L’APPREZZATA LIRICA NEL SEGNO DEL RISCATTO LINGUISTICO: LA POESIA IDENTITARIA DI PASQUALINA NIEDDU

Pasqualina Nieddu a Villanova Tulo

Pasqualina Nieddu, dopo una vita dedita allo studio, laurea in Lingue e Letterature Straniere, e all’insegnamento dell’inglese nelle Scuole Superiori del nuorese, si sta rivelando una delle voci liriche più  significative ed interessanti nel panorama dei concorsi poetici in limba.

Solo recentemente ha sentito l’esigenza con limpida predisposizione emotiva, segnatamente personale e con esiti ideali di valenza collettiva, di dedicarsi al lavorio identitario della poesia; i fondamentali dettati caratteristici dei versi,  e gli elementi tecnici della competente conoscenza della metrica e classicità, trovano compiutezza ed esaltazione creativa nel suo universo immaginifico di sentimenti e nell’armonioso-musicale valore estetico dei componimenti.

La poetessa manifesta appartenenza al Marghine e alla natia Silanus, a quella realtà che Michelangelo Pira chiamava “la scuola impropria della poesia”, per la diffusa frequentazione e coltivo poetico celebrato  dai due aedi estemporanei Frantziscu Mura (1933-1999) e Mario Masala (1935-2015).

La  poesia non ha orizzonti circoscritti e si attiva attraverso le personali storie, nella sensibilità di sentimenti e nell’oneroso esercizio di fondere le elaborazioni di anima e mente, della più complessa e viscerale delle arti, per esprimere e rappresentare in linguaggio tutta la carnalità ed interiorità umana. I versi di Pasqualina Nieddu sfidano e sconfiggono il tempo, hanno capacità di scuotere per nuovi orizzonti ideali e testimoniare una vitale volontà di riscatto identitario e linguistico (Sardos, sa limba impreade!).

Attraverso la tessitura e struttura dell’arte poetica, e nel naturale dono di “versificante”, traccia il suo pensiero con inconfondibile voce; nell’esercizio del linguaggio in limba (In ub’est sa sardidade?/… Imparade e faeddade/ sa limba chi azis sutu/ sa chi dat su durche frutu/…) individua l’àncora di salvezza, rigenerante della ricostruzione personale e del lacerato tessuto sociale dell’Isola, nel senso e valore di sardità.

Pasqualina Nieddu, con le sue composizioni ricche di stimolanti idealità, sta contribuendo (come tanti altri autori sardi “militanti”) a rivitalizzare il dibattito sulla lingua sarda e sulla necessità di andare oltre alle discussioni cinquantennali e ai dubbi interventi politici-legislativi. L’imperativo della poetessa del Marghine e per il riapproprio e manizu quotidiano del limbazu; dunque, soluzione radicale di tutela e valorizzazione da compiere solo attraverso la volontà collettiva di riconoscimento e impreu. Naturalmente, tutto ciò, non esclude un competente qualificato lavoro della pubblica amministrazione e l’inserimento effettivo nei programmi  scolastici per la Sardegna dello studio della letteratura identitaria in prosa e poesia.

Significativo il riconoscimento alla composizione Sa limba, assegnatogli all’ultima edizione del concorso di poesia “Damus boghe a sa limba sarda”, promosso ad Alà dei Sardi ed organizzato dal locale coro Sant’Austinu, il cui testo premiato con il primo premio assoluto, per valore poetico e testuale, verrà musicato dal direttore del coro Silvio Bossi.

Il momento felice di successi lirici della poetessa del Marghine, registra anche il recente e prestigioso primo premio a Villanova Tulo, sezione poesia d’amore, alla  XVII° Edizione del concorso letterario intitolato al poeta e scrittore Benvenuto Lobina.

Pasqualina Nieddu ha raccolto i suoi versi nel volume CHE TRONU IN SA NUE (ISKRA, Ghilarza, 2023). Versi di un flusso creativo in cui rivivono luoghi, persone, percorsi di formazione culturale e lo scorrere del tempo tra le ricche vicende della quotidianità; un particolareggiato percorso  di memorie-vita, vissuta intensamente e saputa attingere “all’espressione dei forti sentimenti che emergono dall’animo”.

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Un commento

  1. Ho piacere di vedere il grande letterato SALVATORE TOLA!❤️ Sempre in gamba!

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