di MIRELLA MANCA
Su molinu e s’olia si trova in un seminterrato da sbirciare dalle finestre strette e lunghe. Il bambino si inginocchia e da quei lunghi occhi osserva rapito quei maschi tarchiati e possenti accanto al carro carico di grossi sacchi di juta che abbrancano ad uno ad uno per la bocca arrotolata ben stretta e se li caricano in spalla come se fossero piume. Li svuotano nella vasca concava e rotonda dove le bacche violacee vengono schiacciate dalla mola dal ripetuto girare di un asino,trtrtrtttt. Ne viene fuori una poltiglia color fango che penetra, amarognola, nelle narici. Alcuni uomini, raccolgono la pasta oleosa e riempiono su sportinu da impilare nel torchio per la spremitura; altri spingono avanti e indietro una leva robusta e si avvicendano con le misure di latta dove sgorga una densa fontanella dorata. Fuori dal mulino, nell’uscita della strada sottostante, un giovane libera su sportinu dai noccioli schiacciati, sbatacchiandolo a una roccia per poi sciacquarlo abbondantemente. Rivoli scuri dall’odore untuoso si allungano verso i fossi. Il bambino ha freddo, ma là sotto sono tutti lucidi di sudore. Forti come i leoni nell’arena. Nel mulino c’é la nebbiolina della sudorazione degli operai e delle bestie in attesa che diffondono il loro afrore. È un’ immagine da girone dantesco che il bimbo non vuole dimenticare, anzi, vorrebbe essere uno di quegli uomini vigorosi.
È una crescita contorta quella dell’ulivo. Simbolo di saggezza e di pace tra i greci e tra i romani, è sempre stato un frutto apprezzato per la molteplice versatilità, sia in cucina che come rimedi speziali e unguenti per la pelle, ma come ogni cosa di buona tempra anch’esso attraversa dolorose vicissitudini. Incenerito fino alla radice da incendi criminali e particolarmente svilito dall’Era consumistica di massa che ha portato i popoli all’utilizzo di prodotti di provenienza estera, raffinati o miscelati con diversi grassi vegetali, senz’altro più economici, ora va a riprendersi i giusti meriti di eccellenza alimentare. Pur se lungo tempo relegata a un uso quasi famigliare, ad oggi l’olivicoltura è in piena ripresa, e dell’olio Evo ne è raccomandato l’uso da diverse aziende di ricerca alimentare per le ormai note caratteristiche nutraceutiche. Non per niente l’Ogliastra si trova al novero delle 5 Blu zone individuate al mondo per longevità e salute. Fortunati erano, e sono, coloro che impiantano un uliveto e ancora meglio chi ne ha ereditato uno già in fase produttiva.
C’è grande fermento per la preparazione dell’edizione di Pane e Olio che avrà luogo a Ilbono sabato 23 e domenica 24 novembre perché gli ilbonesi, amanti della tradizione olivicola, cercano di reggere alle rigide regole del mercato, che in un modo altro fa sì che l’olio EVO sia un prodotto di nicchia. La passione del buon frutto, -evidenziata anche nei murales locali- la convivialità coinvolgente della sua raccolta, la bontà e durata dell’olio EVO hanno dato un tratto ben definito all’intera zona. L’ultimo fine settimana di novembre, si degusteranno le prelibatezze dell’antica cucina ogliastrina in circa 13 cantine ornate a tema e ci saranno diversi espositori che porteranno il visitatore a scoprire arti, tradizioni e costumi del paese. Dall’aperitivo al dessert sarà la cordialità, che da sempre distingue questa popolazione aperta all’ospitalità, a dare gusto alle pietanze di pane, pistoccu, pasta e gnocchi conditi con sughi succulenti alla cacciagione, salsiccia etc, culurgiones di patate e pecorino al pomodoro e basilico,culurgiones fritti e arrosto, come anche quelli gluten-free; salumi, olive e tanti preparati casalinghi, così come per le altre edizioni, saranno approntati anche nella speranza di far apprezzare ancor di più le colline intorno al paese, portando a nuova vita il prodotto principe: l’olio Evo.
La manifestazione che si rinnova per la 22 esima edizione, è resa possibile dalla sinergia di diversi enti e associazioni: principalmente si occuperanno della parte economica e dell’organizzazione: il Comune di Ilbono, la sua amministrazione ‘Ilbono Laborioso’ e il Centro Commerciale Naturale. Partecipazioni economiche arriveranno dall’Assessorato al turismo, artigianato e commercio della Ragione Sardegna, dalla Fondazione Sardegna, dall’Unione dei Comuni d’Ogliastra, mentre per gli interventi culturali presenzieranno: l’agenzia Laore, il GAL Ogliastra e l’Organizzazione Olivicola Apos. Vitali e operosi saranno i protagonisti de is mangasinus a tema, dei gruppi Folk, delle associazioni culturali locali esperti di maschere e costume, degli organettisti e artisti espositori; il tutto animato da gruppi musicali itineranti e non che faranno da cornice all’evento.
Da non perdere: le visite al museo sa Omu de is Duccusu, che a breve diventerà museo archeologico/ etnografico e la visita guidata al suggestivo sito archeologico Scerì.
Graziealla rivista Tottus in PARI che si occupa della nostra Sardegna e della diffusione di notizie e tradizioni sarde.🥰
Un bellissimo articolo dai sapori antichi: mentre leggevo vedevo il tutto vissuto nel mio passato di ragazzo che cercava di far combaciare lo studio con qualche giornata lavorativa per ragranellare qualche soldo da spendere con gli amici in qualche giornata meno impegnata del solito. Grazie
Complimenti per il bellissimo articolo che narra come, ieri e oggi, l’olio d’oliva, l’oro giallo e la sua lavorazione abbiano caratterizzato la nostra cultura, la nostra economia, la nostra vita.
Bellissimo articolo Mirella , grazie Giampietro Murru , Sindaco di Ilbono
grazie Sindaco per l’ impegno🤗