Nicolò Barella e Gigi Riva
Nel corso di una recente intervista rilasciata al canale YouTube di Matteo Caccia, Nicolò Barella, ex centrocampista del Cagliari e oggi punto di forza dell’Inter, ha offerto uno sguardo intimo e autentico sulla sua vita e carriera, restituendo l’immagine di un campione che, al di là delle sue imprese sul campo, rimane profondamente legato ai valori di famiglia, autenticità e riservatezza.
Con grande sincerità, Barella ha parlato della sua famiglia, della passione per il calcio e dell’eredità che Gigi Riva ha lasciato in lui. “Non pubblico tanto sui social, mi piacerebbe raccontare un po’ più di me perché magari sembro distante dai tifosi. Chi sono? Ho 4 figli, mi piace essere padre, è una scelta che ho fatto da giovane.
Quando ho incontrato mia moglie Federica, ho deciso di mettere su famiglia perché l’ho sempre desiderato”.
Il ruolo di padre, è al centro della sua vita quotidiana. “Mi sveglio alle 7 e mezza, faccio colazione e porto le bambine a scuola. Vado al campo, pranzo nel centro sportivo, poi torno a casa, alle 3 riprendo le bambine e le porto a fare sport. Spero di essere un buon padre, presente, di essere partecipe della loro vita e di renderli felici nel tempo che posso dedicare loro”.
Cresciuto in Sardegna, Barella confessa che la sua identità cagliaritana e sarda è un elemento fondamentale del suo carattere. “La caratteristica più ‘sarda’ e ‘cagliaritana’ è di essere tosto nelle idee e nel modo di essere.
Non mi ‘vendo’, non mostro quello che non sono, preferisco essere antipatico ma autentico. Sono onesto. Ci sono anche delle mie caratteristiche che non tutti concepiscono, che sto cercando di limare. Ma preferisco sbagliare che nascondermi”.
Barella ha poi condiviso il suo punto di vista sul rapporto tra i calciatori e il pubblico, sottolineando come, talvolta, ingiustamente, le critiche dei tifosi vadano oltre il calcio. “Sono tante le cose che il tifoso non può sapere. Il tifoso vuole vincere, anche noi, però ci sono situazioni che non puoi controllare. La critica ci sta, però non accetto il fatto che vengano messe in mezzo famiglia e vita privata perché non sai che cosa una persona sta vivendo. È una cosa che mi dà fastidio, soprattutto se la vedo sui social perché rimane, non è come essere al bar. Noi siamo umani, è diverso se la critica arriva all’uomo e non al giocatore”.
Parlando della sua carriera, Barella ha ribadito l’affetto che lo lega al Cagliari. “Sono sempre stato tifosissimo del Cagliari, il mio sogno era vestire quella maglia. Per me Cagliari è il mio sangue, l’Inter è entrata nel mio cuore e nella mia vita. Ho avuto tante opportunità per andare via da Cagliari – ha confessato – erano squadre importanti che non dirò mai. Molte mie scelte sono state dettate dal fatto che non potevo andare in certe squadre per via della rivalità tra tifoserie”.
Il centrocampista 27enne ha voluto chiarire alcune distorsioni sulla sua partenza dal Cagliari, spiegando che il passaggio all’Inter è stato un’opportunità troppo grande per essere rifiutata. “Mi spiace sia stata raccontata in modo sbagliato. Quando c’è stata la possibilità di andare all’Inter, volevo il progetto anche perché c’era Conte che ha spinto per avermi. Non c’era possibilità che io dicessi no, era un passo in avanti troppo grande che non potevo non fare”.
Un momento toccante dell’intervista è stato il ricordo di Gigi Riva, che ha influenzato profondamente Barella sia come calciatore che come uomo. “Nel modo in cui ha interpretato la vita, nel regalarsi e non vendersi, è stato il mio maestro. Ho stimato il giocatore, era un gigante. La sua immagine l’ha sempre tenuta per sé o data a chi decideva lui. Per questo è stato così amato a Cagliari, era il più sardo dei sardi. La mia stima più grande era per questo aspetto, io sono quello che sono anche grazie a lui”.
Gigi Riva esempio di riservatezza e atteggiamento autentico. “Quando l’Italia ha vinto il Mondiale nel 2006, Gigi Riva ha preso ed è sceso dal pullman dicendo ai giocatori di festeggiare loro. Questa è una cosa che nessuno potrà mai comprare. Mi rivedo molto in questo, io sono uno che si diverte, è successo anche durante la parata perché ho sentito questo scudetto molto mio. Però poi ho messo solo una foto su Instagram e basta, non è la vita reale, gli scudetti li ho sempre festeggiati in una cena, con i miei cari”.
Barella ha poi fatto una precisazione in merito alla sua assenza in occasione del funerale di Gigi Riva. “Non sono andato al suo funerale perché non volevo farmi vedere davanti a tutti. Non volevo essere lì mentre lo portavano via, farmi vedere in tv. Ho deciso di organizzare una cosa con suo figlio, portando un mazzo di fiori al cimitero. Una scelta che può essere condivisa o no, ma io sono uno a cui non piace apparire in pubblico”.
Una scelta personale, lontana dalle luci della ribalta, che però ha attirato numerose critiche.“Mi sono spiaciute le critiche di chi mi ha definito ‘piccolo uomo’, è la cosa che mi ha fatto più male di tutte”.