
di LUCIA BECCHERE
L’Associazione Ballarjanas si è costituita ad Oniferi nel 2019 per volontà di un gruppo di donne che, accomunate dalla passione per il ballo, intendevano recuperare e salvaguardare il patrimonio folcloristico e culturale del proprio paese per tramandarlo alle nuove generazioni, promuovendo numerose attività per diffondere in tutta l’isola le antiche tradizioni.
Ballarjanas prende il nome da ballo, attività prevalente del gruppo e janas per identificarsi col territorio di Oniferi ricco di siti nuragici e prenuragici come la necropoli di sas domus de Janas “Sas Concas” la più antica e la più estesa della Sardegna. Dell’Associazione fanno parte 15 donne (sei copie più le riserve) di età compresa fra sedici e sessant’anni che ogni martedì si incontrano in una sede messa a disposizione dal Comune per insegnare i balli sardi alle più giovani, programmare le varie esibizioni, eseguire le prove di ballo, creare nuove coreografie con lo scambio di coppie per essere preparate a ballare, in caso di necessità, con più persone e non solo con la partner fissa.
“Siamo un gruppo molto coeso – racconta la presidente e fondatrice dell’Associazione Daniela Moro, 51 anni, sposata e madre di due ragazzi -, tutte animate dalla passione per il ballo che eseguiamo indossando rigorosamente il costume tradizionale. Da diverso tempo desideravamo costituirci come associazione e oggi siamo felici di diffondere la nostra tradizione e la nostra cultura in tutta l’isola. Di recente ci siamo esibite al Santuario di Orosei in occasione della festa del Rimedio, prossimamente saremo a Bonorva, Nule e Olzai per le cortes apertas. Il prossimo anno salperemo il Tirreno per una manifestazione in Toscana”.
Quali balli eseguite? “Su ballu tzoppu e su ballu tundu, su dillu e su passu torrau. Vantiamo anche un costume molto bello che si declina in 3 varianti. La più comune che veniva utilizzata tutti i giorni, si compone di tunica, camisa, zippone, palas, varda (grembiule) e tiazzola (benda), quella cosiddetta delle vedove completamente in nero, fatta eccezione per la camicia in bianco ed infine la terza, la più pregiata, che le persone più abbienti indossavano alle occasioni importanti come il matrimonio. Quest’ultima si differenziava per i tessuti, i ricami e per il fazzoletto marron che sostituiva sa tiazzola”.
Come è nata questa idea? “La passione per il ballo è sempre stato il motore propulsore – spiega Daniela che nella vita di tutti i giorni è molto impegnata nel sociale -. Proveniamo tutte dai gruppi storici folk di Oniferi e sapevamo già ballare, a noi il compito di insegnarlo alle neofite. Possedere il costume è la condizione per fare parte del gruppo. Oltre fondatrice sono anche presidente eletta e capogruppo, in quanto tale è mio il compito di dare il passo al ballo e condurlo”.
Cosa vi anima? “L’amore per le nostre tradizioni sperando che anche i nostri giovani si appassionino. Mi riferisco soprattutto ai maschietti sempre meno propensi ad accostarsi al ballo. Non saprei se si vergognano o se preferiscono fare altro, comunque il numero delle femminucce prevale sempre in tutte le associazioni folcloristiche oniferesi”.
Come vi accolgono negli altri paesi? “Ci adorano. Siamo un bel colpo d’occhio perché il costume è bello, somiglia molto a quello di Nuoro”.
In quali altre attività siete impegnate? “Come associazione promuoviamo serate di beneficenza, una fra tante i “Cuori in festa” a Bonnanaro. Durante il Covid abbiamo fatto una donazione per l’acquisto di materiale sanitario a favore dei reparti di rianimazione e di oncologia del San Francesco dove ci siamo anche esibite nel ballo per portare un po’ di allegria ai malati, una a favore dell’Ucraina, paese devastato dalla guerra e tanto altro ancora. Siamo donne dal cuore d’oro e ci auguriamo che questa associazione vada avanti con lo stesso entusiasmo e la stessa sensibilità che ci ha contraddistinto fino ad oggi”.
quante cose interessanti ci fai conoscere grazie Lucia Becchere!