l’autrice dell’articolo
di ANNALISA ATZENI
Un giorno, nel silenzio di una notte senza tempo, Cabudanni e Capodanno si incontrarono. Cabudanni, avvolto in un mantello di spighe dorate e profumi di terra bagnata, guardava con occhi antichi il giovane Capodanno, che brillava di luci artificiali e tintinnava di bottiglie di vetro.
«Chi sei tu?» chiese Capodanno, curioso di quell’ombra che sembrava respirare la saggezza del mondo.
«Io sono Cabudanni,» rispose l’anziano, «e porto con me il ricordo di un tempo in cui gli uomini dialogavano con la terra, rispettandola e celebrandola. Un tempo in cui il nuovo anno non era scandito da fuochi d’artificio, ma dal raccolto del grano e dal canto del vento tra le colline.»
Capodanno si sedette accanto a lui, affascinato. «Raccontami di quel tempo. Voglio capire.»
Cabudanni sorrise, accarezzando una spiga che teneva in mano. «Allora ascolta. Quando il grano migliore veniva raccolto, si metteva in ammollo il 31di agosto, la nostra antica soglia dell’anno. Il giorno dopo, le famiglie si riunivano per cuocerlo insieme in grandi pentole, trasformando il semplice trigu cottu in un rito. Con saba o miele, il grano diventava un simbolo: dolce come la vita che auguravamo agli altri, radicato come la terra che benedicevamo. Questo gesto non era solo per noi, ma per la pace tra gli uomini e il rispetto per il creato. Era il nostro modo di ringraziare l’universo.»
Capodanno chinò il capo. «Io non conosco questi gesti. Porto con me clamore e consumismo. Eppure sento che qualcosa mi manca.»
Cabudanni lo fissò con occhi profondi. «Non è mai troppo tardi per imparare. Insegna agli uomini che non si può vivere solo di euforia, ma di connessione. Chiedi loro di mettere da parte i brindisi vuoti e di condividere un gesto che li leghi alla terra. Porta avanti l’antico rito del trigu cottu: che le loro mani plasmate dal miele ricordino la dolcezza della vita condivisa, e che la pace non sia solo parola, ma offerta concreta alla Terra Sarda, madre di tutti i popoli.»
Capodanno annuì, promettendo di onorare il consiglio del vecchio. E così, nella quiete di quella notte, un patto fu stretto. Da allora, in ogni angolo del mondo, quando si spegneva il frastuono dei festeggiamenti, un piccolo gruppo di uomini e donne tornava a celebrare il Capodanno alla maniera di Cabudanni: con gratitudine, dolcezza e un pensiero di pace che viaggiava dalla terra al cielo.
Ricetta de “Su trigu cottu”
Tramandata da Chiara Schirru, mia bisnonna, a mia mamma Elena Cao, documentata durante l’ultima intervista, nel 2014, per recuperare questa preziosa tradizione di famiglia.
Ingredienti (per 10 persone)
1 kg di grano (il migliore, scelto dal grano destinato alla semina)
5 litri di acqua
Saba e miele millefiori
Procedimento
Ammollo:
La mattina del 30 dicembre, metti il grano in ammollo in una pentola capiente con i 5 litri di acqua. Lascialo riposare per 24 ore.
Cottura:
Il 31 dicembre, verso mezzogiorno, porta la pentola con il grano e l’acqua sul fuoco.
Cuoci il grano per circa 1 ora o fino a quando risulta morbido. Mescola di tanto in tanto e controlla la consistenza.
Raffreddamento:
Una volta cotto, copri la pentola con un coperchio.
Sistema la pentola dentro un grande cesto (detto cadinu riempito con fieno anticamente).
Avvolgi il tutto con una coperta spessa per mantenerlo al caldo mentre si raffredda lentamente durante la notte.
Preparazione e utilizzo:
Il mattino del 1° gennaio, scola il grano raffreddato.
Prepara le ciotole: la prima è destinata alla benedizione del fuoco, del forno, dell’aria, della terra e del creato, come rito propiziatorio per l’abbondanza e la prosperità.
Le altre ciotole, condite con saba o miele, sono offerte a parenti e amici come augurio per il nuovo anno.
Le ciotole rimanenti sono destinate ai figli e ai nipoti che visitano la famiglia a Capodanno.
Significato Tradizionale
Su trigu cottu rappresenta un rito propiziatorio antico, carico di simbolismo: il grano è segno di vita, prosperità e abbondanza. La preparazione e la condivisione di questo piatto sono gesti di amore e augurio che si tramandano da generazioni nella nostra famiglia.
Auguri di serenità, amicizia e bene
Raccolgo l’occorrenza, per esprimere i più sinceri e sentiti auguri a Te e alla Tua famiglia, auspicando un anno 2025 pieno di serenità, di soddisfazione e di prosperità… e soprattutto di salute.
Grazie di cuore ❤️ altrettanto a te.
Che bel ricordo che ho del grano cotto, mamma Assunta donna di altri tempi preparava questa ricetta, io ero piccola ma la seguivo nella preparazione. Ricordo quando avvolgeva la pentola con dei panni e la posizionava ben coperta nel pagliaio , era un rito per lei. Poi crescendo ognuno ha preso la sua strada e l’usanza del grano cotto in casa si è persa, ma non si è persa nella mia mente .
Grazie Annalisa e Max per avermi riportato indietro nel tempo ❤️
Grazie a te Maria,
Mi racconti qualcosa di tua mamma ❤️
Grazie di cuore ❤️
Bellissima Annalisa 😘
Grazie di cuore ❤️
Tonina ❤️ le nostre bisnonne si conoscevano bene ❤️
Che meraviglia 😍😍😍
Grazie di cuore ❤️ carissima Graziella 💖
Buon anno ♥️
Grazie di cuore Lina ❤️ altrettanto a voi ❤️
Buon anno Annalisa ricco di novità e tante belle esperienze 🥂
Grazie di cuore ❤️ altrettanto per te magiche esperienze e qualcuna magari condivisa ✨💖
GRANDE 💪
Grazie di cuore Giò ❤️
Fantastica ❣️
Bellissima tradizione 😍 grazie per averla condivisa!
Is candeberis 😍 nel mio paese, ancora onoriamo questa bella tradizione, alba del 31 dicembre😝 giovani e adulti a ” peri’ is candeberis in meras bixia(n)us, bellu spassiu, cantendu, pedendu zerriendu e sonendu sa pingiaredda 😜😜