
Roberto Brughitta
di CARMEN SALIS
Nel nuovo romanzo, I segreti di Sant’Impera – Edizioni Amicolibro, Roberto Brughitta ci porta in Sardegna, in un paese posto al limite estremo del Sarcidano, tra laTrexenta e la Marmilla.
Roberto, una stazione dei treni che rappresenta la metafora della vita. Il romanzo parte da una stazione, sì. Se è vero che la vita è un viaggio, le stazioni allora simboleggiano le pause o i vari bivi della nostra esistenza. A chiunque di noi è capitato di prendere decisioni improvvise che ci hanno letteralmente cambiato la vita. L’incontro di una persona, l’entrare in un negozio o anche semplicemente fermarsi a rifornire. Il destino è sempre in agguato e ogni stazione o fermata che sia, ci potrebbe riservare sorprese, tristi o felici che siano. Faranno comunque parte di quel bagaglio di esperienze che volta per volta ci porteremo dietro fino al compimento del nostro viaggio.
Ci hai abituati a calpestare il territorio e a sentire i profumi della tua terra, la Sardegna. La mia terra è la costante di ogni mio racconto. Non potrebbe essere diversamente visto che io per primo la percorro in lungo e in largo, per mare e via terra, appeso alle rocce ed esplorandone il sottosuolo. Dopodiché cerco di riportare su carta ogni tipo di emozione provata, ogni odore, ogni colore. Credetemi quando affermo che quelli della macchia mediterranea o delle reti pregne di salsedine, che i pescatori lasciano al sole prima di riparare eventuali strappi, o quello dell’umidità delle grotte che si differenzia però dagli acquedotti romani di Tuvixeddu, non si possono descrivere in modo veritiero senza averli prima percepiti in prima persona. È in questo modo che, come spesso accade, capita che il lettore si rechi successivamente nei luoghi descritti nel racconto per assaporare quelle sensazioni che altre volte non aveva provato.
Fernando è il protagonista. Fernando diventa suo malgrado il protagonista della storia. Fresco di pensionamento, a causa del suo recente comportamento bizzarro, viene deriso dalla maggior parte degli abitanti. I suoi amici però, quelli veri, soffrono per la situazione che si è creata intorno a lui. Per questo motivo tre donne pur di difendere il suo onore, non ci penseranno due volte a esporsi in prima persona, arrivando addirittura a commettere inconsapevolmente un reato. La maggior parte delle vite dei molteplici personaggi, passeranno attraverso il bar Maist’e, luogo di ritrovo dei compaesani di tutte le età.
I personaggi presenti in questo libro sono molteplici. Sì, sono davvero tanti. Dopo Fernando troviamo Caterina, una sua vecchia fiamma, la tessitrice Maria Grazia. Iris, soprannominata Gateau, in quanto grande realizzatrice di dolci sardi. L’autista Antonio Lupo, la bella Serenella, innamorata dell’allenatore della squadra di calcio Antonello, parecchio più grande di lei. Il barista, il medico, l’usuraio e l’immancabile pettegola del paese, Alba la mistica, che sa tutto di tutto e quello che non sa se lo inventa. Non saprei dire con certezza se “I segreti di Sant’Impera” sia un giallo, ma posso affermare che si tratta a tutti gli effetti di un romanzo corale.
Uno scrittore è curioso o impertinente? Principalmente sono una persona curiosa. Adoro vagabondare per i piccoli centri della Sardegna, perdermi tra i suoi viottoli contorti, irrompere nelle chiese e addentrarmi all’interno dei cimiteri. Cerco il dialogo con chiunque si presti a fare due chiacchiere, soprattutto con quelli avanti con l’età, che non si mettono problemi a raccontarmi aneddoti del passato. Tutto questo fa di me un ladro di storie, che spesso durante la stesura di un romanzo, diventa anche inevitabilmente impertinente. Chi scrive ha infatti il grande potere di togliersi qualche sassolino dalla scarpa, mettendo sulle labbra dei suoi protagonisti, le parole che lui vorrebbe urlare al mondo.
Raccontare per te cosa significa? Quello che inizialmente è stata una valvola di sfogo, ora è diventata un’esigenza. Significa comunicare emozioni, descrivere qualcosa che è sfuggita ai più. Come certi panorami, alcune località o piccoli centri urbani, antiche tradizioni, storie di vita vissuta che altrimenti pochi conoscerebbero. Ci sono semplici fotografie che dicono tantissimo, ma delle volte non basta. Non potevo non raccontare il magico mondo delle donazioni di sangue, organi e midollo osseo. Così come non potevo esimermi dal descrivere il colorato borgo di Bosa, la necropoli di Montessu, il maestoso castello dell’acqua fredda di Siliqua, il magico mondo dei circensi o, come nell’ultimo caso, il primo gruppo assoluto di figuranti delle Janas del paese di Gergei.
Views: 0
Togo!!!
Sarai bravissimo come sempre Roby !!🤩
Complimenti Roberto
Complimenti
Bella foto 😁
Sono rimasto un po’ indietro con i tuoi libri, quando vengo a Cagliari mi metto in pari con i libri mancanti e la dedica, un abbraccio s’ammigu
Bell’uomo
Un giallo in salsa comica?