
da sinistra: Bustianu Murru, Antonio Musina e Pasquale Musina
di LUCIA BECCHERE
Nel Salone Deffenu p.zza del Rosario a Nuoro, durante l’incontro promosso dall’Associazione su Rosariu, Bastiano Murru e Antonio Musina hanno relazionato sul tema “La storia nuorese di Abramo de Gasperi e su muntonarju ‘e Plantas.
“Trattasi di due vicende ambientate nella seconda metà dell’800 – spiega Musina -, legate fra loro da un filo comune: la storia di Abramo De Gasperi e la spinosa gestione igienico sanitaria di Nuoro legata a su muntonarju de Plantas”.
“Ho ricostruito la vita di Abramo, abile scalpellino, – afferma Musina -, grazie ai racconti di mio nonno Luigi Gaddari Muzzottu pronipote dell’abile scalpellino.
Abramo De Gasperi (1824-1882), passando per Torino e Genova approda a Nuoro da riva di Trento, oggi riva di Garda, forse disertando l’esercito austro ungarico. Atti certi lo collocano da noi quando nel 1859 sporge denuncia ai carabinieri contro Sebastiana Moro Rubeddu residente nel rione sa Conza perché il suo cane lo aveva morso alla gamba destra, chiede e ottiene la soppressione dell’animale. Un personaggio che sapeva leggere, scrivere e ricorreva spesso alla giustizia perché firmò altre tre denunce.
Nel 1860 sposa Maria Grazia Pusceddu Siotto di famiglia abbiente di santu Predu. Avranno 8 figli – continua Antonio nel ricostruire l’intero albero genealogico -. Un Siotto lo troviamo curato a Lollove e un De Gasperi vice parroco a Mamoiada”.
Vittorio e Giovanni Maria figli di Abramo proseguiranno l’attività del padre. Se a Nuoro non vi è rimasta traccia della sua arte, di recente in una zona impervia del monte Lollove è stata rinvenuta una sua firma risalente al 1874, mentre a firma di Vittorio troviamo molti lavori a Gavoi, a Ollolai e altri paesi della Barbagia.
Nel cimitero, sulla sua tomba a terra è stata apposta una grossa croce in granito alta un metro e 70 cm. certamente realizzata dai figli. A rappresentare la linea generazionale de Gasperi a Nuoro è Giuseppina detta Zoseppedda (1869-1943) residente nella casa di famiglia in via Leopardi, maritata Luigi Todde Murru da cui avrà 9 figli, 4 dei quali vivevano in zona Sa Conza. La figlia Grazia Todde sposata con Bustianu Gaddari Piredda (Muzzottu), residente in via Montebello, muore nel 1918 a 25 anni, dopo aver messo al mondo 3 figli.
A raccontare le avventure finanziarie ed economiche di Abramo e la storia del nostro vicinato chiamato muntonarju ‘e plantas, è Bustianu Murru. “ Il toponimo Plantas – afferma lo studioso -, è riferibile alla famiglia Fadda detta Plantas vissuta a Nuoro fino al 700, famiglia che si incrocia con i Guiso diventando Guiso Plantas. Troviamo Antonio Francesco Guiso Plantas priore di san Francesco nel 1742.
Su muntonarju ‘e plantas – aggiunge Bustianu –, ubicato fra via Leopardi, via Montebello e via Gallura dava molto fastidio per i miasmi, per cui due vicini Sebastiano Sulas e Abramo De Gasperi nel 1861 chiedono la cessione dell’area, appetibile anche al nobile don Gavino Gallisay. Il comune procede all’assegnazione per asta pubblica. A seguito di rinuncia del Sulas, il De Gasperi se la aggiudica per lire 150. Inoltre nel gennaio 1877 il consiglio comunale, delibera di riattare il viottolo di sa Conza per mettere in comunicazione lo stradone sottostante col rione del Rosario”.
Per quanto riguarda il problema dell’igiene pubblica, il sindaco avv. Pasquale Corbu con un’ordinanza, fra le altre cose, imponeva ai proprietari delle case di costruire piccoli canali atti a confluire nei canali maestri della città e, poiché non si osservavano le disposizioni, dal fondo pretura si riscontrano diverse denunce e cause penali intentate contro le infrazioni al codice di pulizia urbana.
La ricerca ha messo in luce altri mondezzai di allora, oltre su muntonarju ‘e Plantas, quello di preda’e s’oru (Incrocio via Roma e via Ferracciu), su muntonarju mandra ‘e preda; (via Ferracciu, incrocio con via Saffi) e su muntonarju de sa Turre (zona Biblioteca Satta), rimasto in attività fino alla seconda guerra mondiale. Si sa anche che i mondezzai venivano incendiati, quello de sa turre rimase in fiamme per un intero giorno. Per porre rimedio a questo stato di cose, nel 1895 il comune bandisce un appalto per la nettezza urbana, ad aggiudicarselo il signor Giovanni Bonamici, originario della Toscana.
Nel vicinato di Santu Predu ancora oggi si trovano le case ereditate dai figli di Abramo, Grazia sposata Gaddari e degli eredi Todde. L’altro ramo De Gasperi lo troviamo a Gavoi dedito alla lavorazione della pietra e dove vive ancora la 95enne pronipote Matilde De Gasperi, custode delle memorie storiche di Abramo.
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