
di ANTONIO ARCADU
“2000 anni di storia della viticoltura nella regione della Mosella”: un evento esclusivo sul legame storico tra antico e moderno nella vinificazione, con la presentazione del progetto Simbenia, che riscopre le antiche anfore nuragiche come strumento attivo di vinificazione.
Dalheim, Lussemburgo – La lunga tradizione vinicola della regione della Mosella, che affonda le radici in millenni di storia, sarà al centro della conferenza “2000 anni di storia della viticoltura nella regione della Mosella”, in programma giovedì 8 maggio 2025 alle ore 18:30 presso il Teatro gallo-romano di Dalheim. L’evento, organizzato dall’associazione Ricciacus Frënn asbl Duelem e il viticoltore Domaine L&R Kox, gode del patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Lussemburgo, della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese, del Ministero della Agricoltura, Alimentazione e Viticoltura Lussemburghese e del Comune di Dalheim. Tale evento si propone come un’occasione unica per esplorare la storia della viticoltura nella regione, dove le tecniche più antiche di vinificazione locali si sono intrecciate con quelle della civiltà romana, dal Mediterraneo attraverso i fiumi come ad esempio quello del Rodano del Reno e della Mosella.
Il cuore dell’incontro sarà un approfondimento sulla vinificazione in giare di terracotta, una tecnica che ha radici millenarie e che oggi sta vivendo una nuova primavera grazie alla riscoperta delle pratiche antiche. Il ciclo della serata seguirà l’evoluzione dei contenitori utilizzati per la vinificazione, dai primi contenitori di terracotta dell’antichità, fino ad arrivare alle moderne reinterpretazioni.
Relatori ed esperti
A presentare le tematiche saranno relatori di profilo internazionale, che offriranno un’analisi interdisciplinare sui temi trattati, integrando competenze nei settori della viticoltura, dell’archeologia e della storia dell’arte e guideranno il pubblico in questo viaggio attraverso i secoli.
Dr. Daniel Poos, Dottore in medicina, appassionato di scienze naturali e enologia da 40 anni. Autore del libro Storia scientifica della vinificazione, dalla protostoria ai tempi moderni.
Dr. Dimitri Van Limbergen, archeologo e storico, docente presso l’Università degli Studi di Verona.
Prof.ssa Antonella Camarda, docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università di Sassari.
“Simbenia”: alla riscoperta delle antiche anfore mediterranee
Un altro atteso momento della serata sarà la presentazione del progetto Simbenia, curato da Antonio Arcadu, artigiano industriale, modellista per un rinomato marchio motociclistico, grande appassionato di vino in anfora e archeologia. Arcadu ha intrapreso un percorso di ricerca personale che ha portato alla riscoperta delle antiche anfore nuragiche di Sant’Imbenia, provenienti dal sito archeologico di Alghero (XI-VIII secolo a.C.), dove si trova uno dei più importanti crocevia di scambi commerciali nel Mediterraneo.
Secondo una nuova e innovativa tesi, supportata dall’analisi dei testi e dalle pubblicazioni di noti archeologi esperti sul tema, le anfore di Sant’Imbenia non sarebbero state soltanto contenitori da trasporto, ma anche strumenti attivi di vinificazione. Questa scoperta potenziale non sfida le ipotesi precedenti, ma propone una lettura innovativa dell’uso delle anfore nel contesto enologico antico. “È probabile che le anfore Sant’Imbenia fossero dei contenitori polifunzionali, capaci di assolvere a tre diverse funzioni: trasporto (come confermato dagli studiosi), ma anche fermentazione e affinamento” afferma Arcadu.
Il progetto Simbenia: dalla ricerca alla sperimentazione
Il progetto si è concretizzato nella ricostruzione fedele delle anfore di Sant’Imbenia. Grazie al contributo della Prof.ssa Anna Depalmas, docente di Preistoria e Protostoria all’Università di Sassari e Direttore del RIPAM (Ricerche Integrate di Protostoria e Archeometallurgia del Mediterraneo) sono state definite con precisione le proporzioni della nuova anfora sulla base di un reperto proveniente da Las Chorreras (Malaga), datato all’inizio dell’VIII secolo a.C. Una volta realizzato il modello in gesso con i relativi stampi, è stata avviata una produzione limitata di sette anfore grazie all’esperienza degli artigiani di Artenova Terrecotte (Impruneta, Firenze) per poter procedere alla successiva fase di sperimentazione.
La sperimentazione
Il viaggio di ricerca ha inizio nel 2021, quando Arcadu visita cantine in Italia, Francia, Spagna, Lussemburgo e Giappone, alla scoperta dei segreti della vinificazione in anfora di terracotta. Raccoglie testimonianze preziose e osserva da vicino le tecniche di artigiani che utilizzano questo metodo millenario. Nel 2024 decide di dare forma a una sperimentazione concreta, coinvolgendo produttori con visioni differenti e approcci complementari, tra cui anche una realtà che non aveva precedenti esperienze con questo tipo di contenitore: la Cantina Gostolai di Oliena, in Sardegna. Conosciuta per il suo rigore tecnico e l’attenzione scrupolosa agli aspetti chimici e analitici del vino, Gostolai porta nel progetto un punto di vista prezioso e inedito, contribuendo a verificare, mediante un approccio scientifico, l’evoluzione dei vini nelle anfore sperimentali e a confrontarla con quella degli stessi vini vinificati in acciaio.
L’incontro con la cantina lussemburghese Domaine L&R Kox costituisce una tappa cruciale del progetto. Nel luglio 2014, Corinne Kox ha introdotto le antiche giare di terracotta georgiane, note come ‘kvevri’, un metodo di vinificazione secolare riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio culturale immateriale dell’Umanità. Grazie alla loro lunga esperienza con queste tecniche tradizionali, i Kox sono diventati i protagonisti della sperimentazione, contribuendo a sviluppare un protocollo di vinificazione condiviso con il terzo produttore coinvolto nel progetto, La Torretta Bio (Grottaferrata, Roma) che in vigna ed in cantina applica con rigore i principi della biodinamica. Domaine L&R Kox esamina l’evoluzione del vino delle anfore sperimentali durante il processo di fermentazione, confrontando i risultati ottenuti nelle sue “kvevri” e ampliando l’analisi includendo anche le barrique, al fine di valutare le differenze nelle dinamiche di ossigenazione e l’influenza dei diversi materiali sulle caratteristiche organolettiche del vino.
L’obiettivo della sperimentazione è ambizioso: ottimizzare il processo di vinificazione in funzione delle dimensioni delle anfore rinnovate, calibrando i tempi di macerazione e altri parametri critici, al fine di esaltare le caratteristiche organolettiche del vino.
Un progetto profondamente radicato in Sardegna, ma con un respiro europeo
Un progetto che nasce in Sardegna e parla un linguaggio europeo, proprio come le anfore di Sant’Imbenia, che tremila anni fa solcavano le rotte del Mediterraneo, trasportando vino, olio, spezie, metalli e conoscenza. Oggi, quelle stesse anfore tornano a viaggiare, non più spinte dal vento, ma mosse dal desiderio di riconnettere luoghi, saperi e visioni. Dalla Sardegna all’Europa, la sperimentazione diventa ponte tra tecniche millenarie e ricerca contemporanea, offrendo una chiave per immaginare il futuro del vino.
Degustazione finale
Al termine della conferenza, i partecipanti avranno l’opportunità di degustare i primi risultati di questa sperimentazione enologica unica nel suo genere, apprezzando il vino che rievoca il fascino delle antiche tecniche di vinificazione. Ci sarà anche una degustazione di vini della attuale produzione della Domaine Kox, La Torretta Bio e Gostolai, Domaine Krier-Welbes, Domaine Sunnen- Hoffmann, Domaine Fränk Kayl e formaggi italiani e lussemburghesi forniti da Aldo Bei. Gli allestimenti floreali dell’anfiteatro sono a cura di Moes Frères.
Dettagli evento:
Data: 8 maggio 2025, ore 18:30
Luogo: Teatro gallo-romano di Dalheim, Lussemburgo
Organizzatori: Associazione Ricciacus Frënn asbl Duelem
Patrocinatori: Ambasciata d’Italia in Lussemburgo, Camera di Commercio Italo-Lussemburghese, Ministero della Agricoltura, Alimentazione e Viticoltura del Lussemburgo, Comune di Dalheim, Centro dei Monumenti del Lussemburgo