ECCO LA VERITA’ SULLA LIBIA : GIAMPAOLO CADALANU NUORESE RESIDENTE A ROMA E IL LIBRO “SOTTO LA SABBIA”

Giampaolo Cadalanu

“E’ stato il desiderio di denunciare le bugie, sempre all’origine di ogni guerra, a spingermi a scrivere questo libro, bugie colossali che ancora oggi ci raccontano. l’intervento in Iraq contro Saddam Hussein era dettato da interessi non dalle armi di distruzione di massa, stessa cosa è successa con Gheddafi. Sono certo che anche le prossime guerre saranno manipolate con altre bugie e gli interessi reali non saranno quelli umanitari”, spiega Giampaolo Cadalanu, nato a Nuoro e residente a Roma, autore di “Sotto la sabbia -La Libia, il petrolio, l’Italia” Laterza editori.

L’autore, che ha visto la guerra da vicino e ne conosce bene le atrocità, racconta l’intervento occidentale in Libia giustificato per tutelare la popolazione civile mentre l’unico interesse era sotto la sabbia, da qui il titolo, quindi il petrolio, il gas, i rapporti di potere in Medio Oriente e per sottolineare che la guerra non si fa se non con le bugie. E’ inaccettabile pensare che qualcuno possa decidere la vita o la morte di giovani che verranno mandati a combattere. La guerra genera morte, odio e povertà. E’ il male assoluto, non esiste tragedia più grande e non è mai una risposta.

Il libro racconta la storia della Libia dalla presa di potere di Gheddafi fino ai giorni nostri. Descrive gli interessi in gioco, la leadership e gli equilibri di potere. Tutti i protagonisti Libia, Francia, Russia, Inghilterra, avevano in serbo un programma ben preciso e interessi da difendere. l’Italia, che aveva tutto l’interesse a tenere buone relazioni con Tripoli, è stata trascinata dentro la guerra perché i francesi hanno imposto l’intervento armato, Sarkozy voleva nascondere i suoi rapporti con Gheddafi e intendeva eliminarlo. La tutela della popolazione libica era il pretesto. Il rancore mai sopito del colonialismo che Gheddafi cavalcava e il progetto dell’adozione di una moneta aurea comune per i paesi africani dava fastidio a francesi e americani. Certo, Gheddafi era un personaggio imprevedibile e incontrollabile, col suo famoso libretto verde, con una lettura tutta sua fra il socialismo e l’islam, si era discostato dall’Islam. Dopo aver abbandonato il suo sogno di panarabismo, tradito e abbandonato dai paesi arabi perché accusato di finanziare il terrorismo e a seguito del bombardamento americano, ha abbracciato la causa del panafricanismo, il sogno degli stati uniti d’Africa che si portava dentro.

 “Io ero a Tripoli – ricorda l’autore -, e quando è arrivata la notizia dell’uccisione di Gheddafi sono corso a Misurata dove era stato catturato. La cosa più triste è stata vedere il suo corpo per terra in un mercato, dentro un box di macelleria dove ancora c’erano i ganci per appendere gli animali. Mi ha colpito il commento di Berlusconi “ sic transit gloria mundi”. Lì ti accorgi che alla fine il potere non significa nulla”.

Dopo la caduta di Gheddafi, il paese è piombato nel caos, di fatto è ancora diviso fra la Tripolitania a Ovest, protetta dalla Turchia e la Cirenaica a Est in mano alla Russia che ha come punto di riferimento Haftar. Anziano e malato, Haftar è un personaggio ambiguo e i russi che di lui non si fidano più di tanto potrebbero scommettere su Saif al Islam, figlio di Gheddafi, che ha una sua popolarità, un cognome importante, rappresenta la faccia pulita del regime e da tempo ha smesso di indossare giacca e cravatta per vestire gli abiti tradizionali arabi. I Russi vogliono conservare una presenza sul Mediterraneo e quindi accarezzano l’idea di utilizzare il porto di Bengasi, è questo il motivo per cui stanno investendo su Haftar e domani forse su Saif.

Ma le due anime del paese si presentano divorate da odi consolidati nel tempo e la riunificazione adesso è ben lontana e delle famose elezioni presidenziali non se ne parla. 

Il libro, molto interessane e avvincente, non racconta soltanto, ma fa un’analisi chiara e puntuale degli accadimenti e delle cause che li hanno determinati. E’ rivolto a tutti coloro che vogliono approfondire questo tema e hanno l’intuizione che c’è qualcosa che non va nella narrazione delle guerre proposte come operazione di giustizia.

Giampaolo Cadalanu, è attualmente impegnato nelle scuole italiane a parlare della sua esperienza giornalistica, a raccontare che cos’è la guerra, perché nasce e cosa sta succedendo. Il suo obiettivo è quello educare alla pace e informare i giovani che non sempre hanno il background per capire che cosa succede in medio oriente, in Ucraina e nel mondo.

“Sono stato vicino alle guerre – conclude -, amo condividere le esperienze che ho avuto il privilegio di vivere e spero che il mio contributo serva a qualcosa”.

Figlio del compianto pittore Graziano Cadalanu, Giampaolo ha già pubblicato “Skinheads” e “La Guerra nascosta”. Già giornalista del Corriere della Sera, L’Indipendente e La Repubblica, è stato inviato di guerra per circa trent’anni.

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