“ISTELLA MEA”, L’ULTIMO ROMANZO DI CIRIACO OFFEDDU, TRA REALTA’ E SENTIMENTO

Ciriaco Offeddu

Ciriaco Offeddu, ingegnere elettronico, manager, fondatore e presidente di gruppi di società di servizi industriali e commerciali nel mondo, intellettuale e scrittore, nato a Nuoro, ha lavorato in Asia per oltre vent’anni e ha ottenuto un Master in Scrittura Creativa alla City University di Hong Kong, una delle migliori al mondo, con docenti di fama internazionale, con lode e tesi su “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakov. Torna ora in libreria col romanzo “Istella mea”, Giunti editore. Candidato al premio Strega 2025, tra i primi posti della classifica di vendita sia nazionale, sia della narrativa.
Nel romanzo, ambientato nella Sardegna dei primi anni ’60, realtà e sentimento si fondono, le storie si intersecano e si ripropongono, in un lungo viaggio di un’umanità dolente alla ricerca della verità e del bene. Un universo misterioso e avvincente, popolato da mostri, sogni, segni e da una surbile con strani rituali e indiscussi poteri. Di Offeddu colpisce lo spessore culturale, scevro da qualsiasi ostentazione, la capacità impareggiabile di chi conosce l’arte e la magia di creare. Al di sopra di ogni cosa l’amore per la sua terra e la sua gente.
“I miei riferimenti – spiega l’autore – sono innanzitutto “Il giorno del giudizio” di Salvatore Satta e “Il maestro e Margherita” di Bulgakov. Per quanto alla lotta tra il bene e il male mi riferisco a Dostoevskij, secondo il quale la lotta si svolge nel nostro cuore, nel cuore di ciascuno di noi. È lì che il bene trionfa oppure viene sconfitto. Non era mia volontà – prosegue – fare un romanzo su Nuoro o sulla Sardegna ma su una donna e su un certo tipo d’amore, quello di Kierkegaard per il quale l’uomo è sempre di fronte a una scelta, e il superamento della paura, dell’angoscia e della disperazione richiede la scelta di un amore che va nutrito e coltivato. L’amore è dunque una decisione che va sostanziata ogni giorno coi fatti, per tutta la vita. Il resto sono solo parole, intenzioni”.


Tutti i personaggi del romanzo sono veri, più o meno romanzati, più o meno camuffati, ma tutti esistiti. Offeddu esplora la psicologia femminile nel bene e nel male, fuori dagli stereotipi, analizzandola nell’arco di una esistenza, con tutti gli accadimenti che possono turbarla, sviarla o distruggerla. “La Sardegna prepotentemente torna sempre a galla, per sua natura e portandosi dietro la sua religione, la sua folla di disturbati e gli sfasci prodotti da una colonizzazione selvaggia, ma la protagonista e l’antagonista sono due donne tremendamente reali. Chi non ha mai incontrato una surbile, una persona che succhia l’energia vitale di chi le sta vicino, che svuota gli affetti e i sentimenti, cha brucia tutto attorno a sé?”
I personaggi maschili sono secondari a quelli femminili?
“Ogni lettore coglie del libro qualcosa. Per me gli uomini, che appaiono erroneamente secondari, rappresentano invece figure a tutto tondo, fondamentali per la narrazione: Martino che sceglie l’amore, e dunque la morte, per non cedere al male che lo manipola; il padre di Rechella (tante lettrici me l’hanno descritto con passione); padre Costantino l’orgolese; Zolu Fodde (altro grande protagonista), Prededdu, Gavino, ecc.”
Cos’è il soprannaturale?
“Combatto contro l’ignoranza materialista. Gran parte della letteratura tratta del soprannaturale, da Omero a Dante sino appunto a Bulgakov per arrivare certo a Gabriel Márquez e al suo realismo magico. Persino nel Giorno del Giudizio, scritto da un rigoroso giurista, ci sono scene che richiamano le surbile, i diavoli, ecc. In realtà, ma non voglio convincere nessuno, non c’è nessuna magia nel fatto che, come diceva San Paolo, l’altro mondo è qui con noi, è in mezzo a noi. Istella mea prende atto del soprannaturale come pure del male, non inventa niente”.
Cosa differenzia su disterru da le mal du pays?
“Su disterru è un sentimento ben più tragico, a drammatizzarlo intervengono fattori storici che non abbiamo mai voluto considerare (Umberto I, ad esempio, ci ha fatto tornare al Medio Evo senza banche e moneta), così come mai abbiamo voluto studiare a fondo l’emigrazione e per questo motivo, incapaci ormai di imparare, stiamo andando a fondo”.
A chi suggerisce la lettura del suo libro?
“Non “ai morti che seppelliscono i morti” ma a chi agisce preservando la speranza, a chi pianta gli alberi a settant’anni perché non crede alla morte come dice il poeta turco Hikmet, e a chi ama l’amore”.

https://ortobene.net/

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Un commento

  1. Antonietta Langiu

    Con affetto invio un carissimo augurio di buona e serena Pasqua a tutti gli appartenenti a Tottus in Pari

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