazione, come sganciare la zavorra per salire più in alto? L’imbarazzo ci sta, anche il pudore ma fa parte del gioco.

La Sardegna dà dipendenza? La tratti con molto affetto, con leggerissime pennellate che arrivano dall’amore per la tua terra, senza retorica, ma ricche di sensazioni. Ecco, infatti la descrivi con le sensazioni, non con le didascalie, e quindi sei anche tu con la nostra Isola dentro l’anima? Sì amo molto la nostra terra ma non sono fanatica. E mi piace descrivere la Sardegna di oggi. Quella di ieri è stata già raccontata da autori e autrici più capaci di me. E sono tanti.

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2 commenti

  1. Francesca Spanu

    Grazieee

  2. Francesca Spanu ,presenterà il suo romanzo CORPO SBAGLIATO, giovedì 29 maggio, ore 19.00 all” oratorio Madre Teresa di Calcuta , a Muravera.

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