di GIANRAIMONDO FARINA
Sarebbe dovuta essere la partita delle conferme. Ed invece, è arrivata una sconfitta. Netta. 2-0. Dopo tre giornate utili consecutive che avevano fruttato sette punti. Il Cagliari ad Udine avrebbe potuto confermare la striscia positiva innescata a Parma, seguita a Torino con la Juve ed arrivata in casa con il Toro. Ma così non è stato. Ne è scaturita una battuta d’arresto frutto di una cattiva interpretazione della gara, con una squadra fin troppo remissiva. Al cospetto di un avversario, l’Udinese, che, sebbene avesse accettato i ritmi blandi dei sardi, ha sfruttato al meglio i suoi punti di forza, quali il gioco aereo ed una maggiore fase d’interdizione. Eppure le premesse non erano queste. La squadra sarda veniva da tre gare d’imbattibilità dopo tre sconfitte consecutive. Ci sarebbe potuto “scappare” il pareggio, il terzo di fila nell’ arco di una stagione. Come la scorsa stagione 2023-24 e come quella “infausta” (per il Cagliari) 1982-83. Ma così non è stato. Ha vinto l’Udinese. Con due reti per tempo. Lucca al 38′. Davis al 78′. Ma andiamo con ordine. Ripartendo dall’ inizio. Il “pallino” del gioco, fin dagli inizi del match, lo detengono i friulani. l’Udinese va in pressing alto con l’intento di costringere il Cagliari sulla difensiva. Al 23′ primo pericolo serio per la porta dell’ex Scuffet (peraltro indegnamente fischiato per oltre un’ora). Azione creata da Davis in verticale per Lucca. Passaggio a Lovric e tiro neutralizzato dal portiere ospite. Al 29′ l’episodio che ha cambiato le sorti del match. Espulsione di Makoumbu per doppia ammonizione. Inspiegabile. Ma tal è. Ed un minuto dopo, infatti, arriva la rete ospite. Cross perfetto e tagliente di Kamara per la testa di Lucca che insacca imparabilmente spiazzando Scuffet. Nel frattempo, al 37′ Deiola aveva preso il posto di un evanescente Gaetano. Per rinforzare il centrocampo. Si va negli spogliatoi dopo un minuto di recupero. Con l’Udinese che ha saputo interpretare al meglio la gara e con Nicola, tecnico del Cagliari, che deve inventarsi qualcosa per cambiare le sorti del match. Una squadra, quella sarda, apparsa in grande difficoltà. Con un’espulsione, quella di Makoumbu, determinante. Purtroppo. La seconda frazione di gioco inizia con i sardi un po’ più determinati a raddrizzare la partita. Occasioni per Mina ed Augello al 53′ ed al 63′. Fino ad arrivare ai cambi, che sarebbero dovuti essere decisivi. Ma che non lo sono stati. Al 70′ entrano Lapadula per Piccoli, Luvumbo per Adopo e Zortea per Augello. Cambia anche l’impostazione tattica con un 3-5-2. Al 78′ la “doccia fredda”. Con il raddoppio di Davis. Ed il Cagliari costretto a mettere da parte i sogni gloria. Tuttavia non è da leggersi come una sconfitta tattica. La scelta di Nicola era stata quella di una remissività iniziale, per poi far rimanere la squadra “attaccata” al match con i palleggiatori, lato dolente dell’Udinese, molto forte sulle palle alte. E questo è stato determinante. Con Luperto in grave difficoltà. Sia sulla prima rete di Lucca. Sia sul raddoppio di Davis. E la partita è finita lì. Con il Cagliari impossibilitato a ribaltarla. In attesa della prossima sfida interna con il Bologna. Per continuare a sperare.
Ma quale risveglio,vorrei vedere anche la juve o il Napoli giocare in 10 x 60 minuti contro una muraglia umana com’è l’Udinese oggi,non a caso è 4*
che poi,fino all’espulsione,non e’ che ci abbiano “sovrastato”
10 contro 11…tutto cambia
Dobbiamo ringraziare due coglioni il primo c’ha scompaginato la formazione vincente col Torino, il secondo è Makumbu che con la sua stronzata ha lasciato la squadra in dieci