
di CRISTOFORO PUDDU
In questo mio paese
Amato allo stremo
Sopravvivono solo vecchi
Che inciampano su parole
Con passi di fatica
E memorie gravide di vuoto.
L’infinito vissuto
È ormai in briciole
Di scarnificato dolore.
Ora, esplosa la primavera
Con il nefasto Covid 19,
Ancor maggiormente triste
È il nostro goceanino paese;
Non si odono preziosi
E rari strilli gioiosi
Di bimbi giocare per strada;
Agli incroci delle vie
Non si scambiano promesse
E sorrisi con sguardi furtivi
I giovani innamorati;
Che strazio le file necessarie
In farmacia e ambulatorio
O per gli alimentari:
Si sta così distanti
Da sembrare scortesi
E assurdamente tra sconosciuti.
E anche la Fede
È una supplica segreta
Di comunione non esternata.
Ma come per la Pasqua
Verrà il giorno
Che tutti risorgeremo
E le catene del dolore
Si spezzeranno per una ritrovata libertà.
I versi di Cristoforo Puddu quasi un fermo immagine di quei terribili giorni. La potenza e la forza evocativa della poesia per riflettere e non dimenticare la tragedia della pandemia, le morti, lo smarrimento, le paure, le angosce, la solitudine, il distanziamento.
Un dramma sanitario e sociale da non rimuovere, ma da tener sempre vivo nelle nostre coscienze.