LA CHIESA E IL MONASTERO DEL CARMINE DI ORISTANO: IL NUOVO LIBRO DI ANTONIO PINNA SUL ‘GIOIELLO DEL ROCOCO’ IN ITALIA’

“Il gioiello del rococò in Italia” così è stata definita la chiesa del Carmine di Oristano dallo storico dell’arte Corrado Maltese nel 1962. Fu inaugurata il 12 aprile 1785. L’opera è stata finanziata da don Damiano Nurra, marchese d’Arcais e progettata dall’architetto sabaudo Giuseppe Viana. Rappresenta un modello di “architettura di luce”. L’interno, non ostruito da colonne, consente la diffusione morbida e avvolgente della luminosità offerta dagli ampi finestroni laterali, ovali e dal finestrone reniforme che spezza il timpano della facciata. Le decorazioni, gli stucchi, le volute e le balconate hanno la delicatezza del tardo barocco piemontese.

Nel volume viene indagato l’interno con la sua unica navata, affiancata da quattro cappelle semicircolari, il presbiterio con il suo impianto marmoreo nella balaustra e nell’altare maggiore, opera del professore di marmo Giovanni Battista Spazzi, appartenente ad una famiglia di marmorari originari della Valle di Lanzo nelle Alpi Occidentali, scelti dal potere sabaudo per il loro stile rococò. 

La chiesa, aperta per le visite il mercoledì e sabato mattina, fa parte dal 2019 del progetto “Aperti per voi” del Touring Club Italiano, l’unico sito in Sardegna. Notevole è l’impianto del convento, abbandonato dai Carmelitani nel 1832, e entrato a far parte del demanio statale nel 1866. Riportato alla piena luce dopo un importante restauro di quaranta anni fa. presenta un ampio e suggestivo chiostro con il pozzo centrale. È sede del Consorzio UNO, l’università oristanese. Nei suoi locali si tengono lezioni, seminari, conferenze.

Il volume contiene la storia dell’Ordine Carmelitano in Sardegna ed un capitolo sulla figura di don Damiano Nurra, marchese d’Arcais, assurto ai vertici della nobiltà sarda nel Settecento, mecenate e signore malvisto dalla popolazione dei paesi rurali dei Campidani intorno ad Oristano per le sue esose e ingiustificate tasse feudali.

Il libro si conclude con la presentazione del progetto del Touring Club Italiano “Aperti Per voi” che include la chiesa oristanese, unica in Sardegna. Nelle mattine di mercoledì e sabato il sito è aperto al pubblico che può usufruire dell’opera dei volontari del TCI che accompagnano le visite di cittadini e turisti.

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