CUCCIOLI E BIMBI, UNA PASQUETTA PARTICOLARE: IL RACCONTO

Purpuredda guardava commossa i suoi cinque cuccioli appena nati mentre, ancora aggrappati al suo ventre osservavano smarriti il mondo attorno a loro. Nati dall’incrocio di un maremmano con un pastore tedesco, piccoli piccoli, con gli occhietti semichiusi cercavano affannosamente le turgide mammelle per succhiare il latte materno. Mamma cagna, spossata dal parto e abbandonate le sue membra al riposo, se ne stava in fondo al fienile dentro la cuccia dove si era rifugiata per il lieto evento. Il suo padrone, Banni, l’aveva seguita e coccolata per tutta la gravidanza, felice di far conoscere l’intera nidiata ai suoi bambini che, avendo seguito il percorso della gestazione con molta premura, ora attendevano impazienti di mostrare loro i nuovi arrivati dei quali il padre aveva parlato a lungo.
Era Pasquetta e tutta la famiglia si sarebbe recata in campagna per festeggiare la ricorrenza all’aria aperta. Sarebbe stato quello un giorno di grande festa per i bambini che avevano scelto per i nuovi arrivati i nomi di Ivanineddu, in ricordo dell’amico Ivan che si era trasferito in Continente, Mollicu dalle zampette soffici, Carotino dagli occhi color carota, Borbottino che, dati i suoi segnali d’impazienza, sembrava lo scontento di turno e Iscuricau il quale, a differenza degli altri dal pelo bianco come la neve, era scuro come il carbone. I cuccioli si tenevano sempre stretti stretti scodinzolando ininterrottamente, linguaggio gestuale con il quale comunicavano fra loro e col mondo, tuttavia mostravano di mal sopportare il fratellino dal manto scuro respingendolo con il musetto e le zampette per impedirgli di succhiare il latte materno e, poiché faticava a fronteggiare la loro manifesta ostilità, se ne stava spesso in disparte.
Alle prime luci dell’alba, mentre Iscuricau ancora una volta escluso dalla poppata era andato a rintanarsi in un angolo buio, sopraggiunse un ladro che, approfittando dell’assenza del padrone, si portò via Ivanineddu, Mollicu, Carotino e Borbottino, scomparendo nel nulla. Non si avvide del cucciolo che, impaurito, trattenendo il respiro si nascondeva in un angolo protetto dal suo manto scuro. A nulla valse l’abbaiare di mamma cagna messa a tacere a colpi di bastone.
Al suo arrivo, Banni udì un sofferto lamento provenire dal fienile dietro la casa, di corsa si precipitò all’interno e non trovò quattro dei cinque cuccioli, mentre scorse Iscuricau, addossato al muro, ancora in preda alla paura.
Subito si mise alla ricerca dei piccoli meticci pensando bene di sfruttare l’olfatto di Iscuricau che con il suo fiuto provvidenziale lo guidò attraverso un sentiero fino ad un vecchio casolare dove i cagnolini erano stati rinchiusi. Nel vedere Iscuricau giunto in loro soccorso, i quattro fratellini guairono felici e, scodinzolando festosi, si disponevano a cerchio attorno a lui mentre il padrone li ricopriva di carezze. L’autore del furto riuscì ad evitare la denuncia per aver chiesto scusa del suo vile gesto.
Fu così che Iscuricau, non solo ritrovò la meritata serenità ma, da quel momento in poi, divenne il beniamino di tutta la sua famigliola.

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