
Un dettaglio del grande Mosaico di Orfeo, rinvenuto a Cagliari da Gemiliano Deidda nel 1756, oggi esposto al Museo Archeologico di Torino
a cura di ORNELLA DEMURU
Gemiliano Deidda nasce a Cagliari il 9 settembre 1721, di cultura enciclopedica e laureato in Medicina, s’interessò di matematica, astronomia, economia, archeologia, tecnologia.
Fu suo il progetto per la riforma monetaria dello Stato sabaudo, che divenne legge del Regno di Sardegna nel 1768.
La chiarezza del metodo e l’esattezza dei calcoli sull’accrescimento e riduzione dei valori rispettivi delle monete da mettersi in corso furono i pregi maggiori del suo progetto.
Per le sue competenze d’ingegneria fu responsabile di molte opere pubbliche, tra cui le bonifiche delle piane di Quartu e di Pula, la deviazione del Tirso, la fortificazione di Calasetta.
Il suo progetto di ricerca dell’acquedotto romano di Cagliari per approvvigionare la città e rendere pubblica l’acqua, lo portò a scavare nella zona occidentale e a rinvenire, nel corso dei saggi di scavo, il noto “Mosaico di Orfeo”.
Lo straordinario manufatto fu imbarcato per Torino. Una parte si perse mentre l’epico tentativo di recuperare l’acquedotto romano e di rifunzionalizzarlo fallì. Sarebbe interessante indagare perché, al di là delle difficoltà finanziarie e operative, testimoniate dalle relazioni dello stesso Deidda, emergono dalle corrispondenze tra i Ministri e i Vicerè contrarietà e diffidenze assai più complesse e profonde che interrogano la classe dirigente sarda.
Poco si sa della vita di Deidda: un fatto sorprendente, se si pensa ai meriti che, in vita, gli vennero riconosciuti dal Re e dai suoi Ministri.
Forse la sua ecletticità, tipicamente settecentesca, suscitò la diffidenza di quella parte del mondo accademico (e politico) che nel dinamismo intellettuale intravedeva un pericolo per i privilegi di casta, ed è possibile che questo clima di ostilità generò contro di lui una sorta di damnatio memoriae.
Lo scrittore cagliaritano Giuseppe E. Monni, ha fatto riemergere la figura di Deidda dall’oblio nel quale la sua terra lo aveva condannato, in un romanzo dal titolo “Il Corpo della città” e pubblicato nel 2015.
Il romanzo di Monni fa riemergere la sua figura dall’oblio, restituendo alla città di Cagliari e alla Sardegna tutta un grande personaggio del quale essere orgogliosi.
Nell’estate del 1760 un uomo promette di risolvere il problema dell’ennesima siccità che affligge Cagliari, portando l’acqua a tutti e per sempre.
Gemiliano Deidda, portavoce delle idee illuministe, di una cultura scientifica orientata al miglioramento delle condizioni di vita della gente comune però genera sospetti e diffidenza.
Afferma il Tola nel suo Dizionario degli uomini illustri “Somigliò al celebre Pascal, non già nella forza del genio, ma per lo stesso impulso che aveva ricevuto dalla natura, e per gli stessi mezzi dei quali si prevalse per conseguire l’oggetto della sua vocazione.
Gemiliano Deidda muore a Cagliari nel 1810 lasciando la sua eredità in “opere benefiche”.