IL TEMA DELLE ENERGIE RINNOVABILI: L’AULA MOSSA DELLA FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA DI SASSARI HA OSPITATO IL SEMIMARIO SULLE AREE IDONEE

Il tema che in questi tempi in Sardegna prende sempre più campo è quello delle energie rinnovabili. Tema nutrito da molteplicità di fattori tra i quali il futuro economico e ambientale della Sardegna e il diritto “negato” della sua autonomia. Forti componenti che richiedono ampi dibattiti e confronti tra le parti sociali. L’associazione TIRIA si è proposta di dar forza e sostanza a questi dibattiti e confronti promuovendo, il 18/12/24, il seminario “La legge sulle aree idonee alla prova della democrazia” nell’aula Mossa della facoltà di Giurisprudenza di Sassari.

L’incontro, moderato da Leandro Cossu dell’associazione organizzatrice, si è aperto col saluto del Magnifico Rettore dell’UNISS Gavino Mariotti, del direttore Dipartimento di Giurisprudenza Prof. M. Comenale Pinto, del Presidente dell’Ass. TIRIA Alex Mueller.

RelatorI: Prof. Omar Chessa (Prof. di Diritto Costituzionale presso UNISS); On. Roberto Deriu (Consigliere Regionale PD); On. Stefano Tunis (Consigliere Regionale di Sardegna 20Venti); Avv. Michele Zuddas (Avvocato); Ing. Giovanni Cossu (Ingegnere Industriale).

Il Prof. Omar Chessa ha aperto i lavori partendo con la disamina dell’art. 9 della Costituzione per chiarirne le priorità contenute nel testo e gli ambiti nei quali le leggi passate e future dovevano e devono attenersi; così anche per l’art. 117 della Costituzione ed arrivare allo Statuto della Regione Autonoma della Sardegna, esaminando la legge n. 20/2024 sulle aeree idonee. Evidenziato che nella sua articolazione esistono dei vulnus che la potrebbero rendere inattiva o controproducente ad esaudire le funzioni per la quale è stata promulgata: “difendere il nostro territorio dalla speculazione energetica”. È stato ricordato che per tale funzione il panorama legislativo costituzionale offriva e indicava percorsi giuridici più urgenti ed efficaci per la tutela del territorio dalla speculazione.

L’On. Roberto Deriu, consigliere di maggioranza dell’attuale Consiglio RAS, ha sostenuto che il percorso legislativo che hanno intrapreso era quello più atteso e indicato dal governo centrale a Roma. La Giunta ricorre comunque a tutto lo spazio legislativo disponibile, o concesso alla RAS, in modo da concorrere e armonizzarsi con gli obiettivi nazionali.

L’On. Stefano Tunis, consigliere di minoranza nell’attuale Consiglio RAS e consigliere di maggioranza nella precedente amministrazione, propone un escursus storico sul tema energetico della Sardegna, evidenziando che tutto ciò che sta accadendo adesso era stato programmato da qualche decennio. In questo frangente avrebbe dato priorità legislativa alla legge “Pratobello24” e non alla legge 2O “aree idonee”.

L’Avv. Michele Zuddas alla luce della Costituzione “materiale” e di quella “formale” trova esaudito il principio democratico nella Costituzione “formale” che riconosce la priorità di promulgazione alla legge “Pratobello24” che, se attuata, conferisce alla Giunta un potere gestionale contro la speculazione energetica di grado primario; opzione già supportata da sentenza della Corte Costituzionale. Il percorso giurisprudenziale adottato dalla Giunta appare dubbio per fronteggiare la speculazione energetica, quanto sospetto nel portare alle lunghe la concreta attualizzazione della “Pratobello24”.

L’ing. Giovanni Cossu dimostra con dati ufficiali TERNA e degli Enti Europei per l’energia, che i livelli di produzione energetica, predisposti ed imposti alla Sardegna sono inutili e dannosi, sotto ogni profilo ed esosi per tutta la nazione spiegando come il 37% della energia prodotta in Sardegna venga buttata a mare.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

2 commenti

  1. Complimenti ad Anacleto per il suo articolo.Sono del parere che l’ attuale Giunta regionale, la Presidente e l’ intero Consiglio Regionale debbano esaminare ed approvare all’ unanimità la proposta di legge popolare “PRATOBELLO ’24”, voluta e votata democraticamente da più di 211.000 cittadini Sardi. Non riesco a capire come la D.ssa Todde si intestardisca a non capire e a non ascoltare i cittadini della sua Regione Regione fra cui ce ne sono tanti che hanno votato per le sue liste in Sardegna in occasione delle ultime elezioni regionali. Ascoltare i cittadini è un segno elementare e significativo di educazione e di democrazia. Considerato che la D.ssa Todde dovrebbe conoscere la letteratura e filosofia greca e latina, la invito a leggere attentamente l’ opera di Plutarco dal significativo titolo :” Del saper bene ascoltare gli altri”.

  2. Mi permetto di fare una puntualizzazione sull’intervento dell’Ing. Giovanni Cossu perché la sintesi del suo pensiero risulta riduttiva.
    La discussione verte sulle perdite di carico degli impianti.
    Gli impianti elettrici, come gli impianti di riscaldamento o gli impianti idrici, subiscono un depotenziamento in proporzione alla distanza tra il centro di produzione e la sede di recapito. Ciò vuol dire che se si immettono dalla Sardegna 100 KW nella rete che devono raggiungere la destinazione posta a 512 Km di distanza (Sardegna – Sicilia nel caso del TL in questione), in Sicilia arriveranno 63KW (-37%).
    Risolvere che “Il 37% della energia prodotta in Sardegna venga buttata a mare”, può apparire fuorviante. E questo per almeno 2 motivi:
    1) I cavi elettrici fisicamente disperdono energia, e qui, abbiamo poco da discutere sino al miglioramento delle tecniche costruttive dei cavi;
    e l’altro motivo, non citato ma importantissimo, è che il COSTO di questo 37% di energia dispersa dai cavi, non vanno affatto persi! Qualcuno li paga.
    E chi li paga?
    Il costo della dispersione di energia viene proporzionato nella della bolletta della luce con la dicitura: “Spese per il trasporto dell’energia elettrica e gestione del contatore”.
    Quest’ultima considerazione apre il discorso su quanto sia conveniente produrre energia elettrica in Sardegna e apre, successivamente, il discorso delle quote di CO2 attribuite alla Sardegna attraverso il calcolo aberrante basato sulla superficie territoriale e non, invece, sulla densità di popolazione territoriale. Calcolo, il primo, che fa risultare la Sardegna più inquinante della Lombardia! E che è alla base della convinzione di molti che sia necessario distruggere un territorio di preminente interesse archeologico.
    La Sardegna è un museo archeologico a cielo aperto, sono oltre 50.000 le aree (+, si stima, altrettante ancora da scoprire) che ospitano Nuraghi, Pozzi sacri, tombe dei giganti, domus de janas, menhir, dolmen, circoli megalitici, fonti nuragiche, templi nuragici e manumenti del periodo punico e romano.
    Ma i periti incaricati da queste multinazionali (ramificate principalmente in SRLS da 1€), i reperti archeologici non li possono vedere, e concludono che non ci sono.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *